'Per gli immigrati, più accoglienza e solidarietà'

Il Terzo settore pugliese, in un documento, avanza alcune proposte alle istituzioni locali, nazionali e alla Chiesa, suggerendo un'ottica differente nel guardare all'emergenza

Il Terzo Settore pugliese prende posizione netta di fronte a quanto sta accadendo tra Manduria e Oria in questi giorni. La situazione, gestita esclusivamente dal punto di vista dell'ordine pubblico, rischia di sollevare problemi ben più gravi di quelli ampiamente documentati dai media in questi giorni. In un documento redatto a valle di un incontro svoltosi giorni fa a Oria, paese distante soli 4,5 chilometri dal campo di Manduria, il Terzo settore pugliese, rappresentato dal Forum del Terzo Settore e da Csv Puglia Net (il coordinamento regionale dei Csv pugliesi), fa sentire la sua voce netta e chiara, evidenziando alcune questioni, suggerendo un'ottica differente di vedere le cose e avanzando alcune proposte alle istituzioni locali e nazionali e alla Chiesa. In primo luogo – si legge nel documento – “occorre procedere immediatamente a fare i riconoscimenti e a fornire alle persone immigrate il permesso temporaneo di soggiorno che permetta loro di recarsi negli altri paese dell’area Schengen, rimandando a una gestione più condivisa da tutti i paesi europei la gestione della regolarizzazione successiva”. Infatti dei quasi tremila che hanno transitato in questi giorni nel campo di Manduria, solo 800 persone sono state identificate, le altre non si sa chi siano. In secondo luogo, nonostante il campo sia sufficientemente attrezzato a garantire i servizi primari, il Terzo settore pugliese chiede che “nelle tendopoli, che comunque dovrebbero essere totalmente dismesse – si legge nel documento – perché non adeguate ad una vera accoglienza e lesive della dignità di chi ci vive, occorrerebbe almeno in questa fase di emergenza, in collaborazione con le organizzazioni di volontariato del territorio, organizzare eventi culturali e sportivi, un adeguato ufficio informazione con un numero congruo di mediatori culturali e consulenti legali, mettere a disposizione internet perché si possano collegare con i loro parenti oppure seguire l’evoluzione della situazione politica del loro paese”. Accanto all'accoglienza problematica, il Terzo Settore pugliese non manca di sottolineare la questione della sicurezza sociale del territorio, con particolare riguardo alla cittadina di Oria. Infatti di giorno e di notte si spostano, sul territorio limitrofo, circa 600 ragazzi mentre “la gestione sociale e umanitaria dei migranti – si scrive nel documento – all’esterno è stata lasciata solamente ai volontari e alle associazioni in totale assenza di un sostegno istituzionale e delle reti organizzate”. Per questo secondo il Terzo settore pugliese occorre “coinvolgere, in questa fase, le organizzazioni di volontariato della Protezione Civile che, fornendo i mezzi strumentali a disposizione, sostengano i volontari e le associazioni per creare presidi dal volto umano in tutto il territorio, visibili, disponibili a dare informazioni, pronte anche a evitare che gli immigrati, molti dei quali giovanissimi e senza freni inibitori, possano commettere degli errori” a danno di se stessi (suicidi e tentati suicidi già accaduti) e di altri. Infine, la denuncia, riguarda la questione culturale di una regione, come quella pugliese, che vanta il primato di aver accolto nell'estate del 1991, decine di migliaia di persone albanesi: “registriamo – si legge ancora nel documento – nella popolazione ma anche in alcuni opinion leader, la presenza di atteggiamenti minimalisti”. Da qui la necessità di rivolgere un appello alla Chiesa Pugliese “che ha molto credito nella popolazione per grande maggioranza cristiana, perché richiami tutti i pugliesi alla loro vocazione di accoglienza e dialogo nello stile di don Tonino Bello, ma anche alle tante istituzioni e associazioni culturali perché coltivino la cultura della solidarietà”.

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