In viaggio verso Manduria ci sarebbero 2.300 immigrati e non 1.450 come aveva annunciato ieri il premier Silvio Berlusconi. Sono due infatti le navi partite dall’isola: la Excelsior, sulla quale sono stati caricati 1.716 stranieri che arriveranno domani mattina a Taranto, e la Catania, che ne trasporta altri 600. Cresce dunque il numero degli immigrati che saranno ospitati nel centro pugliese e diventa sempre più difficile portare il conto di quanti “ospiti” ci siano oggi effettivamente nella tendopoli, tra arrivi, partenze e fughe. Intanto pochi minuti fa il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha assicurato che nella tendopoli tarantina non saranno ospitate mai più di 2900 persone. Le sue dichiarazioni sono arrivate nel corso di della visita a Roma di una delegazione di parlamentari pugliesi del Popolo della libertà composta da Vitali, Franzoso, D’Ambrosio Lettieri Lisi e Lazzari. “In linea con quanto già stabilito ieri sera – hanno commentato i parlamentari – dai ministri Maroni e Fitto nella Conferenza unificata con Regioni, Province e Comuni, il ministro ci ha garantito che nel centro di Manduria non ci saranno mai più di 2.900 ospiti”. Una rassicurazione che assume un valore assai debole, dal momento che anche Mantovano, nei giorni scorsi, ne aveva fatta un’altra. “Mai più di 1.500 ospiti nel campo di Manduria”, aveva dichiarato. Ma i fatti lo hanno smentito. “Più passano le ore e pi mi convinco che siamo governati da fuori di testa e chi non si adegua alla follia passa per reprobo, come con villania e disprezzo del ridicolo ha fatto Bossi nei confronti di Mantovano e del suo gesto dignitoso”. Così l’assessore regionale alla Protezione civile Fabiano Amati ha commentato la notizia degli ultimi arrivi previsti a Manduria. “La situazione è grave – ha aggiunto – e mi permetto di mettere in mora i parlamentari pugliesi della maggioranza, cattolici osservanti solo nel dì di festa, affinché facciano sentire la forte voce di dissenso, uscendo da dietro i cespugli di comodità ove fino ad oggi si sono dissimulati. E’ arrivato il momento di spoliticizzare l’argomento ed affidare a leali funzionari della Stato che lavorano presso la Protezione civile nazionale la guida dell’emergenza, nella consapevolezza che l’esperienza maturata sul campo è un grande vantaggio, compresa l’abitualità del rapporto con le regioni sempre fondato sulla linearità amministrativa e a prescindere dai colori politici. E’ necessario dunque cambiare linea, perché nelle materie umanitarie non conta indovinare le previsioni, cosa che puntualmente ci sta accadendo, quanto suggerire soluzioni utili a meglio affrontare i problemi, così come noi stiamo tentando di fare in queste ore, pur inascoltati”. “E’ importante far ciò – ha concluso Amati – pena il disordine: tutti sappiano che a decisioni di pancia corrispondono impulsi rivoltosi di città disponibili alla solidarietà non oltre il limite della presa in giro continuativa e senza vergogna”.
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