Alessandro Quintana, Presidente della V commissione della provincia di lecce, chiede la proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali in agricoltura.
In qualità di presidente della V commissione della provincia di Lecce ho accolto da alcuni giorni le forti preoccupazioni degli operatori agricoli in riferimento alla mancata proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali in agricoltura da parte del Governo centrale. La Finanziaria nazionale 2010 (legge n. 191 del 23 dicembre 2009), all’art. 49 prevedeva che la fiscalizzazione degli oneri sociali venisse effettuata dall’1 gennaio al 31 luglio 2010. Dal 31 luglio ad oggi, però, non è stata oggetto di proroga, pertanto è cessata definitivamente, nonostante le organizzazioni sindacali territoriali si siano tante battute per ottenerla. Con la fiscalizzazione degli oneri sociali si garantisce una riduzione dei costi per le aziende agricole del Mezzogiorno fino al 68% delle aliquote contributive, relative ai costi previdenziali e assistenziali dovuti all’Inps. Una simile situazione avrà ripercussioni negative per i lavoratori agricoli, probabilmente molti di loro potrebbero rimanere senza lavoro nel corso della stagione olivicola, d’altro canto potrebbe verosimilmente aumentare il rischio di lavoro nero in agricoltura. Tutto ciò non è sostenibile, soprattutto in considerazione dello stato di crisi in cui versa il settore nel Salento ed in Puglia. Auspico che il presidente Gabellone possa intervenire in seno al Governo per comprendere quale sia la reale volontà in merito alla fiscalizzazione e per sollecitare impegni immediati tramutabili ad esempio nell’ inserimento d’urgenza della fiscalizzazione nel decreto mille proroghe. Ribadendo l’impegno nei confronti degli operatori agricoli, posso assicurare loro che porterò l’argomento in V commissione non escludendo di intraprendere ulteriori azioni a tutela dei produttori agricoli e dei lavoratori impegnati nel settore.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding