Non tarda ad arrivare la risposta del movimento Regione Salento alle dichiarazioni contrariate dell'On. Ruggeri di qualche giorno fa
Confondere il coraggio con la presunzione è un abbaglio. Ma soprattutto non si può pensare di curare il cancro somministrando pillole di aspirina. Accogliamo con favore i commenti da parte degli esponenti dell’UDC salentino perché utili ad alimentare un dibattito che finalmente coinvolge i cittadini. Già, perché “L’idea di una Regione Salento che affascina ma non convince”, per citare l’On. Ruggeri, contiene in sé la risposta a tante domande che il coordinatore dello scudocrociato si pone. I temi che provengono dal basso, dai cittadini, dalla gente che troppo stesso è destinataria passiva di decisioni, possono non convincere la politica. Ciononostante, il fatto che un’Idea possa esercitare un certo fascino in alcuni autorevoli esponenti dei partiti, è di per sé, un successo. Fatta questa premessa, sono necessarie alcune precisazioni: 1. l’On. Ruggeri sostiene che “soprattutto in un periodo come questo, occorre razionalizzare la spesa pubblica e risparmiare”. L’idea del nostro movimento nasce anche in questa prospettiva. Nessun “carrozzone amministrativo”, bensì un ente efficiente e responsabile, prossimo al cittadino geograficamente e politicamente. Quanto incidono sugli stipendi dei consiglieri regionali salentini le trasferte a Bari? Moltissimo. Milioni di euro l’anno. Così come per funzionari e dirigenti. Per non parlare dei costi indiretti che gli amministratori locali del Salento sono costretti ad affrontare (con le nostre tasse) per recarsi a Bari al fine di perfezionare i più svariati iter amministrativi. Siamo fermamente convinti, inoltre, che una Regione che nasca in questo particolare momento storico, avrà, a differenza di quelle nate nel contesto degli anni ’70, un modello gestionale della spesa corrente virtuoso, a partire dal suo Statuto. Un modello che, se ben gestito quando, come è giusto che sia, i cittadini passeranno il testimone ai loro rappresentanti eletti, sarà probabilmente preso a modello da altre regioni d’Italia. Il contenimento della spesa e la riduzione degli sprechi saranno nel dna della Regione Salento. 2. Capitolo efficienza e vantaggi economici. Vicinanza e conoscenza del territorio sono di per sé motivazioni logiche nell’ottica di una macchina snella e consapevole delle proprie scelte. Solo chi non conosce il territorio può gestirlo compiendo alcune scelleratezze. Solo due esempi, di stretta attualità: chi conosce questo territorio, il Salento, avrebbe mai permesso di discutere una ferrovia che sfregi la Valle della Cupa? Chi conosce questa Terra, avrebbe mai autorizzato interminabili (oscene) distese di pannelli fotovoltaici nelle nostre campagne? Ed allora, perché il Consigliere Regionale Salvatore Negro (UDC !) chiede (giustamente) il trasferimento delle competenze autorizzative sul fotovoltaico alle Province? 3. L’Udc pensa, da un lato, di abolire le Province per ridurre i costi della politica. Dall’altro, data la “storia che accomuna” le Province di Lecce, Brindisi e Taranto, pensa che una “macro-provincia” che riunisca l’antica Terra d’Otranto possa razionalizzare spese e servizi. Purtroppo così non è. Perché le Province non hanno i poteri per poter contare. Una macro o tre “micro” che siano, agli enti intermedi mancano competenze e risorse economiche. Soldi e strategie di sviluppo sono tutte nelle mani dell’ente Regione. In Puglia come altrove. E del resto, proprio in queste ore, il consigliere Regionale (UDC !) Euprepio Curto avverte che è necessario un cambio di rotta in Regione Puglia sulla distribuzione delle risorse comunitarie. La distribuzione delle risorse, dai trasporti alla cultura, avvengono su un criterio 70% (per Bari e Provincia), 30% (per il resto della Regione), che dimostra la legittimità di queste posizioni, fatte nostre da tempo e, ci pare, condivise in queste ore anche dall’autorevole consigliere Curto. Del resto lo scarso potere delle Province costituiscono il motivo degli esigui risultati conseguiti dal Grande Salento. Su questi dati, e su queste proporzioni di spesa per gli investimenti, attendiamo con ansia smentite. 4. “Pensare di poter determinare da soli il nostro sviluppo economico, sociale e politico è pura presunzione”, scrive l’On. Ruggeri. Il Movimento Comitato Promotore del referendum per il Sì alla Regione Salento ritiene invece che questo territorio abbia le competenze e le capacità per poter esercitare il diritto-dovere di scegliere il proprio modello di sviluppo. La Regione Salento potrà gestire le sue risorse indirizzando gli investimenti su un territorio che conosce. Risorse che non sarebbero più elemosinate, ma gestite con la dignità di chi merita di essere cittadino italiano ed europeo. Non è dunque “presunzione” la nostra, ma necessità. Né si può obiettare che si tratti di scelte separatiste. La nostra è una scelta che ci riaggancerà all’Italia e all’Europa, scenari economici che oggi ci tagliano fuori causa gestione baricentrica delle risorse trasferite. 5. Un’ultima precisazione: l’On. Ruggeri parla di una “micro-regione” riferendosi all’ipotesi di istituzione della Regione Salento. Solo per onestà intellettuale, e senza alcun intento polemico, ricordiamo all’onorevole che alcune settimane fa il coordinatore regionale del suo partito, l’on. Angelo Sanza (UDC !), parlava di una regione “troppo lunga”. A questa considerazione, ci permettiamo di aggiungere un dato, scientifico e non confutabile: la Regione Salento sarebbe l'undicesima regione d'Italia su ventuno per numero di abitanti, 1.800.000, ovvero più di Sardegna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli, Trentino, Umbria, Basilicata, Molise, Valle d'Aosta, con un'estensione territoriale di oltre 7.000 kmq, 4 volte più grande dello stato del Kosovo, del Lussemburgo, 10 volte rispetto al Molise, solo per citarne alcuni. Ma soprattutto, all’On. Ruggeri e all’UDC – Partito della Nazione, chiediamo di non chiudere le porte all’ipotesi referendaria. Conoscendo il profondo spirito democratico e l’alto rispetto della volontà popolare da parte degli esponenti politici del nostro territorio, lasciamo che siano i cittadini ad esprimersi su quella che noi riteniamo essere la ricetta giusta per acquisire una centralità nel Mediterraneo sempre sbandierata ma mai raggiunta. Ufficio Stampa del Movimento “Regione Salento – Comitato promotore del Referendum per il Sì all'istituzione della Regione Salento”
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