Sforato il tetto di diossina: stop all'inceneritore di Biosud

Emissioni superiori a 130 volte il massimo consentito. L'impianto è sito in contrada Mazzarella a pochi chilometri da Surbo e Lecce

Diffida e sospensione dall’esercizio per un inceneritore di rifiuti speciali e sanitari di proprietà della Biosud srl, di Francesco e Giampiero Perniola, rispettivamente presidente e amministratore delegato. Il provvedimento emesso dalla Provincia (con riferimento al decreto legislativo 152 del 2003), risale allo scorso 18 giugno ed è motivato dai preoccupanti dati emersi durante una verifica di Arpa Puglia “a bocca di camino” del 27 novembre 2009, cioè avvenuta 7 mesi prima della disposizione amministrativa di stop delle attività. Risultato: l’impianto sfora di 130 volte il tetto di diossina consentito, con una concentrazione pari a 13,70 ng TE/Nmc (nanogrammi per metro cubo) e un limite previsto per legge di 0,1 ng. La Biosud, che gestisce un business di circa due milioni e mezzo di euro, è tenuta a rispettare questo limite perché soggetta al Decreto legislativo 133 del 2005, che recepisce le norme europee riguardo ai valori limite delle emissioni in atmosfera per gli inceneritori. Anche l’Asl di Lecce, venuta a conoscenza dei valori di sforamento, ha inviato una comunicazione alla Provincia chiedendo la sospensione delle attività dell’impianto, fino al suo adeguamento.

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