Oltre a sanzioni amministrative e per irregolarità in tema di igiene e sicurezza, gli ispettori del lavoro della Direzione di Lecce hanno emesso una “maxisanzione” per lavoro nero pari a 58.750 euro
Una vasta operazione di vigilanza è stata portata a termine, nel corso della prima settimana di marzo, dagli ispettori del Lavoro e dai carabinieri del Nucleo Ispettorato Lavoro presso la Direzione Provinciale del Lavoro, coordinata dal direttore Giocondo Lippolis. L’attività di controllo ha riguardato principalmente imprese del settore edile e del commercio operanti sull’intero territorio della Provincia di Lecce. In particolare sono state contestate contravvenzioni penali relative alla mancata sorveglianza sanitaria, alla formazione ed all’informazione, all’addestramento, nonché alla mancanza di dispositivi di protezione individuale. Violazioni da considerarsi ancora più gravi del normale laddove hanno riguardato i lavoratori “in nero”, sprovvisti di qualsivoglia forma di tutela. Proprio in tema di lavoro nero, i numerosi accertamenti hanno portato alla luce un grave scenario al punto da determinare, in pochi giorni, l’emanazione di otto provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale. I numeri parlano chiaro: le aziende ispezionate sono state in tutto 12; di queste quelle irregolari sono state nove; sono stati emanati otto provvedimenti di sospensione dell’attività lavorativa. I lavoratori identificati sono stati in tutto 61; di questi 34 sono risultati irregolari, 16 totalmente in nero. Al termine dei controlli nove imprenditori sono stati deferiti all’autorità giudiziaria e sono state emesse 48 contravvenzioni in materia di igiene e sicurezza, una “maxisanzione” per lavoro nero pari a 58.750 euro, altre sanzioni amministrative per 16.946 euro e per recupero crediti pari a 10mila euro.
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