“Il debito della Monteco? Causato da obblighi contrattuali antecedenti alla mia gestione”. E' il commento di Remigio Venuti, ex sindaco di Casarano, sulla questione “calda” degli ultimi giorni
L’ex sindaco, Remigio Venuti, respinge ogni responsabilità sulla “paternità” del debito fuori bilancio, che ha comportato l’aumento del 56% della Tarsu dal 2010, e critica la scelta del commissario ad acta che ha deciso di intervenire direttamente sul bilancio di tutte le famiglie casaranesi. «Avrebbe potuto, per esempio, aumentare l’Ici sulle seconde e terze case – osserva Venuti – sarebbe stata una soluzione socialmente più accettabile». Quanto all’origine del debito, l’ex sindaco sostiene che la revisione dei canoni di appalto era già contenuta nel contratto e che la scadenza dello stesso era avvenuta durante la fase di istituzione dell’Ato, il consorzio dei comuni che negli anni successivi avrebbe gestito la materia. “Il contratto d’appalto con la Monteco – si legge in una nota – fu sottoscritto oltre 15 anni fa, nel marzo 1994, ben 5 anni prima che io venissi eletto sindaco di Casarano, quando il soggetto che si aggiudicò l’appalto era l’Ati “Gieco-Sogea”. Il contratto con la Monteco aveva come scadenza il 28/02/2002, avendo durata 8 anni. Quindi, come sindaco di Casarano, ho ereditato una situazione già consolidata e contrattualizzata; alla metà del mio primo mandato da sindaco, nel 2002, fui costretto a gestire, insieme alla Giunta e agli uffici comunali, la complicata fase di emergenza e di passaggio dalla gestione comunale a quella dell’Ambito Territoriale Ottimale, ente che nel frattempo era stato istituito obbligatoriamente sulla base delle prescrizioni del piano approvato da Raffaele Fitto, allora presidente della Giunta regionale e in quanto tale commissario delegato all’emergenza ambientale”. “Per semplificare una vicenda procedimentale e processuale estremamente complessa – spiega Venuti – il giudice amministrativo ha ordinato al Comune di Casarano di corrispondere alla Monteco una somma pari a circa 2 milioni di euro, oltre Iva ed accessori, e questa somma è relativa alla revisione del canone, ai sensi di quanto previsto dall'art. 12 del Capitolato Speciale e al recupero dell’alea contrattuale per il periodo andante da marzo 1995 sino a tutto il 1997. In altri termini – precisa l’ex sindaco – il contratto del 1994 prevedeva già l’adempimento contrattuale per il comune di corrispondere queste somme, nel caso in cui si fossero verificate le condizioni previste per la revisione del canone, condizioni maturate nel corso dell’esecuzione del contratto in un periodo antecedente alla mia elezione a sindaco”. “Non si tratta quindi di debiti frutto di una cattiva gestione delle risorse – conclude l’ex sindaco – ma derivanti da obblighi contrattuali risalenti a molto tempo prima dell’esperienze amministrative delle giunte Venuti. Oggi, quindi, la Città è tenuta ad affrontare un’importante situazione debitoria per cause che vanno ben oltre il mandato delle amministrazioni Venuti”.
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