Arrestati 14 ultrà in curva nord

“Cercai solo di scongiurare un'ingiustizia”. Così Massimo Alfarano, assessore allo sport spiega il suo coinvolgimento in uno degli episodi che hanno portato agli arresti dei tifosi del Lecce

Massimo Alfarano, assessore allo sport, chiarisce il suo coinvolgimento nell’episodio che ha portato oggi ad alcuni degli arresti dei tifosi giallorossi da parte della Polizia. “Sono letteralmente sconcertato – spiega Alfarano – dai riferimenti che sono stati fatti alla mia persona per il coinvolgimento in uno degli episodi che hanno determinato gli arresti dei 14 tifosi giallorossi.” Il primo ordigno fu lanciato all’indirizzo del mezzo dei carabinieri ed a pochi passi dall'assessore (che era fermo sul marciapiede ed in compagnia del figlio e del nipote, entrambi undicenni, per partecipare alla festa dei 100 anni del Lecce) e da due ragazzini che non facevano parte del corteo dei tifosi che sfilava e che vennero immediatamente fermati ed incolpati per l’accaduto. Ha continuato Alfarano: “Mi sono semplicemente avvicinato ai carabinieri qualificandomi e raccontando quanto avevo visto e quindi per cercare di scongiurare una ingiustizia di cui ero certo, ricevendo in cambio un’aggressione fisica e verbale da parte di un appuntato.” Sono questi gli atteggiamenti “poco consoni” per i quali Alfarano si è meritato la citazione nell’ordinanza che ha portato agli arresti ed i qualificati riferimenti in conferenza stampa. “Mi chiedo – conclude – in quale Paese ci troviamo se mi vengono addossate delle colpe per aver cercato di difendere due individui ingiustamente incolpati di un crimine”.

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