Il consiglio comunale di Casarano ha approvato il referendum sulla centrale a biomasse
Votando per il “sì” al referendum il consiglio ha passato la palla ai cittadini. La decisione, tuttavia, non è stata presa all’unanimità: un contrario (Rocco Greco) e tre astenuti (Salvatore Stanca, Claudio Bastianutti e Santo Malagnino)
Saranno i cittadini a dire se vogliono o meno una centrale per la produzione di biomasse sul territorio casaranese. Il consiglio comunale, che si è riunito ieri a Palazzo dei Domenicani, è giunto ha dato risposta positiva: il referendum si farà. L’ultima parola spetta, dunque, ai casaranesi. Questo il quesito cui dovranno rispondere: “Esprima l’elettore se si (favorevole) o no (contrario) a: Anamento e sospensione di ogni attività deliberativa del Comune di Casarano con riguardo al rilascio di permessi a costruire, autorizzazioni e licenze che riguardino insediamenti di impianti od opifici sul territorio del Comune di Casarano per la produzione di biomasse”. Il consiglio, votando per il “sì” al referendum ha dunque passato la palla ai cittadini; i quali valuteranno i pro ed i contro di un impianto del genere nel proprio territorio. Non si è trattato, tuttavia, di un “sì” all’unanimità. I voti favorevoli sono stati trasversali a maggioranza ed opposizione, ma c’è stato anche chi ha preferito astenersi e chi invece ha pronunciato il suo convinto dissenso alla forma referendaria. Gli astenuti sono stati Claudio Bastianutti, Salvatore Stanca e Santo Malagnino. Stanca (consigliere indipendente), in particolare, nel corso del dibattito, ha letto un passaggio di un documento scritto nel 1981 da Giovanni Coletta, presidente dell’associazione “Idee Insieme” che ha spinto perché venisse indetto il referendum. Lì l’autore, con acuta capacità di analisi del tessuto economico del tempo – la ricerca risale a periodo di boom del Tac – prevedeva una crisi del settore e la necessità di pensare a comparti , quello dell’energia ad esempio, da mettere a traino dell’economia. Il voto contrario è stato invece quello di Rocco Greco (Pd), convinto che la decisione sulla realizzazione dell’impianto spettasse al consiglio, “eletto per governare”, ha detto. Contrario, dunque, al referendum ma non all’impianto. “Purchè realizzato – ha precisato – nei modi concordati dai coltivatori diretti con la Italgest, titolare del progetto”. Questi infatti sarebbero d’accordo con la realizzazione della centrale ma della potenza di un Megawatt, ovvero ecocompatibile con il territorio; 25 Megawatt, la potenza prevista dall’impianto di De Masi sono decisamente troppi, secondo l’esponente del Pd e di Coldiretti, rispetto a ciò che il territorio può sopportare: il Salento e la Puglia non potrebbero fornire tutto il carburante e si renderebbe necessaria l’importazione di olii dall’Est”. Una nota curiosa che ha caratterizzato il consiglio è stato il fatto che nel corso dell’intera riunione il consigliere Giampiero Marrella si sia riferito a De Masi, vicepresidente di Italgest, come al “candidato”; Greco invece ha precisato che De Masi non ha ancora sciolto la riserva sulla sua candidatura e che, ad oggi, l’unico candidato ufficiale del centrosinistra è lui, già al lavoro, peraltro, per la costruzione della lista e del programma di governo.
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