Operazione “Arpìa”, condotta dalla sezione Criminalità organizzata della Polizia e dai Carabinieri del Ros di Lecce
Cinque omicidi, tre tentati omicidi e due ferimenti risalenti al periodo tra il 1999 e il 2001. Con queste accuse sono state emesse ieri mattine quattro ordinanze di misura cautelare in carcere. Tre dei responsabili erano già in manette. Tutti appartenevano al clan della Sacra Corona Unita
Gli agenti della Squadra mobile di Lecce, sezione Criminalità organizzata, hanno eseguito ieri mattina quattro ordinanze di misura cautelare in carcere a carico di individui ritenuti responsabili di cinque omicidi, tre tentati omicidi e due ferimenti. Tutti fatti avvenuti nel corso della cruenta guerra di mala fra clan della Sacra Corona Unita che insanguinò il Nord Salento negli anni dal 1999 al 2001. Tre dei responsabili, Vincenzo Presta, 43 anni, nativo di San Donaci, Mario Martella, leccese, di 29 anni e Valerio Paladini, anch’egli 29enne, di Surbo, erano già in carcere per altri episodi. Il quarto uomo, Agostino Pati, 45enne di Squinzano, si trovava in libertà e si è presentato presso gli uffici della questura insieme al suo avvocato. I fatti cui si fa riferimento sono da ascrivere all’operazione “Arpìa”, condotta congiuntamente da sezione Criminalità organizzata della Polizia e Carabinieri del Ros di Lecce e coordinate dal sostituto procuratore Guglielmo Castaldi. Gli arresti avvennero nel 2002, il processo fu celebrato nel 2004. E le nuove ordinanze giungono in seguito alla decisone del Tribunale del Riesame, che ha accolto il ricorso del pubblico ministero rispetto alla precedente ordinanza del gip del Tribunale di Lecce, che a suo tempo aveva rigettato la richiesta di applicazione della misura cautelare. Sono dunque state ritenute pienamente attendibili le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giancarlo Mazzei e Giuseppe Vincenti, i quali sostengono che i quattro, appartenenti al “clan Vincenti”, erano tutti coinvolti nei sanguinosi episodi contro componenti del clan nemico, guidato da Dario Toma. Le indagini degli inquirenti portarono ad identificare Pati in qualità di esecutore materiale dell’omicidio di Giancarlo Fantastico e Cosimo Conversano, nonché del tentato omicidio di Giuseppe Ricciardi, Ivan Cipponi ed Ezio Immolano, avvenuto all’interno del ristorante “Duca d’Este” a Squinzano il 18 maggio 1999. Martella, Presta e Paladini vennero invece ritenuti gli autori dell’omicidio (questa volta andato in porto) di Giuseppe Ricciardi e del ferimento di Fernando Imperiale e Gianluca Scardia, avvenuto a Casalabate il 29 luglio 1999, oltre che dell’omicidio di Fabrice Negro e Antonio Dalla Bona, avvenuto a Surbo il 13 marzo 2001.