La puntualizzazione dell’assessora Mariano
In risposta all’iniziativa di Paola Martino, candidata con L’Unione e coordinatrice delle donne Ds, Francesca Mariano, assessora comunale a Minori, Immigrati e Diversamente abili, fa sapere che una Bancas del Tempo a Lecce esiste già dall’anno scorso e che, valutando il suo successo, l’amministrazione ha deciso di confermarla per i prossimi due anni
L’amministrazione comunale di Lecce ha già avviato il progetto relativo alla cosiddetta Banca del Tempo con una delibera di giunta dello scorso 18 aprile, ripetendo l’ottima esperienza compiuta nel corso del 2006. Lo fa sapere Francesca Mariano, assessora ai Minori, Immigrati e Diversamente Abili, rispondendo all’iniziativa elettorale di Paola Martino, candidata e coordinatrice provinciale delle donne dei Ds che ha proposto l’istituzione di una Banca del Tempo. “Nel centrosinistra hanno scarsa fantasia, ma non è una novità – dice Mariano – a meno che, ed è più probabile, il problema non sia di inventiva, ma di scarsa progettualità amministrativa. Che senso ha proporre l’istituzione della Banca del Tempo comunale se questa amministrazione ne ha già creata una nel 2006 e sulla base dei buoni risultati raggiunti ha appena dato il via libera al progetto anche per i prossimi due anni? Con che faccia tosta ci si candida a rappresentare i cittadini se non si conosce ciò di cui la città dispone o ciò di cui ha bisogno? Direi che di fronte a queste cose, la scelta dei leccesi alle urne domenica è obbligata”. La Banca del Tempo prevista dal progetto varato dall’amministrazione comunale rappresenta, di fatto, un istituto di credito molto particolare, dal momento che presso il suo sportello non si deposita denaro e non si riscuotono interessi, ma si deposita la propria disponibilità a scambiare prestazioni con altri aderenti usando il tempo come unità di misura degli scambi. A ciascuno degli aderenti viene intestato un conto corrente e fornito un libretto di assegni. Il principio è quello della solidarietà e del soddisfacimento condiviso delle esigenze quotidiane e consente di estendere la pratica dell’aiuto oltre la cerchia ristretta della famiglia.
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