Atenei in guerra

I primi passi dell'Università del Salento

Lecce e Bari si contendono il primato universitario pugliese. Bari fa una manovra diversiva aprendo corsi a Brindisi ma consolidandosi a Taranto. Lecce attacca inaugurando due nuove facoltà brindisine

L’Università di Lecce diventa grande, almeno quanto il “grande Salento”; l’Università di Bari…anche. Da diversi anni i due principali atenei pugliesi si sono studiati da lontano, a volte punzecchiandosi (come vedrete più avanti) ma ora è guerra in campo aperto. Oggetto della contesa il primato regionale, e tutto ciò che ne consegue. Il campo di battaglia sono le due province di Brindisi e Taranto. Eppure le università italiane, come quelle pugliesi, da qualche tempo hanno dovuto stringere i cordoni della borse. Nonostante questo non possono rinunciare ad allargare la propria offerta. Perché? Il motivo più evidente (e nobile) è che ogni Università dialoga incessantemente con il territorio in cui opera e deve rispondere ai bisogni di quel tessuto economico-produttivo, formando le figure professionali più adeguate richieste dal mercato. Ma le Università, dopo la riforma Zecchino, agiscono come aziende per le quali nuovi corsi significano anche nuovi studenti, più contatti con il territorio e le imprese, più insegnamenti; infine, ma solo marginalmente, più pedine da muovere, siano esse persone, incarichi, soldi, nel complesso meccanismo, presente nel mondo universitario italiano, delle lobby baronali. Insomma, le Università delocalizzano alla ricerca di mercati vergini e condizioni più vantaggiose. (tratto dal Tacco d'Italia di maggio)

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