Revisione del sistema fiscale. Savino: ‘Certezza del diritto’

 

Roma. Secondo la deputata del Pdl è necessaria una semplificazione dei regimi fiscali con incentivi per i contribuenti più corretti

ROMA – Dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri, avvenuta nel giugno scorso, la Camera dei Deputati stringe i tempi sulla legge delega riguardante la revisione del sistema fiscale, legge che una volta approvata dal Parlamento, secondo il normale iter procedurale, consentirà al Governo di intervenire, in maniera collegiale, sul fisco. Col provvedimento, all’esame della Commissione Finanze di Montecitorio, si intende dare – si legge nella relazione illustrativa – certezza e stabilità al sistema tributario, migliorare i rapporti con i contribuenti, revisionare il sistema impositivo dei redditi d’impresa, combattere il fenomeno dell’evasione fiscale e della erosione delle basi imponibili, creare un sistema fiscale maggiormente neutrale. Tra le misure previste per il raggiungimento di tali obiettivi vi sono: la ridefinizione dell’abuso del diritto e dell’elusione, la rivisitazione delle sanzioni penali ed amministrative in proporzione alla gravità dei comportamenti, il potenziamento del tutoraggio nei confronti dei contribuenti minori, la semplificazione degli adempimenti fiscali inutilmente complessi, l’eliminazione dei vincoli che impediscono l’internazionalizzazione delle nostre imprese, la revisione del catasto. Temi su cui si disserta e discute da ormai molti anni. Abbiamo cercato di capirne di più con l’onorevole del Popolo della Libertà Elvira Savino, componente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, che precisa: “Questo provvedimento non ridisegna il sistema di tassazione, non è una riforma tributaria ma è un provvedimento che ha l’obiettivo di cambiare, di migliorare la qualità del fisco e tra le prime finalità c’è la certezza del diritto”. La legge delega mira alla creazione di un sistema fiscale maggiormente stabile attraverso la revisione delle sanzioni penali ed amministrative, il miglior funzionamento del contenzioso e la ridefinizione dell’abuso del diritto e dell’elusione. Che cosa si prevede specificatamente in questo senso? Come giudica questo orientamento del Governo? “Questo provvedimento non intende riformulare il sistema di tassazione bensì correggere alcuni aspetti critici del sistema tributario italiano e, soprattutto, perseguire l’obiettivo di contemperare le esigenze di bilancio, che necessitano nell’immediato del reperimento del maggior gettito possibile, e quelle di un equo prelievo. Tra gli obiettivi principali vi è la certezza del sistema tributario, da perseguire attraverso la definizione dell’abuso del diritto e la revisione delle sanzioni penali e amministrative. Nello specifico, la revisione delle sanzioni penali deve essere attuata secondo criteri di predeterminazione e di proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti, in modo da correlare le sanzioni all’effettiva gravità dei comportamenti, introducendo la possibilità di ridurre le sanzioni in casi di minore gravità o di applicare sanzioni amministrative anziché penali. Si prevede la punibilità con la pena detentiva, da un minimo di sei mesi a un massimo di sei anni. Vengono, inoltre, ridefiniti i confini tra le fattispecie di elusione e di evasione fiscale e delle relative conseguenze sanzionatorie. Per quanto riguarda l’abuso di diritto si vuole introdurre nel sistema tributario una definizione generale di abuso del diritto, da unificare con quella dell’elusione fiscale e applicabile a tutti i tributi. Si era già evidenziata in passato la necessità di una norma generale anti-abuso per tutte le imposte, non vincolata da un’elencazione tassativa di fattispecie e con un’assimilazione tra elusione fiscale e abuso. Tra l’altro, le esperienze degli altri paesi ci insegnano che la codificazione della nozione di abuso è l’unica strada per garantire alle imprese maggior certezza e maggiore stabilità normativa e amministrativa. Per quanto riguarda infine la revisione del contenzioso, il provvedimento è volto a rafforzare la tutela giurisdizionale del contribuente e, in linea con il precedente governo, introduce misure volte alla professionalizzazione dei collegi giudicanti e alla più breve definizione delle controversie in materia tributaria attraverso procedure pregiudiziali. La cosa più importante, a mio avviso, è poi la riorganizzazione della disciplina in materia di riscossione. A tal proposito, mi permetta di dire che ho presentato una proposta di legge di modifica del DPR sulla riscossione per una maggior tutela del contribuente e una limitazione ai poteri sanzionatori degli enti preposti alla riscossione e, in linea con questa mia proposta di legge, ho presentato degli emendamenti alla delega affinché siano introdotte misure a tutela del contribuente. In questa ottica ritengo che il provvedimento sia in linea con i principi di maggior tutela del contribuente e maggior certezza del diritto del precedente governo. Certamente è migliorabile. Speriamo di riuscire a farlo durante l’iter prima in commissione e poi in Aula”. Il provvedimento si prefigge anche un miglioramento del rapporto con i contribuenti, mediante il potenziamento del tutoraggio ed una semplificazione e razionalizzazione degli adempimenti fiscali ed amministrativi inutilmente complessi. Quanto possono incidere queste misure sulla crescita economica del paese? “Gli attuali regimi fiscali devono essere riformati nell’ottica della semplificazione, quindi revisione degli adempimenti e conseguente eliminazione di quelli superflui, doppi, inutili ai fini dell’attività di controllo e accertamento o non conformi al principio della proporzionalità. Il numero degli adempimenti previsti attualmente è veramente elevato e questo comporta inevitabilmente anche una complessità per il contribuente, che difficilmente la può superare con le proprie sole competenze. Questo provvedimento, come ho già detto, non ridisegna il sistema di tassazione, non è una riforma tributaria ma è un provvedimento che ha l’obiettivo di cambiare, di migliorare la qualità del fisco e, tra le prime finalità c’è la certezza del diritto. Se il contribuente incorre in continui problemi di adempimento connessi all’apprendimento di norme troppo complesse e in continuo mutamento, vive in una situazione di incertezza e l’incertezza è un deterrente per le decisioni di investimento e, quindi, di crescita. Bisogna cambiare il modo di operare dei contribuenti e dell’amministrazione, bisogna garantire la certezza del diritto attraverso semplificazione dei regimi fiscali e degli adempimenti eccessivamente complessi e anche attraverso l’introduzione di incentivi per i contribuenti più corretti. Questo è quello che si prefigge il provvedimento e avrà sulla crescita un effetto molto più rilevante di quanto potrebbe avere una riduzione di qualche punto delle aliquote”. Un altro obiettivo della delega è quello di revisionare il sistema delle imposte a carico delle imprese e di rendere maggiormente neutrale il sistema fiscale, nonché di intensificare la lotta all’evasione fiscale ed al fenomeno della erosione delle basi imponibili. Come si intende raggiungerli? “Per quanto riguarda il sistema delle imposte a carico delle imprese, l’obiettivo è l’assimilazione dell’imposizione su tutti i redditi d’impresa commerciale o di lavoro autonomo, da assoggettare a un’imposta unica. Sul secondo aspetto, erosione ed evasione sono concetti diversi e molto legati tra loro. L’erosione riguarda le spese fiscali. Il precedente governo Berlusconi lo scorso anno aveva istituito un gruppo di lavoro presso il Ministero dell’economia e delle finanze il cui rapporto evidenziò un livello di erosione fiscale pari a oltre 250 miliardi di euro, Per rilanciare competitività, efficienza e crescita economica è necessario dunque attuare una severa politica di contenimento e di riduzione della spesa, e, contemporaneamente, risolvere il problema dell’’evasione fiscale, attraverso il rafforzamento dei controlli mirati, in collaborazione con altre autorità pubbliche, e con l’utilizzo delle banche dati, il tutto però nell’assoluto rispetto della riservatezza durante l’intera fase di verifica e di controllo e fino alla completa definizione dell’accertamento”. La delega fiscale prevede anche l’introduzione della cosiddetta “green tax” per l’incentivazione delle fonti di energia rinnovabile e la compatibilità tra politiche fiscali e sviluppo sostenibile. Tutto però è condizionato al recepimento di una Direttiva europea. Non si rischia ancora che l’efficacia, almeno parziale, di un provvedimento sia influenzata in modo determinante dalla cronica lentezza italiana nel recepire i dettami europei? “Più che di lentezza nel recepire le direttive europee parlerei di mancanza di risorse nella maggior parte dei casi. Veda ad esempio il mancato recepimento, nei tempi auspicati, della direttiva sui ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione. In questo caso mi sento di dire e spero di non sbagliare, che l’Italia sarà celere, nel rispetto dei tempi, nel recepire una direttiva che mira alla crescita del sistema economico anche attraverso lo sviluppo sostenibile per l’ambiente”.

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