Meno sani e più poveri in Puglia nel 2011

Interrogativi sulla situazione sanitaria in Puglia nel 2011

Il nuovo anno per la sanità pugliese comincia con una serie di punti interrogativi a cui appare difficile dare risposte positive. Risposte che si vorrebbero dare ai cittadini e che invece resteranno inevase, perché l’unica risposta che la Regione Puglia sembra fornire è quella relativa all’impoverimento dell’offerta sanitaria sul nostro territorio. Ma veniamo alle domande: 1) Sarà più economica e conveniente l’offerta sanitaria? Nient’affatto sarà invece costosa e per alcuni inaccessibile, come per esempio per quanto riguarda la diagnosi tumorale in provincia di Lecce attraverso la Pet Tac. Quella dello studio calabrese, infatti, l’unica del territorio leccese, dal primo gennaio 2011 è a pagamento. Un servizio fondamentale erogato fino ad oggi in convenzione non sarà più a carico della Asl ma dei cittadini che ne avranno bisogno, costretti altrimenti a rivolgersi a strutture convenzionate al di fuori del proprio territorio (in altre regioni per esempio). Un disagio enorme aggiunto a un costo importante. 2) La sanità sarà più attrezzata? Neanche per idea. Centri ad alta specializzazione chirurgica, come per esempio la Clinica Città di Lecce vedrà ridotte notevolmente le prestazioni, con un dimezzamento previsto, tanto clamoroso quanto preoccupante, che provocherà effetti degenerativi per gli utenti e per gli operatori sanitari stessi, alcuni dei quali, costretti inevitabilmente a prendere il volo e a cambiare aria. 3) I nostri ospedali saranno più efficienti? A detta del Presidente della Regione Puglia e dell’assessore regionale alla Sanità senza alcun dubbio, come del resto il presidente Vendola va predicando dal lontano 2005. Sono passati sei anni e l’unica cosa certa è che in Puglia chiuderanno 18 ospedali, tra questi 4 in provincia di Lecce. Presidi ospedalieri che nessuno avrebbe dovuto toccare, sempre stando alla retorica del governo regionale e che invece sono stati toccati dalla mannaia dell’amministrazione pubblica. Come si vede per la sanità della nostra Regione i presagi funesti sono innumerevoli e sarà difficile questa volta, anzi piuttosto improbabile, che le doti di buon retore del presidente Vendola e quelle moralmente eccelse di limpido ottimismo della sua Giunta regionale possano coprire la realtà e indorare l’amarissima pillola che i cittadini dovranno ingoiare. Pagandosela da soli, ovviamente. Raffaele Baldassarre

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