Il punto di vista di Stefàno
Dario Stefàno, dopo l’ultimo allarme del presidente della sezione Costruttori edili Ance di Confindustria Lecce, chiede al Consiglio regionale di affrontare il tema del Prezzario regionale, un’emergenza che non può più passare inosservata
“Dopo l’ennesima denuncia di Confindustria il Consiglio regionale affronti il tema del Prezzario regionale, un’emergenza che non può passare inosservata”. È quanto dichiara Dario Stefàno, il Presidente della Commissione Sviluppo Economico, dopo l’ultimo allarme del presidente della sezione Costruttori edili Ance di Confindustria Lecce, che ha nuovamente puntato l’indice sulla mancata applicazione, da parte degli enti pubblici, del prezzario regionale nella predisposizione dei bandi degli appalti. “Una prassi, questa – spiega Stefàno – che determina a catena una serie di conseguenze che si ripercuotono quasi sempre sulla qualità del lavoro finale e, spesso, sulla sicurezza dei cantieri. Nonostante, la legge regionale per la trasparenza amministrativa preveda che enti pubblici, controllati, vigilati e partecipati dalla Regione Puglia assumano quale parametro di riferimento il prezzario unico regionale”. “Proprio su questo tema e sui criteri di redazione dei bandi concernenti i lavori pubblici – prosegue il Presidente – ho presentato da tempo un ordine del giorno che non è ancora stato discusso dal Consiglio regionale. Chiedo, dunque, al presidente Pepe, di inserirlo nella prima seduta utile, al fine di consentire all’Assemblea di assumere posizione su un argomento così importante, chiamando il governo regionale all’impegno di mettere in campo ogni azione necessaria affinché nella predisposizione dei bandi di lavoro pubblici si applichi, senza se e senza ma, la Legge regionale sulla trasparenza amministrativa.” “Questo infatti – conclude Stefàno – costituirebbe una condizione di efficienza dell'azione amministrativa e al tempo stesso serietà delle offerte presentate dalle imprese. Di conseguenza si avrebbero appalti realmente sostenibili, effettiva concorrenza tra le imprese, senza che vengano penalizzate voci di spesa fondamentali tra cui quelle relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Aspetti non trascurabili, anzi fondamentali, per garantire occupazione regolare e contribuire seriamente a condizioni più durature per lo sviluppo del territorio”.
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