Il Papa Social: il nuovo libro di Agata Scarafilo

Nell’ultima pubblicazione di Idea Dinamica Editrice, la DSGA e giornalista pugliese ha tratteggiato la figura di comunicatore di Bergoglio partendo dal primo messaggio su Twitter fino al recente appello rivolto ai cronisti

Il pontificato di Papa Francesco, fin dal 13 marzo 2013, ha riservato una serie di sorprese, tanto da far pensare all’inizio di una rivoluzione nella Chiesa cattolica, partendo dalla comunicazione diventata social: Bergoglio è “Il Papa Social”.

La giornalista pugliese Agata Scarafilo, collaboratrice de La Gazzetta del Mezzogiorno e della rivista nazionale Scuola & Amministrazione, ma anche direttrice dei servizi generali e amministrativi del II Istituto comprensivo di Ceglie Messapica (Brindisi), nel libro dal titolo “Il Papa Social, ha tratteggiato e analizzato la figura di comunicatore del pontefice, partendo dal primo messaggio lanciato su Twitter, all’App per pregare con lui, fino ad arrivare al recente appello rivolto ai giornalisti.

Il volume, edito da Idea Dinamica, cooperativa di giornaliste e giornalisti con sede a Bari, finito di stampare a dicembre 2022 dalla tipografia Baldassare di Sant’Eramo in Colle (Bari), sarà disponibile tra pochi giorni nelle librerie pugliesi oppure tramite internet su Amazon e Salentolibri.it.

“Papa Francesco, con l’impegno di trasformare il mondo secondo il disegno di Dio, raccoglie la sfida delle nuove tecnologie di comunicazione divenute un’irrinunciabile componente della vita dell’uomo contemporaneo, e le inquadra in una visione morale ancorata alla fede cattolica e al rispetto della persona”, spiega l’autrice Agata Scarafilo. “Il Pontefice pone al centro del suo interesse, non i mezzi in sé e per sé, ma la potenzialità di strumenti adoperati per arrivare alle persone. Ed è la sua attenzione nei confronti delle persone a renderlo speciale”, sottolinea.

Fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile rivolgersi al Papa menzionandolo in un tweet o rispondendo a un tweet pubblicato da @pontifex tramite la funzione del reply. “È il Papa che cinguetta e interviene sui temi d’attualità e attribuisce valore a ogni forma di comunicazione necessaria per riscoprire ‘la gioia dell’annuncio’ e la bellezza dell’amore che guarda all’altro come fratello. Un messaggio che deve tornare a essere il centro della vita della Chiesa e di quella nuova umanità”, va avanti Scarafilo. “Dopo il lancio nel 2016 di Click To Pray, l’app che consente di pregare con il Papa, a ottobre del 2021 viene lanciata una nuova versione della piattaforma digitale chiamata Click To Pray 2.0 (Beta), applicazione ufficiale di preghiera del Papa, che aiuta a pregare per le sfide dell’umanità e della missione della Chiesa, e viene offerta come proposta di preghiera per il processo sinodale”, aggiunge.

“Bergoglio è sì il Papa dei media, ma è anche il Papa che esorta a non rinunciare e a non tener lontana la Parola di Dio e nella Santa Messa del 24 gennaio 2021, in occasione della II Domenica della Parola di Dio, invita a spegnere TV e cellulari e leggere il Vangelo”, aggiunge l’autrice.

È anche il pontefice che si rivolge ai giornalisti. “La vostra missione è di spiegare il mondo, di renderlo meno oscuro, di far sì che chi vi abita ne abbia meno paura e guardi gli altri con maggiore consapevolezza, e anche con più fiducia. È una missione non facile”, ricorda Scarafilo. “Una missione da svolgere ogni giorno”, conclude.

La prefazione del libro è stata affidata alla giornalista Marilù Mastrogiovanni, già presidente della giuria del World Press Freedom Prize Guillermo Cano di Unesco, il premio mondiale per la libertà di stampa che ogni anno viene assegnato a un/a giornalista che si distingue per l’impegno al servizio delle libertà di stampa e di espressione: “Con un lavoro meticoloso e attento, Agata Scarafilo ricostruisce anche storicamente il contesto ecomediale entro il quale matura la figura del Papa comunicatore, del Papa Social, con una ricchezza incredibile di analisi testuali basate su fonti giornalistiche e accademiche, sulle quali fonda la lettura dei fatti e
della comunicazione che, dei fatti, ne dà Bergoglio, attraverso i social network”, spiega. “Sicuramente uno strumento di divulgazione e conoscenza che potrà essere fruito in contesti i più disparati, dalle scuole alle università ai corsi di formazione professionale per i giornalisti”, prosegue Mastrogiovanni.

“Non a caso è con l’appello di Papa Francesco ai giornalisti che Agata Scarafilo sceglie di chiudere il suo lavoro: una lettura deontologica del mestiere più bello del mondo, un mestiere “al servizio” degli altri e per questo da intendersi, come dice il Santo Padre, come una ‘missione’”, conclude.

“Il volume di Agata Scarafilo vuole richiamare in uno sguardo unitario e sintetico – che non rinuncia però all’approfondimento analitico – il magistero che Papa Francesco dedica alla comunicazione e in particolare alla comunicazione digitale”, sottolinea il Nunzio apostolico in Zambia e in Malawi, Gianfranco Gallone. “Si tratta di un’attenzione che ha radici lontane, come la stessa autrice richiama, poiché essa affonda nella straordinaria capacità della comunità ecclesiale e dei Pontefici di accogliere con sensibilità e prontezza tutte le novità che la scienza e la tecnica hanno messo a disposizione della comunicazione umana: il cinema, la radio, la televisione, e poi i primi computer, fino a quella che oggi è la comunicazione digitale”, spiega. “L’autrice giustamente non manca di ricordare come gli insegnamenti del Papa su questi temi sono sempre attraversati anche da una lucida comprensione dei rischi che essi mettono davanti a tutti noi, e soprattutto alle generazioni dei giovani e dei giovanissimi”, aggiunge. “Il fenomeno dell’hate speech ne è la drammatica testimonianza. I cosiddetti “leoni da tastiera” mietono sempre più vittime, disseminando odio e contrapposizione nella comunicazione digitale, non di rado con esiti letali”, prosegue. “Questa problematicità dei nuovi fenomeni di comunicazione all’interno della digital age da un lato non deve farci dimenticare le enormi potenzialità e le straordinarie risorse che pure essi ci consentono, e dall’altro necessitano di un supplemento di
umanesimo, di una vigilanza che ci faccia restare protagonisti di questi nuovi fenomeni, lucidi soggetti di un discernimento in cui come esseri umani restiamo capaci di governare la tecnologia senza innescare processi che poi superino le nostre capacità di gestirli, finendo per essere noi gestiti da essi e in essi. Le riflessioni di Papa Francesco, nell’alveo del magistero della Chiesa sulla comunicazione sociale, restano uno straordinario contributo in questa direzione, e possiamo essere grati all’autrice di questo volume, che ha saputo raccoglierne sinteticamente la ricchezza, proponendola al lettore”, conclude Gallone.

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