Trauma sportivo e ritorno all’agonismo: parlano i protagonisti

Congresso Nazionale SIOT ospita campioni dello sport (da Buffon a Velasco) a margine di una tavola rotonda scientifica sulla gestione chirurgica dei traumi

Il ritorno all’attività agonistica dell’atleta professionista” è il titolo della tavola rotonda di oggi, 10 novembre (dalle ore 15 alle 16), alla quale parteciperanno Gianluigi Buffon (portiere della Juventus dei record e della Nazionale campione del mondo), Julio Velasco (Commissario Tecnico della Nazionale di volley maschile dal 1989 al 1996 che ha collezionato 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella World League); Sergio Parisse (capitano della Nazionale italiana di rugby dal 2008 al 2019, due volte campione d’Italia e una della Coppa Italia); Francesca Lollobrigida (pattinatrice di punta della Nazionale italiana, 16 volte campionessa del mondo in diverse specialità) e Michele Maffei (schermidore vincitore di 10 medaglie ai campionati del mondo, attualmente dirigente sportivo). Condurrà l’evento la giornalista di Sky Sport Federica Masolin.

La tavola rotonda medico-scientifica


Questo incontro coi protagonisti è preceduto da una tavola rotonda sui contenuti scientifici del trattamento dell’infortunio sportivo, affidati al presidente del congresso SIOT 2022, Prof. Paolo Adravanti, e al vice presidente Prof. Giuseppe Porcellini, entrambi grandi esperti di Traumatologia dello Sport. Il professor Adravanti è docente a contratto al Campus Biomedico di Roma, già presidente SIGASCOT (Società Italiana Ginocchio Artroscopia Sport Cartilagine Tecnologie Ortopediche), mentre il professor Porcellini, direttore della Scuola di Specialità in Ortopedia e Traumatologia UniMoRe (Modena e Reggio Emilia).


“La scelta della tavola rotonda è legata all’interesse che suscita il mondo dello sport professionistico”
, dice il professore Paolo Adravanti. Negli sport di contatto sono frequenti le lesioni menisco-legamentose, meniscali e cartilaginee, calcio in primis e poi pallacanestro, rugby. Sono sport che possono creare movimenti distorsivi rotazionali del ginocchio”, prosegue. “Una lesione multilegamentosa complessa, tipica degli sport ad alto impatto, come il football americano, potrebbe anche compromettere la carriera dell’atleta”.

Per la buona riuscita dell’intervento è necessario che il chirurgo si occupi di biomeccanica e che segua lo sportivo anche dopo, interagendo con il fisioterapista, il preparatore atletico e l’allenatore. Non è importante solo il ritorno allo sport, ma il return to prior performance, vale a dire al livello sportivo precedente al trauma”, sottolinea il professore Giuseppe Porcellini.

Guardando al passato, è cambiato l’approccio degli sportivi professionisti rispetto all’infortunio: “Oggi i professionisti mostrano agli ortopedici che li visitano le immagini della partita in cui è visibile il momento del trauma”, racconta. “In questo modo è possibile risalire a eventuali strutture lesionate. Succede con i calciatori, i giocatori di basket o volley, così come per i professionisti che partecipano alle gare del motomondiale”, conclude.

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