“Grazie per averci salvato senza viaggi della speranza”

A Taranto nulla è dato per scontato. Non lo sono le malattie, non lo sono le storie dei tanti sfortunati che hanno lottato o lottano contro un tumore, anche in giovanissima età.

Non è nemmeno scontato lasciare andare in pensione, nel silenzio generale, un medico che ha dedicato la propria esistenza alla sua professione di ematologo. Non è il primo e non sarà l’ultimo qualcuno dirà. Ma a Taranto c’è un sentire diverso rispetto a tante altre città nelle quali ‘il male del secolo’ viene accettato come inevitabile.

A Taranto quel male, con quella drammaticità, invece è evitabile, o meglio lo sarebbe, e questo tutti lo sanno, ma nessuno si prodiga per cambiare realmente le cose.

A chi abita a Taranto, così, non resta che vivere sperando di non ammalarsi e se malato sperando di sopravvivere grazie alle cure di qualche medico competente e di buon cuore, come Patrizio Mazza, Direttore generale della Struttura complessa di Ematologia dell’Ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto, che un gruppo di pazienti ha deciso di ringraziare.

In una lettera accorata viene ricordata la sua eroica dedizione nell’aver salvato tante vite umane. Per aver migliorato la vita di tanti e per aver strappato un sorriso nei momenti di sconforto.

Grazie Dottor Mazza.

I nostri saluti non possono che iniziare con l’espressione della nostra gratitudine nei Suoi confronti.

Anche noi pazienti, insieme alle nostre famiglie, desideriamo unirci al personale medico e sanitario per porgerLe i nostri saluti e, soprattutto, per ringraziarLa.

Senza il reparto di ematologia da Lei fondato, oltre alla malattia avremmo vissuto impensabili difficoltà per curarci, costretti a spostarci in altre città. Non tutti avrebbero potuto affrontare faticosi e costosi viaggi alla ricerca di una speranza per guarire. Speranza che, invece, Lei ha concesso a ognuno di noi, anche verso coloro che oggi non ci sono più. Perché la speranza è un dono importante che alimenta la vita, fino all’ultimo suo respiro. E noi vogliamo vivere, anche per coloro che ci hanno lasciato. Salvando anche una sola vita, Lei ne ha salvate sempre tante altre, perché siamo figlie e figli, madri e padri, nonne e nonni, amiche e amici di altre persone che amiamo e ci amano. Salvare anche una sola vita significa, quindi, perpetuare amore.

Grazie per la dedizione e la professionalità con le quali ha svolto il Suo lavoro, riconosciuto anche all’estero.

Grazie per aver dotato il reparto di ematologia di una équipe medica nella quale abbiamo trovato non solo preparazione e competenza ma, anche, umanità. Se pensiamo come la nostra malattia ci costringa a lunghi periodi di solitudine, lontani dalle persone a noi care, dalle nostre mogli, dai nostri mariti e dai nostri figli – lontananza aggravata dalla pandemia da Covid – l’intero personale medico, infermieristico, Oss e Ausiliario hanno rappresentato per noi una seconda famiglia, con la quale coltivare un’amicizia che riempie tutt’ora di affetto le nostre vite.

Grazie per l’impegno che ha dimostrato in relazione alla questione sanitaria e ambientale della nostra città, richiamando l’attenzione sulla percentuale di rischi in aumento verso la salute dell’intera popolazione tarantina. Impegno che, fin dal principio della Sua attività professionale, ha dimostrato essere preoccupazione e che possiamo considerare dal valore storico.

Grazie Dottor Mazza per la sua ironia. Non dimenticheremo quando, nei nostri letti di ospedale, veniva a trovarci e tentava di strapparci un sorriso con le Sue battute spiritose e divertenti.

Sappiamo quanto non sia facile spendersi per le persone che soffrono, che provano paura e smarrimento, persone che desiderano tornare a casa dalle proprie famiglie, alle quali la vita è stata sconvolta e, insieme ai propri cari, ne porterà per sempre i segni.

Eppure, nonostante la nostra grande sofferenza, noi siamo grati. Perché siamo vivi. E se siamo vivi è grazie a Lei. Così come Le sono grate le famiglie di quanti oggi non sono più con noi, insieme alle quali ha lottato e donato una speranza.

Un medico si adopera per quanto è tutto in suo potere. Il resto lo rimettiamo a Dio.

I pazienti e le famiglie della Struttura complessa di ematologia dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto

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