L’iniziativa della nonna del bambino salentino il 28 settembre, in occasione della prima udienza relativa alla separazione dei genitori: “Il piccolo mi ha detto che vuole morire e non è accettabile. Devo salvare mio nipote, strappato alla sua mamma, alla scuola e agli amici”
di Stefania De Cristofaro
LECCE – “Devo salvare mio nipote: è stato strappato alla sua sua mamma, alla scuola, agli amici e alla sua città”. Continua la battaglia della nonna di Christian, il bambino di 7 anni della provincia di Lecce, rimasto impigliato nelle maglie della giustizia dopo la separazione dei genitori: la donna ha organizzato un sit-in il prossimo 28 settembre, alle 12,30, davanti al Tribunale di Lecce in segno di protesta, in coincidenza con l’udienza di primo grado relativa alla separazione dei genitori, avviata nel 2016.
La mamma è residente a Roma, dov’è nato il bambino e dove ha iniziato a frequentare le scuole, mentre il papà è della provincia di Lecce ed è nel Salento che il piccolo sta proseguendo le elementari, dopo essere stato collocato dal padre.
“Il bambino è stato collocato dal papà ed è stato uno sradicamento con conseguenze drammatiche dal punto di vista fisico e psicologico. È una triste storia e non è l’unica nell’applicazione della Legge 54 sulla bigenitorialità”, dice la donna. “Io andrò avanti, senza timori, perché nella giustizia voglio ancora crederci e devo salvare mio nipote”, prosegue.
“Il bambino ha raccontato a me e alla maestra di italiano che vuole morire, perché questa vita gli fa schifo. Non può essere consentito a nessuno di portare un bambino di 7 anni a dire queste cose. Quanto dolore, quanta impotenza davanti all’assenza delle istituzioni, tutte al corrente dei fatti, tutte coinvolte e colpevoli di tanto dolore inferto a un minore”, va avanti.
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