Storia di Christian e di una legge incapace di tutelarlo

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Manuela, la nonna di Christian

Cara Marilù,

ti scrivo per raccontarti la mia storia o meglio, la terribile storia di mio nipote Christian.

Nella provincia di Lecce, in soli 6 mesi del 2019, i Tribunali di Lecce, nella scellerata applicazione della folle Legge 54 sulla bigenitorialità, hanno strappato dalla mamma ben 3 bambini, con probabili danni incalcolabili sulla salute mentale…per sempre.

Christian è uno di quei 3, degli altri 2 anche grazie a te, conosciamo già le tristi storie.

Mio nipote è stato strappato dalla sua mamma e da quello che era stato per ben 6 anni della sua vita, TUTTO IL SUO MONDO: la sua casa, i suoi amichetti, la sua scuola, gli affetti più cari, Roma, la sua città.

È stato collocato presso un padre assente per 6 anni, che non c’è in nessuna foto dei suoi compleanni, che non è mai stato presente ad una sua recita. Un padre che ha sempre espresso le sue problematiche lavorative, le sue difficoltà economiche per i viaggi Lecce Roma. Un padre che per punire la moglie, in una modalità chiaramente tipica della violenza di genere, tenta prima l’arma della CTU, oggi quella del privarla sempre più spesso del diritto di visita!!

E il Tribunale di Lecce dispone la CTU. Da li un calvario senza fine.

Mia figlia ha passato mesi terribili, è stata messa sotto esame da un perito chiaramente sindacabile, costretta a dimostrare tutto e di più del suo essere mamma, quando bastava guardare la luminosità negli occhi di Christian, per spiegare lei quale persona e mamma fosse stata.

Con un giudizio finale ingiusto, perché non supportato da elementi oggettivi né gravi, la CTU suggerisce/dispone il collocamento presso il padre!!!

Ma il Magistrato ha fatto di più, ne ha decretata l’urgenza, SENZA MAI MOTIVARLA!! Lo spostamento del bambino è avvenuto nel modo più violento possibile (solo qualche giorno), senza dar modo a Christian di sapere cosa stesse succedendo della sua vita. Il bambino apprende a scuola che non fa parte più della classe, non è presente nell’elenco degli alunni perché è stato spostato a Lecce, in altra scuola. Il bambino, allegro, solare sereno, molto più maturo della sua età, ci raccontano le insegnanti, quel giorno subì uno schock nell’apprendere la notizia: solo silenzio, sguardo assente e una frase ripetuta più volte “io non voglio andare, quella (riferito alla compagna del padre) non sarà mai mia mamma”. E di quello spostamento di scuola, neanche la madre aveva avuto notizia alcuna.

Quello fu solo il primo dei tanti traumi che Christian da allora si è trovato a subire, senza nessun aiuto , senza percorsi psicologici di sostegno. NESSUNO HA MAI PERNSATO ALLA SUA SALUTE!! Dov’è il supremo interesse del minore? Si è pensato solo all’interesse di uno dei genitori.

Alla sua ripetuta domanda “Ma perché devo andare? Io non voglio!”, nessuno di noi ha mai potuto dare risposta.

Ora basta, questa situazione non è più sostenibile, Christian deve essere immediatamente ricollocato a Roma, presso la madre, come lui a soli 5 anni e mezzo, ha espresso a chiare lettere, durante il colloquio con la CTU, nonostante le pressioni della stessa.

Durante la CTU non sono state valutate le DISASTROSE conseguenze che lo spostamento avrebbe potuto avere. Nessuna indagine psicologica è stata fatta per considerare idoneo o inidoneo un genitore, quale potesse essere in grado di prendersi cura del bambino sia dal punto di vista fisico che psicologico.

E DI QUESTO, IL PADRE HA CONFERMATO DI NON ESSERNE CAPACE.

A gennaio 2020 avviene il cambio del collocamento, e già solo ad aprile i primi segni del malessere di Christian.

Il bambino presente lividi, autoprocurati, che fanno esprimere ad una neuropsichiatra infantile, “disturbi del comportamento”.

Una visita cardiologica rileva la presenza di aritmie che, considerata la giovane età del bambino, sono riconducibili a forti stati ansiosi.

Poi si ripresentano a Christian intolleranze alimentari di cui il bambino a periodi soffre e di cui la mamma se ne è sempre presa cura. Ma il papà non si accorge di nulla nonostante i chiari sintomi che il bambino esprime, fino a quando, a Roma, dolorante, dimagrito, emaciato , la mamma lo porta a fare gli esami sulle intolleranze, che danno esito positivo. Il bambino ha paura a confrontarsi col padre e non gli ha mai riportato questi disturbi avuti anche a scuola. Ma il padre non lo osserva abbastanza da portarlo da un pediatra che dichiara, interpellato, di non vedere il bambino da più di sei mesi!!!!

Poi il rendimento scolastico di Christian, durante l’ultimo anno scolastico, peggiora. Il bambino scrive  male ed allora riferisce alla maestra  (e successivamente a me, la nonna) che non ci vede (E NON LO DICE  AL PADRE!!). La maestra si limita a  metterlo al primo banco.

Avvisato di ciò, il padre porta Christian a fare una visita oculistica da cui si rileva miopia e necessità di occhiali.

Gravissimo è quanto successo negli ultimi giorni!!!

Il bambino frequenta da anni (a Roma, assiduamente e con ottimi risultati), il percorso di riabilitazione logopedica, per i disturbi di linguaggio già presenti in tenera età.

La scuola che segue il bambino, pochi giorni fa espelle Christian dal percorso di logopedia a causa di assenze che rendono inefficace il percorso stesso. La mamma si era accorta dei peggioramenti del bambino, e aveva espresso le sue preoccupazioni alla scuola di logopedia ed anche alle insegnanti, chiedendo più attenzione alle condizioni di Christian!!

Ma Christian è collocato presso un padre assente, privo DI ALCUNA CAPACITA’ GENITORIALE!!!

Il padre ha prospettato alla CTU la famiglia felice in cui crescere Christian, ma solo dopo un anno la sua relazione è finita, lui e Christian sono stati letteralmente cacciati fuori casa con le valige e poco più. Ora sono collocati presso la mamma paterna, in campagna, nel nulla. Christian da quando è a Lecce non frequenta bambini, vive di videogiochi, si sta isolando dal mondo da cui sembra sempre più dissociato. Passa le sue giornate di vacanza isolato dal mondo, con l’anziana nonna, ad accarezzare il gatto, a portare il cane al guinzaglio dentro casa, ad annaffiare piante, al massimo a seguire il padre sul posto di lavoro.

Christian ha cambiato carattere, si è chiuso, si è isolato da questo mondo nel quale non vuole più essere. Ha raccontato a me, la nonna ed alla maestra di italiano, che vuole morire, perché questa vita gli fa schifo. NON PUO’ ESSERE CONSENTITO A NESSUNO DI PORTARE UN BAMBINO DI SOLI 7 ANNI A DIRE QUESTO!!!! Quanto dolore, quanta impotenza davanti all’assenza delle Istituzioni tutte, perché tutte al corrente dei fatti, tutte coinvolte e colpevoli di tanto dolore inferto ad un minore!!!

L’assistente sociale di Roma ha scritto che Christian non esprime a Lecce il suo disagio (HA PAURA DEL PADRE!!!), ma a Roma grida a gran voce che è qui che vuole stare, che vuole tornare dalla sua mamma. L’assistente sociale conclude affermando “Quanto tempo potrà ancora Christian fare questo enorme lavoro psicologico su sé stesso?”.

Allora, a nulla sono valse le innumerevoli Istanze, missive, lettere inviate al Magistrato del Tribunale di Lecce, in cui si evidenziavano i gravi fatti, si chiedeva di chiamare a riferire la CTU, le assistenti Sociali, si chiedeva l’ascolto del minore!!! Si chiedeva di modificare quel Provvedimento Giudiziale che per quasi 2 anni impedisce alla mamma di esercitare il diritto di visita!!

A nulla è servito far presente ciò che accadeva e che di estremamente grave sta accadendo ai danni di Christian, a quegli Assistenti Sociali di San Cesareo di Lecce a cui il Magistrato sin dall’inizio si è rivolto per effettuare un monitoraggio della situazione, ma che sono state denunciate in quanto, come altri in questa vicenda, il loro lavoro/non lavoro, ha provocato solo danni.

A nulla sono serviti pareri di illustri professionisti che hanno tutti sottolineato le gravi potenzialità di traumaticità in Christian, che tale strappo dalla madre avrebbe senz’altro provocato.

E allora, quando LA SCIENZA non la psicologia, ci dice che “un bambino che subisce il trauma del distacco dalla madre, conoscerà gli eventi, addebiterà al padre e alle Istituzioni la colpa di tutto, avrà una probabilità di morte per suicidio 4 volte più alta dei suoi coetanei che non hanno subito il trauma del distacco forzato dalla madre, è a rischio di depressione, di bassa autostima, sarà maggiormente esposto a comportamenti a rischio sociale come uso di droghe e abuso di alcool …. Tutto questo lo dice la scienza!” – Dal Trattato Scientifico M.P. –

Ma il Magistrato che da tempo segue la storia di Christian, e gli altri Magistrati “TUTTI” mi chiedo: sono a conoscenza di questi studi che ormai fanno parte della Letteratura scientifica?”

Christian va aiutato. Deve tornare a ridere, a giocare con gli amichetti, deve tornare subito a casa, dalla sua mamma!!

CHRISTIAN DEVE TORNARE A VIVERE!!!!

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