di Marilù Mastrogiovanni
Il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere manipola i suoi stessi dati e spara fake news nei titoli e nelle meme social.
Il sondaggio è pubblico, quindi tutti potete verificare.
Sono andata a spulciare i dati perché la notizia che ha dato il Corriere e che sta girando è che “il 62% degli italiani cioè due italiani su tre, preferiscono una donna al Quirinale”.
Che meraviglia, mi sono detta! Sarà la vota buona? Quindi ho verificato.
Questa notizia è accostata ad un’altra, anch’essa risultato del sondaggio Ipsos: “Draghi è il preferito, al secondo posto Cartabia”.
Che, sommata alla prima, dovrebbe dare come risultato che gli italiani vogliono Cartabia al Quirinale.
Invece manco per niente.
E’ tutto il contrario.
Il sondaggio di Pagnoncelli (Ipsos) ha dato una serie di nomi e ha chiesto di esprimere la preferenza.
E’ vero che il più quotato è Draghi e al secondo posto c’è Cartabia, ma parliamo rispettivamente del 18% e del 12%.
La maggioranza degli intervistati, cioè il 42% non vuole nessuno dei nomi proposti.
Attenzione: i nomi proposti sono: Mario Draghi, Marta Cartabia, Paolo Gentiloni, Silvio Berlusconi, Elisabetta Casellati, Pierferdinando Casini, Letizia Moratti, Giuliano Amato.
Cioè hanno proposto come rosa tra cui scegliere: cinque politici di centro destra (Draghi, Cartabia, Berlusconi, Casellati, Moratti) due di centro sinistra (Gentiloni, Amato), un cambiatore di casacca (Casini).
Gli italiani dovevano scegliere tra questi.
Hanno proposto tre esponenti politiche conservatrici, e basta.
La mia conclusione è che il 42% degli italiani non vuole Draghi, né Cartabia. Questo sarebbe stato il mio titolo.
La conclusione di Pagnoncelli e del Corriere invece è che gli italiani vogliono prima Draghi poi al secondo posto Cartabia.
E siccome il 62% degli italiani vuole una donna al Quirinale (unico dato nudo e crudo dato per quello che è), hanno indotto i lettori a creare che la maggior parte degli italiani vuole Cartabia al Quirinale.
Ma è una fregnaccia. Questo tipo di fregnacce, nella psicologia sociale e nelle teorie delle comunicazioni di massa si chiamano “bias cognitivo”, un fraintendimento, una specie di convincimento ottuso: hanno cioè indotto i lettori ad una distorsione nella valutazione dei fatti e dei dati.
Il bias cognitivo (distorsione, fraintendimento) è una specie di sillogismo che, come sappiamo fin dal liceo (ce l’ha insegnato Aristotele), è di per sé una struttura logica fallace.
Col sillogismo puoi dimostrare tutto e il contrario di tutto.
Commentando i loro stessi dati in questa maniera, hanno creato la notizia che la maggior parte degli italiani vorrebbe Draghi oppure Cartabia.
Sia ben inteso: a me Cartabia come presidente della Repubblica va benissimo e magari lo diventasse! Ma non è questo il punto.
Il punto è che hanno chiesto di scegliere tra una rosa di nomi in maggioranza di destra e non hanno inserito neanche una donna di centro sinistra o di area progressista.
Se è vero, ed è vero, che il 62% delle italiane e degli italiani vorrebbe una donna al Quirinale, perché non hanno chiesto di scegliere tra Rosi Bindi, Emma Bonino, Liliana Segre (solo per esempio)?
Per Rosi Bindi al Quirinale “Libera contro le mafie” con Nando Dalla Chiesa e altri, hanno lanciato una petizione che ha raccolto già 10mila firme in quattro giorni.
Ma Rosi Bindi non è nella rosa dei nomi del sondaggio Ipsos, che sembra proprio fatto per orientare i decisori, per buttare nell’insaltiera (l’urna per le elezioni presidenziali) un carico da novanta, nientepopodimenoche “quello che vogliono gli italiani”.
Dacia Maraini ha affermato in un’intervista ad Ansa che in Italia esiste ancora un tabù sulle donne come rappresentanti di una comunità. Il tabù, secondo me, diventa granitico quando una donna rappresenta non solo una comunità ma anche una cultura, anti-patriarcale, in cui quella comunità si riconosce. Una comunità fatta di uomini e donne che provano a destrutturare quel sistema, predominante, di valori maschili e maschilisti che relegano la donna ad un ruolo tradizionale, anche quando apparentemente, consentendole di emergere, ne affermano la leadership. E’ un tabù talmente tanto radicato che il principale giornale italiano, conservatore, propone un sondaggio in cui le donne progressiste sono rimosse, rese invisibili.
E fa ricadere la scelta tra uomini e donne che condividono lo stesso sistema valoriale, conservatore e patriarcale: penso soprattutto a Moratti e Casellati, elette col cognome dell’ex marito. Il loro vero nome è rispettivamente Brichetto Arnaboldi e Alberti.
Davvero un brutto sondaggio e una brutta e sporca operazione che fa passare per la voce degli italiani quella che è solo la voce del padrone.

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Marilù Mastrogiovanni
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