Puglia devastata da incendi, indagini su roghi dolosi e petizione per salvare ulivi

Diverse le informative di reato trasmesse alle procure, dal Gargano al Salento. Ieri in provincia di Lecce un 42enne è stato arrestato subito dopo aver dato fuoco a sterpaglie in un terreno. La regione Puglia, fra le più a rischio, ha approvato la proposta di legge per l’applicazione pianificata del fuoco. Intanto prosegue la raccolta firme on line per chiedere un manifesto della terra: piano straordinario di rigenerazione ecologica. Superata quota 35mila, hanno aderito 61 tra associazioni e cooperative

di Stefania De Cristofaro

LECCE – Come nel girone dantesco dell’inferno. Fiamme dappertutto. La Puglia brucia, dal Gargano al Salento, passando per la Murgia barese: in fiamme boschi, pinete, macchia mediterranea e ulivi. Il sospetto è che ci sia la mano dell’uomo, di chi dovrebbe essere custode geloso del paesaggio che è sinonimo di storia e cultura, patrimonio di tutti, base per l’agricoltura e motivo di turismo. Incendi di natura dolosa o colposa? C’è davvero una volontà speculativa?

LE INDAGINI DELLE PROCURE PUGLIESI E L’ARRESTO DI UN 42ENNE IN FLAGRANZA DI REATO

Le procure pugliesi sono al lavoro per dare un nome e un volto ai responsabili degli incendi che stanno mettendo a dura prova i vigili del fuoco e i volontari della protezione civile. Se fino ad ora le fiamme sono state circoscritte tempestivamente, scongiurando il rischio di conseguenze ancora più gravi, è merito loro, delle squadre pronte a intervenire giorno e notte. Ci sono una serie di informative di reato contro ignoti.

Solo in un caso c’è stato un arresto in flagranza di reato: è successo a Taurisano, in provincia di Lecce, ieri, 4 agosto: un uomo di 42enne di Tricase (Lecce) è stato fermato all’alba dai carabinieri, mentre percorreva in bicicletta la strada provinciale 176, perché ritenuto responsabile del rogo che oltre a incendiare sterpaglie ha distrutto anche diversi alberi di ulivo. In tasca aveva un accendino. E’ finito ai domiciliari con l’accusa di danneggiamento seguito da incendio.

PUGLIA TRA LE REGIONI A RISCHIO: I DATI LEGAMBIENTE E L’AUDIZIONE DEL MINISTRO CINGOLANI

 La conferma che la Puglia sia una delle regioni a rischio incendi è arrivata oggi dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenuto alla Camera dei deputati, per far il punto sugli incendi divampati nelle ultime settimane in diverse zone del Paese. In Sicilia e in Abruzzo, i roghi sono stati di dimensioni tali da rendere necessarie operazioni sgombero di palazzine e lidi balneari vicini alle aree distrutte dalle fiamme.

Il 55 per cento degli incendi, colposi e dolosi, è concentrato in quattro regioni: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia”, ha detto il ministro. Facendo riferimento ai dati elaborati da Legambiente nel 2020, Cingolani ha snocciolato alcuni numeri che danno il senso della gravità dei roghi: “Gli incendi dolosi e colposi sono stati 4.233 e hanno toccato 62.260 ettari”, ha detto. “Nel 2020 sono state denunciate 552 e 18 sono state arrestate, mentre 79 sono stati i sequestri”.

“Quello che è preoccupante – ha sottolineato il ministro – è la variazione rispetto al 2019: i reati sono aumentati dell’8 per cento e la superficie bruciata è aumentata del 18 per cento, un quinto in più”.

Su scala nazionale, stando a quei dati, la situazione è la seguente: “Oltre il 70 per cento degli incendi in Italia è responsabilità nostra”, ha detto Cingolani. “Il 57,4 per cento è doloso, il 13,7 per cento è non intenzionale ,cioè colposo. Sommando i dati, quindi,siamo al 72 per cento”.

Meno del 2 per cento è di origine naturale, per esempio in seguito a un fulmine o a un pezzo di vetro che focalizza la luce solare”, ha precisato Cingolani. “Il 4,4 per cento degli incendi è considerato indeterminato e il 22 per cento non classificabile”. In questo ultimo caso, non è possibile sapere se ci sia stato l’innesco.

GLI INTERVENTI GIORNALIERI DEI VIGILI DEL FUOCO TRA BRINDISI E LECCE

Dietro ogni incendio avvenuto nel Brindisino a partire dal 15 giugno, c’è quasi sempre un’azione dolosa”, conferma il comandante dei vigili del fuoco di Brindisi, Giulio Capuano, guardando agli interventi eseguiti tra il capoluogo e i comuni della provincia, a partire dall’inizio della stagione antincendio. Alla stessa conclusione arriva il comandante dei vigili del fuoco di Lecce, Antonio Panaro: “Quasi il 90 per cento degli incendi che abbiamo spento è di origine dolosa o colposa”, dice. “E’ poi la magistratura a stabilire se ci siano responsabilità dirette di qualcuno. Certo è che risulta ancora molto diffuso il vecchio retaggio di dar fuoco alle sterpaglie per pulire i terreni”, conclude Panaro.

“Chi appicca il fuoco per bruciare le sterpaglie rischia la vita, oltre a causare danni incalcolabili all’ambiente, e rischia l’arresto in flagranza di reato”, sottolinea il comandante di Brindisi. “Purtroppo solo nell’8-10 per cento dei casi si riesce a individuare i responsabili, mentre per il resto le nostre segnalazioni all’autorità giudiziaria sono contro ignoti”, prosegue Capuano.

“Non va neppure dimenticato che a volte la causa può essere accidentale”, aggiunge. “Mi riferisco ai casi di roghi divampati dopo una sigaretta lanciata dall’auto. L’invito è al senso civico”, conclude Capuano. 

LA PETIZIONE ON LINE PER CHIEDERE ALLE ISTITUZIONI UN MANIFESTO DELLA TERRA

Il senso civico in Puglia si fa sentire. C’è e batte forte. Ed è alla base dell’iniziativa lanciata on line al motto “Salviamo gli ulivi del Salento”: è una raccolta di firme lanciata su Facebook . In poche settimane ha superato quota 35mila, a fronte dell’obiettivo di 50mila, per chiedere a gran voce alle istituzioni azioni concrete per la difesa del paesaggio.

“Proprio oggi ho spedito una Pec a 100 destinatari, a partire dal governatore della Puglia, Michele Emiliano, sino ad arrivare ai sindaci pugliesi, per chiedere di attivare un tavolo tecnico allo scopo di definire un piano di ricostruzione ecologica del paesaggio pugliese e del salento in particolare, un vero e proprio manifesto della terra”, spiega la coordinatrice della petizione, Chiara Idrusa Scrimieri, regista, screenplayer e visual artist. “Chiediamo anche una maggiore dotazione di personale perché sappiamo bene quante chiamate di interventi ricevono i vigili del fuoco ogni giorno”, sottolinea.

“Le azioni da compiere devono essere concepite in una duplice direzione: prevenzione, anche attraverso una campagna che spieghi e dia sostegno ai privati che sono proprietari di fondi, cosa devono fare per la manutenzione delle terre; quindi ricostruzione. In entrambi i casi, attraverso il coinvolgimento della società civile”, va avanti.

“Noi ci stiamo già muovendo e abbiamo raccolto l‘adesione di 61 realtà, tra associazioni e cooperative, tutte unite nell’impegno nella diffusione di buone pratiche per tutelare il paesaggio. A metà agosto, con i gruppi di lavoro, inizieremo a mettere per iscritti alcuni suggerimenti pratici per prevenire gli incendi e tutelare la nostra terra. Vogliamo fare in fretta perché, per quanto ci risulta, per i terreni agricoli non esiste un vincolo dopo l’incendio e questo alimenta le nostre preoccupazioni su operazioni speculative”.

LE 61 ASSOCIAZIONI CHE HANNO ADERITO ALLA PETIZIONE ON LINE

Queste le associazioni che hanno già aderito: Rete Salento Km0, Radici Urbane, XFARM, WWF Salento, Casa delle Agricolture Tullia e Gino, LUNA Laboratorio rurale, CRAS Calimera, Coppula Tisa, Mobius Circle APS, Nativa APS, APS Ciàula, APS Misticanza, Salento Bici Tour, Manu manu riforesta, Camera a Sud, Emys, Metoxé, Cantiere civico Tricase, Clean Up, Nardò Bene Comune, Salento Rinasce, Zeromeccanico Teatro, Progetto Civitas, Human First, Cooperativa sociale agricola Alba, Associazione FuoriFase, Associazione Prossima Lecce, OfficinaVisioni, Società italiana protezione beni culturali sez. Regione Puglia (onlus), Sud Sud Commercio Equo e Solidale, Verdesalis, Legambiente Gallipoli, AIAB Puglia, Oltre Mercato Salento Aps, Legamjonici, Fucina Salentina, APS Giornaliste del Mediterraneo – Mediterranean women Journalists, Idea dinamica, Il Tacco d’Italia, Scuola e Amministrazione, Europe4future, ISDE, Janub, Il Giardino sotto il naso.

Per aderire come associazioni è sufficiente mandare una mail a salviamogliuli[email protected] con l’anagrafica dell’associazione.

LA REGIONE PUGLIA E L’APPLICAZIONE PIANIFICATA DEL FUOCO PRESCRITTO

La regione Puglia, intanto, si sta muovendo sul fronte legislativo e lo scorso 27 luglio ha approvato la proposta per “l’applicazione pianificata del fuoco prescritto”. Gli incendi saranno programmati durante la stagione estiva attraverso l’autorizzazione di roghi solo in caso di necessità, dietro presentazione di un progetto.

Per fuoco prescritto, stando a quanto si legge nel testo, si intende la “tecnica di applicazione esperta, consapevole e autorizzata del fuoco per conseguire obiettivi integrati della pianificazione territoriale”. L’applicazione del fuoco dovrà essere autorizzata dalla regione, sulla base di un piano presentato da un professionista iscritto all’albo dei dottori agronomi e forestali o dei periti agrari e avverrà, quindi, in condizioni di sicurezza in particelle limitate che rientrano in aree strategiche da individuare e a determinate condizioni mete.

Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della norma, la giunta regionale approverà le linee guida.

Nel frattempo, c’è stato un incontro tra l’assessore pugliese all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. “Abbiamo il dovere di restituire alla Puglia, e in particolare al Salento, una visione di ripresa e di rinascita, presidiando il territorio con un controllo attento e salvaguardandolo da possibili idee speculative”, ha detto Maraschio.

“Il problema non è legato esclusivamente all’agricoltura, ma ha investito appieno l’ambiente e il paesaggio di un’intera provincia. Siamo di fronte a un’emergenza che alimenta la desertificazione e peggiora la qualità dell’aria e che taglia le gambe alle attività produttive e compromette il turismo”.

I roghi continuano e i social continuano a essere testimoni delle ferite inferte alla terra.

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