Diario Africano/5

di Marilù Mastrogiovanni

Questo non sarebbe potuto accadere in Namibia, al 24 esimo posto della classifica mondiale di Reporters senza frontiere per la libertà d’espressione, mentre l’Italia è al 41esimo, anche a causa della lottizzazione del servizio pubblico da parte dei partiti. Ma per fortuna la libertà d’espressione garantita dall’articolo 21 della Costituzione italiana, è quella cosa che ti consente di dire liberamente quello che pensi, sul servizio pubblico, la Rai, in prima serata, con la massima audience, con soldi pubblici, nell’evento più denso di significati simbolici degli ultimi anni, nonostante chi occasionalmente amministri tale servizio sia mosso da logiche piccole piccole di spartizioni e appartenenze.

La libertà d’espressione, garantita dal servizio pubblico, la Rai, è quella cosa che garantisce la tua libertà di pensiero mentre affermi che abbiano provato a negartela. Perché ci sarà sempre una vicedirettorucola (che si appella vicedirettore e già questo la dice lunga) che proverà a toglierti la parola o a limare gli spigoli di concetti scolpiti nella tua mente, che prendono forma in parole pulite e chiare.

Ma i principi volano più in alto delle persone che li rappresentano. Bravissimo Fedez ad aver tenuto il punto. Tutto il resto (incluso il mantra fuori contesto sulla improrogabile riforma Rai, che nessuno vuole fare) è noia. Perché i giornalisti Rai non iniziano a fare lo sciopero della fame per imporre la riforma? Perché aspettano che sia un rapper (bravo eh!) a smascherare l’ipocrisia? Forse perché da decenni i giornalisti Rai sono piazzati lì dalla politica? La verità è che la riforma Rai non la vuole nessuno e la chiedono pro forma dopo essersi seduti tutti sulle loro comode poltrone lottizzate.

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Marilù Mastrogiovanni

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