ArcelorMittal avrà più tempo per ottemperare alla copertura dei nastri trasportatori. Questa la decisione del Tar del Lazio che accoglie di fatto le istanze dell’azienda cui raccomanda comunque di effettuare gli interventi “con la massima celerità”. Eppure tra la prima richiesta di proroga e il termine che le era stato concesso ArcelorMittal ha già goduto di un margine di tempo elevato. L’attesa continua.
Di Daniela Spera
Taranto – Il Tar Lazio ha accolto il ricorso di ArcelorMittal, concedendo più tempo per la copertura dei nastri trasportatori dello stabilimento siderurgico. Il termine del 30 aprile 2021, considerato dal Ministero dell’Ambiente restrittivo, ma che in realtà rappresentava ulteriore proroga rispetto ai tempi previsti dal più recente piano ambientale (termine del 30 settembre 2020 con decreto 115 del 29 maggio 2020), era stato stabilito con decreto del 29 settembre 2020, successivamente impugnato dalla società siderurgica.
Con una nuova ordinanza, la sezione seconda bis del Tar Lazio -presidente Elena Stanizzi, relatore Salvatore Gatto Costantino – ha infatti accolto le istanze del ricorrente. Oggetto del ricorso erano gli adempimenti di interventi di chiusura dei nastri trasportatori, per i quali l’azienda chiedeva invece una proroga. Il Tar ha accolto le richieste di ArcelorMittal imponendo, però, che la realizzazione degli interventi di copertura dei nastri proceda “con la massima celerità”.
Il Tar Lazio, sulla base degli atti prodotti da ArcelorMittal il 19 aprile scorso, ha riconosciuto “l’esistenza di impedimenti nelle forniture e nella esecuzione dei lavori che inducono a ritenere che il rispetto del termine del 30 aprile 2021 sia attualmente irrealistico”.
Per i giudici amministrativi, “la ritenuta possibilità di rispetto del termine del 30 aprile 2021 viene affermata dal decreto senza evidente supporto istruttorio – e senza che lo stesso sia stato meglio specificato nelle difese dell’Amministrazione in sede di giudizio – soltanto sulla base della “minore complessità” delle operazioni e dalla accelerazione degli stessi rispetto al cronoprogramma”. “Elementi questi – dice ancora il Tar Lazio – che però disattendono – immotivatamente – il ben diverso quadro operativo che è stato sancito nelle conferenze di servizio”.
Secondo i giudici “il mantenimento degli effetti del decreto, quanto al termine del 30 aprile 2021, non assicura l’effetto sostanziale di completamento della copertura dei nastri entro il medesimo lasso di tempo, né quello di accelerarne l’esito rispetto alla tempistica del cronoprogramma della conferenza dei servizi”.
Non solo. Per i giudici “deve ritenersi sussistente il grave rischio che, per le modalità e la tempistica della sua previsione, la prescrizione di cui si discute, alterando il programma operativo in corso, pregiudichi essa stessa l’accelerazione dei tempi già in atto rispetto al cronoprogramma, con il paradosso che il decreto impugnato finirebbe per il realizzare quel nocumento che voleva prevenire”.
E’ opportuno specificare che ArcelorMittal aveva chiesto una proroga del termine del 31 maggio 2020 (termine comunque differito di 4 mesi) al 31 luglio 2021 per l’attuazione della prescrizione n. 6 ‘’Chiusura nastri trasportatori’’ del Dpcm del 29 settembre 2017, e che il Ministero dell’Ambiente aveva comunque concesso la proroga ma al 30 aprile 2021, termine poi confermato nel DEC-MIN-112 del 26 marzo 2021 dal Ministero della Transizione Ecologica.
Nonostante l’ampio margine di tempo intercorrente tra la prima richiesta di proroga e il termine poi concesso, Arcelor Mittal ha impugnato il provvedimento, ottenendo dal Tar Lazio “la sospensione degli effetti del decreto impugnato limitatamente alla prescrizione in esame, fermo restando l’obbligo per parte ricorrente di assicurare, nelle more, ogni sforzo per completare i lavori di copertura nel più breve tempo esigibile secondo diligenza e buona fede, comunque non oltre i termini e con le modalità fissate nella conferenza dei servizi del 16 dicembre 2020”. Per la trattazione di merito del ricorso il 16 giugno 2021 è attesa l’udienza pubblica.
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