Brindisi, sindaco Rossi indagato per minacce all’ex dirigente al Bilancio

Notificato l’avviso di conclusione a firma del pm Pierpaolo Montinaro: “Ripetuta prospettazione di licenziamento o trasferimento di Simone Simeone se non avesse dato parere favorevole”. Il primo cittadino: “Vicenda paradossale, chiederò di essere ascoltato”

di Stefania De Cristofaro

BRINDISI – Non già semplici diversità di vedute tra il sindaco di Brindisi e l’ex dirigente del settore Servizi Finanziari. Non per la procura di Brindisi che contesta al primo cittadino, Riccardo Rossi, di aver minacciato il funzionario Simone Simeone, nel frattempo approdato a Taranto per ricoprire l’incarico di direttore generale della Provincia, per costringerlo a dare parere favorevole allo schema di bilancio.

L’AVVISO DI CONCLUSIONE DELLE INDAGINI NOTIFICATO DALLA DIGOS

Sabato scorso, gli agenti della Digos hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini al sindaco Rossi, firmato dal sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro. Rossi, quindi, risulta formalmente indagato, non avendo in precedenza avuto notizia dell’avvio delle indagini sul caso “bilancio”. E ha già fatto sapere di voler esser ascoltato dal pm: “La vicenda è paradossale”, sostiene.

Le decisioni del pubblico ministero non si conosceranno se non dopo che saranno trascorsi i 20 giorni, tempo riconosciuto all’indagato per presentare oltre che richiesta di interrogatorio, memorie o documenti. Certamente, Rossi procederà alla nomina di un difensore di fiducia, dal momento che risulta essere assistito da un avvocato d’ufficio, il penalista Gianmarco Lombardi del foro di Brindisi.

L’IPOTESI DI REATO CONTESTATA: MINACCE ALL’EX DIRIGENTE

Per il pubblico ministero, gli elementi fin qui raccolti, sono tali da contestare l’ipotesi di minaccia “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, nei confronti di Simone Simeone, pubblico ufficiale in qualità di funzionario responsabile dei Servizi finanziari presso il comune di Brindisi”.

La minaccia, secondo l’accusa, è “consistita nella ripetuta prospettazione di un licenziamento o di trasferimento di Simone a un altro ufficio, qualora non avesse assecondato le richieste di Rossi, al fine ci costringere Simeone a emettere un parere favorevole allo schema di previsione del bilancio 2020-2022”. Parere favorevole che il pm qualifica come “atto contrario ai propri doveri d’ufficio, in quanto il contributo Ager (agenzia regionale per i rifiuti, ndr) di un milione di euro, che il sindaco chiedeva di inserire, non era esistente, in quanto privo di documento di supporto”.

La condotta contestata, come si legge nell’avviso di conclusione, risulta “in contrasto con l’articolo 49 e con l’articolo 153 del testo unico degli enti locali”. Il primo prevede che su ogni proposta sottoposta alla giunta e al consiglio che non sia mero atto di indirizzo, deve essere richieste il parere in ordine alla regolarità tecnica del dirigente responsabile del servizio interessato. Il secondo, afferma che il dirigente del servizio finanziario è preposto alla verifica di veridicità delle previsioni di entrata e di compatibilità delle previsioni di spesa.

Contestata, infine, l’”aggravante di aver commesso il fatto con abuso di poteri inerenti a una funzione pubblica, in qualità di sindaco del Comune di Brindisi”, il primo settembre 2020.

LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO RICCARDO ROSSI: VALUTERO’ AZIONI A MIA TUTELA

Rossi ha rotto il silenzio sull’inchiesta già nella serata di sabato, quando ha confermato di aver ricevuto la notifica di conclusione di un’indagine preliminare e ha aggiunto che questa inchiesta è stata avviata “in seguito a una denuncia da parte dell’ex dirigente ai Servizi Finanziari del Comune di Brindisi, Simone Simeone”. Simeone – dice Rossi – “asserirebbe di essere stato oggetto, da parte mia, di minacce di spostamento ad altro incarico o addirittura licenziamento per forzare il suo parere al bilancio previsionale 2020”.

Una vicenda paradossale in quanto Simeone ha posto un parere negativo a quel bilancio e nulla è successo in relazione a ciò da lui denunciato: non c’è stato alcun provvedimento di rimozione d’incarico o licenziamento. Il dirigente ha svolto il suo incarico fino all’1 marzo 2021 in assoluta autonomia e senza interferenze”, prosegue il primo cittadino di Brindisi.

“In questi giorni chiederò di acquisire tutte le carte e di essere ascoltato dal magistrato e valuterò tutte le iniziative, nei confronti dell’ex dirigente Simeone, a mia tutela”, conclude Rossi.

LA VICENDA POLITICA: LE DIMISSIONI DELL’ASSESSORE AL BILANCIO

Le cronache politico-amministrative della città di Brindisi, con riferimento a quel periodo, raccontano di turbolenze interne alla maggioranza di centrosinistra e in modo particolare di frizioni tra il primo cittadino e l’assessore al Bilancio, Cristiano D’Errico, il quale rassegna le dimissioni il giorno successivo a quello in cui il documento contabile deve essere approvato: il 17 novembre 2020. D’Errico non torna indietro, firma, consegna la lettera a Rossi e se ne va. Il motivo lo riassume in questi termini: “Non è il mio bilancio, non è quello che avrei voluto per la mia città”.

Ventiquattro ore dopo, il sindaco comunica alla prefetta di Brindisi, Carolina Bellantoni, che il bilancio non è stato approvato dalla giunta. Di conseguenza, si procede alla nomina del commissario ad acta.

Il dirigente Simeone resta al suo posto, alla guida della ripartizione, costretta a fare i conti con un deficit pesante lasciato in eredità da gestioni precedenti, tanto che il Comune di Brindisi si trova in pre-dissesto. Ci resta sino agli inizi di marzo, per poi passare alla Provincia di Taranto dove dovrebbe rimanere per un periodo di sei mesi, come direttore generale.

La delega al Bilancio, invece, viene trattenuta dal sindaco al quale nel frattempo giungono richieste di rimpasto della giunta e tra una riunione e un’altra il nuovo esecutivo viene presentato lo scorso 25 marzo: al Bilancio c’è l’ex assessore pugliese al Bilancio nella giunta di Nichi Vendola, Francesco Saponaro, presidente del Cetma. Fin qui la politica.

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