Il minusvalore burocratico

Karl Marx

 

Quando la burocrazia diventa nemica del lavoratore, riduce la ricchezza e mortifica la popolazione.

 

L’Ordine dei Giornalisti della Puglia mi ha appena inviato una diffida perchè non ho un’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). Hanno ragione, è obbligatoria per tutti gli iscritti all’Ordine e ho provveduto subito ad attivarne una. Ho sempre rifiutato di attivare la PEC perchè la ritengo inutile e, soprattutto, moralmente inaccettabile. Esiste solo in Italia e in nessun altro paese del mondo. Ora, se tutti il resto delle nazioni riesce a gestire sistemi burocratici complessi senza la PEC, perchè in Italia è obbligatoria questa corazzata Kotiomkin del mondo moderno?

Secondo me la risposta è molto semplice. Come al solito, ci sarà stato il figlio di qualche sottosegretario che, non avendo nulla di meglio da fare, ha attivato per primo un servizio di posta elettronica certificata e ha pretesso che diventasse obbligatoria per legge. Ovviamente sto esagerando e sono volutamente sarcastico. Ma non si capisce davvero l’esigenza di uno strumento del genere nel 2020 dopo cristo. Cosa aggiunge al sistema comunicativo? Perchè il resto del mondo riesce a farne a meno? Perchè, se obbligatoria per gestire burocrazia e comunicazioni con le istituzioni, deve essere a pagamento?

Poichè, come detto, l’Ordine dei Giornalisti sta semplicemente applicando una norma, mi armo di pazienza e scopro che l’Ordine della Puglia è convenzionato con un gestore di PEC. Costo 9,50 euro per due anni. Non una tragedia. Cerco di attivare l’indirizzo e mi chiedono un indirizzo di posta elettronica convenzionale per inviarmi le credenziali di attivazione. E già questa è una prima barzelletta. Completo la procedura e mi inviano un modulo da stampare, firmare, scannerizzare e reinviare. Assieme ad una copia del documento di identità firmata! Ovviamente tramite posta elettronica ordinaria. Naturalmente questa procedura è giustificata dallo “snellimento della burocrazia”. Cose da pazzi. Cose ridicole. Cose senza senso.

Siamo al punto di non ritorno. Siamo al punto in cui alla prossima corazzata Kotiomkin burocratica che mi viene richiesta metto fuoco a qualche ministero.  Perchè questo è l’unico linguaggio che il sistema burocratico può comprendere e temere. Sono stanco di dedicare energie, tempo e soldi al mantenimento di parassiti che succhiano risorse senza produrre. Oggi il lavoratore non solo è costretto a cedere parte della sua vita al capitalismo creando plusvalore nel classico significato marxista del termine. Ma vede anche i suoi sacrifici essere dissipati dalla società burocratica che genera un minusvalore, le costose sovrastrutture e gli inutili connessi balzelli, che, ancora una volta, ricade solo ed esclusivamente sulle spalle di chi lavora e produce.

agenda della semplificazione

One Thought to “Il minusvalore burocratico”

  1. Agostino Sergi

    E ancora non conosci tutte le arzigogolazioni della PEC.
    Ad esempio se scrivi ad un ente per fare un reclamo, devi scriverlo su foglio, firmalo di tuo pugno, allegarci copia documento identità, scannerizzare il tutto ed inviare all’ente.
    Poi, qualche ente, ti chiede anche la versione cartacea di ciò che hai mandato.
    Come vedi, i gironi dell’inferno, sono infiniti.
    Saluti cordiali

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