
DOSSIER/6 Giudizio immediato per Carmen Genovasi, dopo l’inchiesta della Finanza chiamata Buste Pulite: la funzionaria è ai domiciliari, l’8 giugno scorso venne arrestata in flagranza di reato mentre riceveva 850 euro nel suo ufficio. Imputati anche Ivan Pietro Bonetti, rappresentante legale della società Ampliaudio; Giuseppe Bruno, dipendente di Nuove tecnologie ortopediche Colella e Monica Franchini, collaboratrice in nero della sanitaria Colella e della Fonudito. Video e intercettazioni sono fonti di prova per l’accusa
Di Stefania De Cristofaro
LECCE – Processo immediato con l’accusa di corruzione per la dirigente dell’ufficio protesi della Asl di Lecce, Carmen Genovasi: nei capi d’imputazione, oltre alle buste contenenti denaro, sono contestati regali, tra i quali un aspirapolvere del valore di 200 euro, uno smartphone da mille euro, e poi due caciocavalli, e alcuni favori, come i servizi di dog sitter gratis e l’assunzione del marito.
IL DECRETO DI GIUDIZIO IMMEDIATO: QUATTRO IMPUTATI, ASL PARTE LESA
La funzionaria è imputata assieme a tre persone, tutte coinvolte nell’inchiesta della Guardia di Finanza, Nucleo di polizia economico-finanziaria, chiamata convenzionalmente Buste Pulite, sfociata nell’arresto in flagranza avvenuto lo scorso 8 giugno. Giudizio immediato anche per: Ivan Pietro Bonetti, rappresentante legale della società Ampliaudio; Giuseppe Bruno, dipendente di Nuove tecnologie ortopediche Colella e Monica Franchini, collaboratrice in nero della sanitaria Colella e della Fonudito.
La prima udienza si svolgerà agli inizi del prossimo mese di febbraio, davanti al Tribunale di Lecce, in composizione collegiale, seconda sezione. La Asl di Lecce, nella persona del direttore generale pro tempore, è stata indicata come parte lesa e potrà presentare richiesta di risarcimento danni, anche d’immagine in relazione alle condotte contestate agli imputati. L’azienda sanitaria è rappresentata dall’avvocato Massimo Manfreda, del foro di Brindisi.
Il decreto con cui è stato disposto il giudizio immediato, senza passare dall’udienza preliminare, “ritenuta l’evidenza della prova”, porta la firma del giudice Giovanni Gallo, su richiesta dei pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci.
In occasione della prima udienza, gli imputati potranno chiedere di accedere a riti alternativi al dibattimento: sono difesi dagli avvocati Ladislao Massari del foro di Brindisi, Stefano De Francesco, Amilcare Tana, Vincenzo Licci, Carlo Caracuta, Luigi Rella e Luigi Leonardo Covella, tutti del foro di Lecce.
L’ACCUSA DI CORRUZIONE: DENARO CONSEGNATO IN BUSTE CHIUSE, ASSUNZIONE DEL MARITO E DOG SITTER
Nella ricostruzione dell’accusa, figura di primo piano è Genovasi, in qualità di responsabile amministrativo dell’ufficio assistenza protesica del distretto della Asl di Lecce e di incaricata alla gestione e autorizzazione delle pratiche di erogazione dei supporti, quindi di pubblico ufficiale. Genovasi dovrà difendersi alla contestazione relativa a
“plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio, in cambio di denaro e di altre utilità”
ricevuti sino al giorno del suo arresto.
Ivan Bonetti è accusato di averle consegnato somme di denaro, in più occasioni, per un importo complessivo pari a 16mila euro. Il denaro era nascosto all’interno di buste che, stando a quanto si legge nel capo d’imputazione, venivano consegnate a mano alla dirigente. Bonetti, inoltre, ha assunto il marito della funzionaria Asl presso la società Ampliaudio, nel periodo compreso tra il 20 gennaio e il 20 marzo 2020, così come chiesto dalla donna allo scopo di far “maturare al coniuge l’indennità di disoccupazione”. Con contestuale pagamento dello stipendio, pari a 900 euro per la prima mensilità e 300 euro per la seconda, senza lo svolgimento di alcuna attività lavorativa.
Bonetti è accusato di essersi occupato della custodia del cane della dirigente: per garantire il servizio di dog sitter, affidava il cane a un suo dipendente al quale pagava due giorni di ferie.
TRA I REGALI, ASPIRAPOVERE, TELEFONO CELLULARE, SATURIMETRO, TERMOMETRO E CACIOCAVALLI
Tra i regali contestati nella condotta corruttiva, figurano un aspirapolvere del valore di 200 euro e un telefono cellulare da 1.100 euro.
Dazioni in denaro, sempre stando l’accusa, sono state consegnate anche da Giuseppe Bruno, assieme a un saturimetro e a un termometro, espressamente richiesti dalla dirigente dell’ufficio protesi, contestualmente al periodo di inizio della diffusione del Covid 19. Centocinquanta euro alla volta, per quattro volte, sono state consegnate da Monica Franchini, tramite il marito di quest’ultima, per il quale la Procura procede separatamente.
Accusa di corruzione assieme a quelle di falsa attestazione e falso in atto pubblico, nei confronti della dirigente Asl, assieme a quella di tentata truffa ai danni dello Stato, in riferimento a un episodio contestato nei confronti di un utente (per il quale si procede separatamente) che aveva lamentato il mancato riconoscimento di una scarpa ortopedica. Genovasi, dopo averlo ricevuto nel suo ufficio, spiega come fare per ottenere la protesi e suggerisce di sottoporsi nuovamente a visita medica indicando falsamente di essere residente a Lecce e non già a Presicce, in modo tale da indirizzare la pratica al proprio ufficio, e di essere “zio della Genovasi”. Come
“contropartita, la funzionaria otteneva prodotti caseari: nella specie due caciocavalli”.
LE ALTRE ACCUSE CONTESTATE NEL DECRETO DI GIUDIZIO IMMEDIATO
Tutti e quattro gli imputati sono accusati anche di turbata libertà di scelta del contraente in relazione ai procedimenti amministrativi inerenti l’erogazione delle protesi a carico della Asl. In questa ricostruzione, le pratiche sono state predisposte in accordo fra loro, in modo da affidare incarico per la fornitura alle ditte rappresentate dai tre privati corruttori, in violazione delle disposizioni di legge contenute nel codice degli appalti.
Fonti di prova sono costituite dalle immagini registrate dalle telecamere nascoste nell’ufficio della dirigente Asl, da una serie di intercettazioni, sia telefoniche che ambientali, e dai verbali di interrogatori resi da tre dei quattro imputati.
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E pensare che percrpiscono uno stipendio e magari stanno ancora ai loro posti.