L’orrore della normalità

La banalità del male e la fatica di un’intera comunità ad elaborarla. La convivenza, nell’assassino, di lucidità, cioè congruità di pensiero, e patologia nell’area emotiva. Il voyeurismo morboso di certo giornalismo. In poche righe il quadro del testo e del contesto di una tragedia di provincia.

 
Abbiamo chiesto a Luigi Corvaglia un breve commento sul duplice assassinio di Eleonora Manta e Daniele De Santis per mano del reo confesso Antonio De Marco, 21enne di Casarano. Corvaglia è psicologo, psicoterapeuta, componente del direttivo in diverse organizzazioni internazionali di studio di fenomeni criminali legati alla manipolazione (FECRIS, Open Minds Foundatjon, ecc.) e Presidente del Centro Studi Abusi Psicologici (Cesap). E’ delegato all’Office for Democratic Institutions and Human Rights dell’Osce, a Varsavia e docente a contratto in Criminologia presso l’Università di Bari. È originario di Casarano. Lo ringraziamo per la disponibilità.
 
 
di Luigi Corvaglia*
 
Una deflagrazione emotiva di questo tipo lascia attonita una comunità di provincia in cui tutti si conoscono e ogni commento, in questa minuscola cassa di risonanza, rischia di produrre rimbombi dolorosi. Ciò ci induce ad esprimerci con attenzione. Ho rifiutato inviti in TV nazionali per non colludere col voyerismo morboso che certo giornalismo alimenta. Rispondo invece all’invito de “Il Tacco d’Italia” proprio per esprimere nel teatro stesso di questa lacerazione storica qualche considerazione fondata su dati criminologici, visto il diffondersi degli irrispettosi commenti che vedo scritti sui social.
 
A scatenare l’orrore è la “normalità” del reo confesso. Immaginare che tale “regolarità” fosse falsa, che avrebbe dovuto dare “segni”, è la risposta difensiva di chi non tollera di pensare la propria normalità a rischio, serve a separare la quotidiana logica dall’abisso. Il quadro che sembra – e ripeto, sembra, visto che i dati filtrati non sono abbastanza per esprimersi con certezza – evidenziarsi è da ascriversi ad una strutturazione personologica e psicologica ben nota agli studiosi e che permette la convivenza di lucidità, cioè congruità di pensiero, e patologia nell’area emotiva. Ciò è il massimo sbilanciamento possibile a questo livello di conoscenza.
 
Chiunque si lanci in diagnosi più articolate è un insensibile alimentatore della voglia di morbosità del pubblico.
 
Posso solo aggiungere che gli elementi ad oggi in nostro possesso mi orientano ad una interpretazione che è prematuro e indelicato esprimere qui ma che comporta una istrionica emulazione di più di un autore di storici episodi di tale fatta, soprattutto d’area statunitense. Andrebbero quindi valutati interessi e letture di questo ragazzo “normale” per convalidarla.
 
*Psicologo, psicoterapeuta, componente del direttivo in diverse organizzazioni internazionali di studio di fenomeni criminali legati alla manipolazione (FECRIS, Open Minds Foundatjon, ecc.) e Presidente del Centro Studi Abusi Psicologici (Cesap).
E’ delegato all’Office for Democratic Institutions and Human Rights dell’Osce, a Varsavia.

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2 Thoughts to “L’orrore della normalità”

  1. liu

    parliamoci chiaro.. i brigatisti rossi e giusva fioravanti con centinaia di omicidi sono liberi da tempo!!!!!!

  2. liu

    questo giovane ha ammazzato solo due persone ed e’ la prima volta che pena gli si potra’ mai infliggere?

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