Plasticaqquà Taranto: all’inquinamento dell’Ilva si aggiunge quello dei rifiuti urbani

In occasione del World Cleanup Day 2020, giornata globale di azione civica per la raccolta dei rifiuti abbandonati, a Taranto ancora tanta plastica, carta, scarti di ogni genere e rifiuti ingombranti deturpano ambiente e paesaggio. L’iniziativa si è svolta alla vigilia della consultazione per le elezioni regionali. Quasi un monito per i prossimi neoeletti a impegnarsi contro la piaga dei rifiuti urbani.

Di Daniela Spera

Anche Taranto ha aderito al World Cleanup Day 2020. L’iniziativa, che si è svolta ieri (19 settembre, ndr) in corrispondenza del lungomare Vittorio Emanuele III, è stata promossa da Plasticaqquà Taranto, gruppo di cittadini attivi impegnato sin dal 2013 a promuovere azioni di sensibilizzazione ambientale con raccolte di rifiuti volontarie nelle spiagge e lungo le coste. Molte le associazioni che hanno sostenuto l’evento. Alcune hanno partecipato fattivamente all’iniziativa. Si sono distinte Giustizia per Taranto, Liberiamo Taranto, Fridays For Future Taranto, Legamjonici Taranto, Retake Taranto, Vogatori città di Taranto. Ma anche la facoltà di Scienze Ambientali di Taranto e tanti cittadini.

Armati di guanti, sacchi, pinze, punteruoli e una borraccia d’acqua, gli attivisti hanno raccolto, in meno di due ore, 17 sacchi di vetro, 22 sacchi di multimateriale (plastica, carta e metalli), 24 sacchi di indifferenziato e vari rifiuti ingombranti.

Dalle ore 17 circa, nonostante l’afa pomeridiana, il fiatone dovuto all’uso delle mascherine, categorico al tempo del covid-19, le attività si sono svolte con grande entusiasmo. Percorrendo la discesa verso gli scogli e proseguendo lungo il tratto costiero, fin quasi alla rotonda, gli innumerevoli rifiuti raccolti si scontrano con la bellezza mozzafiato del paesaggio. Fino alla spiaggetta, o quel che resta di essa, dove alcuni bagnanti hanno osservato incuriositi le operazioni di recupero dei rifiuti.

L’iniziativa è stata anticipata da una breve spiegazione delle attività che Plasticaqquà Taranto porta avanti, da cenni sul World Cleanup Day, e dell’iniziativa “Circumarpiccolo luogo del cuore FAI 2020”. Molto importante e promettente per collaborazioni future si è rivelata la partecipazione del Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze Ambientali di Taranto, il Prof. Massimo Moretti, che ha sottolineato la necessità di accendere i riflettori sul quartiere Paolo VI, che pur avendo enormi potenzialità per il rilancio culturale ed economico della città, è inspiegabilmente un quartiere emarginato e abbondonato dalle istituzioni.

Insieme a Giuseppe Internò, coordinatore e instancabile anima motivante del gruppo, tanti cittadini attivi hanno, a fine serata, radunato quanto raccolto. Massimo, Giacomo, Fabrizio, Paola, Emanuele, Alessandro, Claudia, Zambia e Giuseppe-bis hanno constatato quanto sia ancora lungo il percorso di rinascita culturale del territorio che parte da una maggiore coscienza civica, dal rispetto per i beni comuni, dal saper custodire e difendere la bellezza della propria città.

Ma la speranza c’è. Di questo è convinta Sara: ‘La situazione è preoccupante ma sono fiduciosa, credo che la gente vada spronata, soprattutto i giovani, i nostri primi interlocutori, nei confronti dei quali abbiamo una grande responsabilità. Sta a noi, alla nostra generazione spiegare loro quanto è importante aver cura dell’ambiente in cui si vive. Il processo è lungo ma pian piano ce la faremo. Sono ottimista.’

Serena, invece, è tornata definitivamente a Taranto. Non ci ha pensato due volte a partecipare all’iniziativa. E non è neanche la prima: ‘In città vecchia abbiamo anche coinvolto i bambini alla raccolta dei rifiuti. Per loro è tutto un gioco. Non hanno la consapevolezza di ciò che fanno. Ma va bene così. In fondo il gioco è il mezzo più adeguato per cominciare a infondere nei giovani, che poi diventeranno adulti, la coscienza civica. Ma bisogna continuare altrimenti tutti i nostri sforzi sono vani.’

‘Sono stati raccolti dal lungomare sotto?’ mi chiede un passante con sguardo attonito riferendosi ai sacchi allineati a fine serata. Un altro mi invita a segnalare all’Azienda Municipalizzata per l’Igiene Urbana (Amiu) la presenza di rifiuti abbandonati proprio al di sotto dello slargo dove gli attivisti si sono radunati. E ciò che vedo è raccapricciante: bidoni stracolmi di sacchi neri della spazzatura accanto ad una lunga serie di rifiuti sparsi anche ingombranti.

Difficile accettare che questo scempio sia sotto gli occhi di tutti, in prossimità di ristoranti e di sentieri frequentati per romantiche passeggiate. Difficile capire perché i cittadini, anziché segnalare direttamente agli enti competenti, preferiscono delegare e invitare gli altri a farlo, dimenticando che ognuno di noi può attivarsi concretamente.

Dunque, non solo Ilva. Sì perché Taranto, nonostante le innumerevoli battaglie per l’ambiente condotte negli anni, non ha ancora imparato ad amarsi, ad avere rispetto per se stessa.

Ad ogni modo, il World Cleanup Day, ci ricorda che il problema è globale: ‘Nel 2019 più di 20 milioni di persone di 179 paesi hanno partecipato all’azione’- si legge sul sito del movimento – ‘Nel 2018 quasi 18 milioni di persone di 157 paesi si sono schierati contro il problema della spazzatura globale raccogliendo 88.500 tonnellate di rifiuti, pari quasi a 9 Torri Eiffel.’

Seguite le iniziative di Plasticaqquà Taranto: https://www.facebook.com/PlasticaqquaTaranto.

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