Scuole in Puglia, la mappa dello stato di salute degli edifici

In vista del ritorno in classe, il 24 settembre, dai dati raccolti dal Ministero dell’Istruzione, si scopre che meno della metà delle strutture ha i certificati di agibilità, prevenzione incendi e che meno del 5 per cento rispetta la normativa antisismica. La situazione nelle sei province e il confronto con quella nazionale

 

di Stefania De Cristofaro

 

BARI – Alla vigilia del ritorno a scuola, per la ripresa delle lezioni in presenza il 24 settembre, dopo i mesi di chiusura imposti dalla pandemia, lo zoom viene necessariamente puntato sulle nuove regole anti Covid 19,  per garantire la sicurezza di studenti e prof, pur nella consapevolezza che il rischio zero contagi non esiste, per ammissione della stessa ministra dell’Istruzione. Sicurezza vuol dire anche rispetto di una serie di “vecchie” disposizioni di legge, come quelle in materia di agibilità e prevenzione incendi e aderenza alla normativa antisismica. E alla domanda se le scuole pugliesi siano o meno in sicurezza sotto questo punto di vista, la risposta non può avere contenuti positivi. Non stando ai dati raccolti dal Ministero dopo il censimento su scala nazionale.

 

ANAGRAFE SCOLASTICA: SITUAZIONE NELLE PROVINCE PUGLIESI

I numeri che si riferiscono alle condizioni di salute di tutti gli edifici scolastici attivi, vale a dire quelli statali, sono stati raccolti e pubblicati nella sezione “Anagrafe scolastica” sul sito del Miur e sono, quindi, a portata di tutti in nome della trasparenza, regola di base per ogni pubblica amministrazione. Si scopre che sul totale di edifici, pari a 2.458, meno della metà delle scuole presenti nelle sei province della Puglia è sprovvista di certificati che lo Stato chiede ai fini della sicurezza: il certificato di agibilità è presente in meno del 40 per cento delle scuole, mentre quello di prevenzione incendi in appena il 25 per cento. Trend entrambi in linea con quelli nazionali. Situazione migliore, invece, nei casi in cui si considerano il collaudo statico, il documento valutazione rischi e il piano di emergenza perché la maggior parte degli edifici scolastici risulta in regola. Anche se – va detto per onore di precisione – si resta al di sotto dell’80 per cento.

 

CERTIFICATO DI AGIBILITA’

Il certificato di agibilità, previsto dall’articolo 24 del Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001), è un documento che “attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente”. In Puglia, la situazione è questa: su 2458 edifici scolastici attivi, 953 sono in regola, mentre 1466 no (non richiesto in 25 casi e informazione assente in 14). Detto in termini percentuali, il certificato è presente nel 38,77 per cento (su scala nazionale la percentuale è del 39,06 e si riferisce al totale di 40.160 edifici attivi).

Le province in cui il numero delle scuole prive del certificato di agibilità supera quello relativo agli edifici in regola sono: Foggia, dove gli edifici sono 440, di cui 152 hanno tale documento e 282 no; Lecce, dove su 602 scuole, 193 hanno l’agibilità e 400 no, e  Taranto, dove gli edifici sono complessivamente 318 e risulta che sono 57 hanno il certificato di agibilità, mentre 257 no.

Nella provincia di Bari, a fronte di 653 scuole, 371 sono agibili avendo il certificato richiesto dal legislatore, mentre 263 no. Nella Bat (Barletta-Andria-Trani), a fronte di 117 edifici, 108 sono a posto e 69 no. Nella provincia di Brindisi, 268 edifici, 72 sì e 195 no.

 

CERTIFICATO ANTICENDIO

Sempre ai fini della sicurezza, è richiesto il certificato di prevenzione incendi (in sigla Cpi): in Puglia, i dati del Miur indicano che 633 edifici ne sono in possesso e possono, quindi, definirsi in regola, mentre 1590 no. In percentuali, il 25,75 è in possesso del certificato, il 64,68 no. Anche in questo caso, si tratta di percentuali che ricalcano quelle che si riferiscono alle scuole italiane: 24,46 sì.

In nessuna delle province pugliesi il numero degli edifici in possesso del certificato di prevenzione incendi supera quelli che non ce l’hanno. Nel Foggiano, su 440, 43 sì e 359 no; nella Bat su 177, 62 sì e 103; nel Barese, su 242 sì e 350 no; nel Brindisino, su 268, 75 sì e 153 no; nel Tarantino su 318,  56 sì e  238 no; infine nel Leccese su 602, 155 sì e 387 no.

 

EDIFICI ANTISISMICI

Su scala nazionale, la percentuale scende ulteriormente e sfiora il 13 per cento, quando si passa a esaminare gli edifici scolastici italiani in base alla normativa antisismica. Il censimento condotto dal Ministero ha fatto riferimento a quelli progettati o successivamente adeguati in base alle disposizioni di legge: sono appena 5.117 sul totale di 40.160, vale a dire il 12,74 per cento.

In Puglia, su 2458 in totale, sono appena 97 gli edifici progettati o adeguati alle disposizioni antisismiche 2361 no: il 3,94 per cento nel primo caso, il 96,05 nell’altro. Questa è la situazione nelle province pugliesi: Foggia, su  440, 55 sì e  385 no; nella Bat , su 177, 16 sì e  161 no;  Bari su 653, 14 sì e 639 no; Brindisi su 268, 2 sì e 266 no; Lecce, su 602, 3 sì  e 599 no; Taranto su 318 edifici scolastici, solo 7 sono a prova di scosse di terremoto.

Per la suddivisione della Penisola in aree esposte o meno al rischio di terremoti, occorre far riferimento alla classificazione della Protezione civile, secondo cui in Italia, territorio di formazione “giovane”, nato fra la placca africana e quella euroasiatica, 24 milioni di persone vivono in aree in cui è elevato il rischio sismico. L’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha distinto quattro macroaree: zona 1, la più pericolosa, perché ad alta sismicità, dove la probabilità che si verifichino terremoti è molto alta, come Friuli, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Calabria e Sicilia; zona 2, sismicità media, come in Emilia Romagna, Lazio, Marche, Basilicata e Puglia; zona 3, sismicità bassa, Lombardia, Toscana, Liguria e Piemonte e zona 4, sismicità molto bassa, come Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.

Tenuto conto di questa scala delle zone sismiche, in Puglia sul totale di 2458 edifici attivi ce ne sono 33 in zona 1, 497 in zona 2, 836 in zona 3, 1092 in zona 4. A Foggia su 440: 33 sono in zona 1 e 407 ricadono nella zona classificata come zona 2. Nella Bat su 177, 90 sono in zona 2 e 87 in zona 3. A Bari su 653, 561 rientrano nel perimetro della zona 3 e 92 in quello della zona 4. A Taranto su 318, 187 in zona 3 e 131 in zona 4. A Brindisi su 268: tutte rientrano nella zona 4. E a Lecce su 602, una sola in zona 3, le altre 601 in zona 4.

 

ANNO DI COSTRUZIONE DELLE SCUOLE

Un’altra domanda da fare e da farsi attiene all’età degli edifici scolastici, vale a dire all’anno di costruzione. In Puglia, su 2458, la situazione è questa: ce ne sono 19 che risalgono a prima del 1800, 24 sono stati costruiti fra il 1800 e il 1899; 43 fra il 1900 e il 1920; 215 tra il 1921 e il 1945; 310 fra il 1946 e il 1960; 638 tra il 1961 e il 1975; 1196 dal 1976 in poi (per 13 edifici non è stato possibile raccogliere questo tipo di informazione).

A Foggia su 400, 4 sono stati edificati prima del 1800; 4 fra il 1800 e il 1899; 7 tra il 1900 e il 1920; 40 fra il 1921 e il 1945; 76 fra il 1946 e il 1960; 116 fra il 1961 e il 1975 e 188 dal 1976 in poi. Nella Bat, su 177, 2 risalgono a prima del 1800, 3 al periodo compreso fra il 1800 e il 1899; 3 fra il 1900 e il 1920; 15 tra il 1921 e il 1945; 11 tra il 1946 e il 1960, 41 tra il 1961 e il 1975 e 102 dopo il 1976. A Bari, sul totale di 653 scuole, 2 risalgono a prima del 1800; 8 al 1800 e il 1899; 18 fra il 1900 e il 1920; 55 tra il 1921 e il 1945; 64 tra il 1946 e il 1969; 136 tra il 1961 e il 1975 e 366 dal 1976 in poi. A Brindisi, su 268, un edificio risale al periodo tra il 1800 e il 1899; 6 tra il 1900 e il 1920; 27 tra il 1921 e il 1945, 30 fra il 1946 e il 1960; 106 tra il 1961 e il 1975 e 98 dopo il 1976. A Lecce, su 602 scuole 6 risalgono a prima del 1800, 7 al periodo tra il 1800 e il 1899; 6 tra il 1900 e il 1920; 47 tra il 1921 e il 1945; 89 tra il 1946 e il 1960; 157 tra il 1961 e il 1975, 286 dal 1975 in poi. E a Taranto, su 318, 5 prima del 1800; uno tra il 1800 e il 1899; tre fra il 1900 e il 1920, 31 fra il 1921 e il 1945, 40 tra il 1946 e il 1960; 82 tra il 1961 e il 1975 e 156 dal 1976 in poi.

 

COLLAUDO STATICO

Per gli edifici scolastici in cemento armato, c’è l’obbligo di verificare “le prestazioni della struttura” attraverso lo svolgimento di una serie di ispezioni finalizzate al collaudo, a conclusione delle quali va rilasciato un certificato. Il certificato di collaudo statico. In Italia sul totale di 40.160 edifici, sono un possesso di questo certificato 21.591, vale a dire il 53,76 per cento. In Puglia i numeri sono questi: su 2458 scuole, 1510 hanno il collaudo, ossia il 61,43 per cento, mentre 912 no (37,10). Questo documento non è richiesto in 22 casi, in 14 il dato manca non essendo stato comunicato al Ministero.

I numeri hanno significato positivo nelle province di Bari, dove sul totale di 653 scuole, risulta che 466 hanno il certificato che attesta l’avvenuto collaudo, mentre 170 no; Bat, dove su 177, 125 sì, hanno il certificato e 52 no; e Lecce, dove sul totale di 602, 480 sono in regola e 116 no.

A Foggia su 440, sono 198 ad avere il collaudo e 236 no. Brindisi su 268, 112 sì e 153 no. A Taranto su 318, 129 sì e 185 no.

 

VALUTAZIONE RISCHI E MISURE DI PREVENZIONE PER SALUTE E SICUREZZA

Le scuole italiane devono avere anche il documento di valutazione rischi e misure di prevenzione per la salute e la sicurezza (in sigla, Dvr): contiene l’indicazione di possibili rischi rispetto al verificarsi di un evento dannoso con una definizione dell’entità del danno che ne può derivare. Il piano, quindi, ha l’obiettivo di eliminare o quanto meno ridurre le probabilità di situazioni pericolose. Guardando a tale documento, risulta presente nel 77,74 per cento delle costruzioni scolastiche italiane. Sul totale di 40.160, 31.223 sono in regola e 7725 non lo sono.

In Puglia, sempre sulla base dei dati dell’Anagrafe scolastica, su 2458 edifici, 1720 risultano in possesso di questo documento, mentre 723 no (info assente in 15 casi). La percentuale pugliese, quindi, è più bassa di quella nazionale: nel 69,97 per cento dei casi le scuole sono in regola. La realtà delle sei province è questa: a Foggia, sul totale di  440, 214 hanno il documento di valutazione rischi e  221 no; nella Bat, su 177,  146 sì e  31 no; Bari sul totale di 653, 558 sì e  90 no;  Brindisi, su 268, 186 sì e 81 no; Lecce, su 602, 378 sì e 220 no; e  Taranto, su 318, 238 sì e 80 no.

 

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

Le disposizioni di legge impongo che, in aggiunta al Dvr, le scuole debbano avere il piano di emergenza ed evacuazione (Pee): in Puglia su 2458 edifici ce ne sono 1803 in possesso del documento, 640 no (in 15 casi questo dato è assente). Risulta che il 73,35 per cento delle scuole è in regola sotto questo aspetto, a fronte del 79,27 su scala nazionale. In Italia sul totale 40.160 edifici attivi, 31.835 hanno il Pee.

Per la provincia di Foggia su 400 scuole, 270 hanno il Pee mentre 165 no; Bat su 177, 149 sì, 28 no; Bari su 653, 560 sì e 88 no; Brindisi su 268, 185 sì e 82 no; Taranto su 318, 237 sì e 81 no; Lecce su 602, 402 sì e 196 no.

La carrellata di fotografie che ritraggono le scuole pugliesi da angolazioni diverse conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che gli interventi da fare sono ancora molti prima che possa parlare a tutti gli effetti di buona scuola. Senza timore di essere smentiti.

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