Terza acquisizione di documenti da parte delle Fiamme gialle presso la Asl di Lecce. L’indagine punta a fare luce sulla gestione dell’emergenza e sugli appalti pubblici
di Marilù Mastrogiovanni
Non c’è due senza tre. Le Fiamme gialle coordinate dal colonnello Di Sabato hanno acquisito per la terza volta nuova documentazione relativa alla modifica dell’impianto di fornitura di gas medicali del Dea di Lecce.
Il Dipartimento per l’emergenza, nato come polo indipendente rispetto all’ospedale Vito Fazzi, grazie alla realizzazione di una “bretella” di collegamento dei tubi di ossigeno, né è diventato una “depandance”: un intero ospedale, nuovo di zecca che per l’approvigionamento di ossigeno e gas medicali dipendente oggi completamente dal vecchio ospedale, attraverso un tubo.
Questo collegamento – come il Tacco ha denunciato dettagliatamente giorno per giorno – con la scusa dell’emergenza, senza alcun progetto esecutivo approvato con delibera o determina dalla Asl, ha consentito di estendere la fornitura di gas medicali, garantita dalla ditta Air Liquide al Fazzi, anche al DEA.
Un provvedimento giustificato dall’emergenza da Covid19, in realtà frutto di una precisa volontà della dirigenza Asl e della direzione amministrativa che, utilizzando un parere della farmacista dell’ospedale Vito Fazzi, giustificano la scelta come la migliore possibile, in quanto i gas medicali forniti da Air Liquide, secondo il parere della farmacista, sarebbero qualitativamente migliori.
Il Tacco ha invece pubblicato tutti i documenti che provano la precisa volontà di affidare tutto ad Air Liquide, ben prima dell’emergenza: due lettere del 6 e dell’11 dicembre di Rodolfo Rollo direttore generale della Asl di Lecce e di Anna Rita Dell’Anna, direttrice Amminsitrativa del Vito Fazzi lo provano.
Inoltre, il parere della farmacista del Fazzi, utilizzato per giustificare la scelta di collegarsi all’impianto dei gas medicali del Fazzi, non trova giustificazione nei capitolati di appalto per la costruzione degli impianti di gas medicali del DEA: si tratta di un appalto pubblico vinto rispondendo ai criteri di migliore qualità/prezzo e realizzato ottemperando a tutte le caratteristiche tecniche stabilite dal bando di evidenza pubblica; quindi, se fosse vero che i gas medicali migliori sono quelli erogati da Air Liquide, non si capisce perché l’amministrazione pubblica abbia permesso che si realizzasse un intero impianto di gas medicali per rifornire un intero ospedale, il DEA, con gas di qualità inferiore.
Sta di fatto che a lavori ultimati, e dopo il collaudo dell’impianto dei gas medicali del DEA realizzato dalla ditta vincitrice dell’appalto (la Rivoira) attraverso una serie di atti amministrativi dirigenziali, e con il “là” dato da un’ordinanza dell’assessore alla sanità e presidente della Regione Michele Emiliano, quell’impianto collaudato e perfettamente funzionante, viene abbandonato per collegarsi all’impianto del Fazzi, generando un vero e proprio danno erariale, e aumentado i costi di fornitura.
Non solo: questa bretella che abbiamo definito “abusiva”, perché realizzata senza autorizzazione e a tutt’oggi priva del collaudo dei Vigili del fuoco, si rompe subito.
La fuoriuscita dei gas medicali è ingente, anche se la dirigenza della Asl minimizza e afferma di aver risolto subito la questione.
I documenti pubblicati dal Tacco provano il contrario: i documenti che abbiamo pubblicato provano anche la manomissione dell’ “anello di gas medicali” del DEA tale per cui non si può riparare l’impianto e la fuoriuscita dei gas se non interrompendo completamente l’erogazione dell’ossigeno.
Così, i malati del DEA vengono in parte trasferiti in parte dimessi: in quei giorni, la versione ufficiale diramata da Rollo è che non ci sono più malati di Covid. Di conseguenza, secondo Rollo, il reparto di Rianimazione del DEA è vuoto, non “svuotato”: in realtà sappiamo che, proprio perché in quei giorni mancava l’ossigeno in quanto si doveva procedere alla riparazione del danno, il reparto di Rianimazione e terapia intensiva è stato nuovamente spostato dal DEA al Fazzi.
Ma la telenovela dell’orrore e dell’illegalità non finisce qui: i tubi rotti della “bretella” improvvisata vengono riparati da una ditta senza contratto, la IGS.
Un tubo abusivo riparato abusivamente.
E tutto fila, no?
Non è finita qui.
La IGS infatti, aveva un contratto di subappalto con la Air Liquide per la manutenzione degli impianti.
Il contratto, sottoscritto per un anno e poi prorogato fino al 31 dicembre 2019, è scaduto e non è stato rinnovato.
Non solo: la IGS non ha la certificazione SOA, richiesta dalla legge per contratti e subappalti superiori a 150mila euro.
“Spezzettando” i contratti e gli incarichi, con affidamenti inferiori a 150mila euro, si aggira la legge.
Tuttavia, come abbiamo dimostrato, con i contratti alla mano, sommando i vari incarichi e subappalti conferiti ad IGS, si supera di gran lunga il tetto di 150mila euro.
Pensate di essere discesci a sufficienza nel baratro dell’orrore dell’illegalità e delle speculazioni in piena emergenza Covid19?
Non è così: continuiamo a scendere.
Quella bretella, costata diverse decine di migliaia di euro, come detto, fa sì che anche la manutenzione degli impianti passi ad Air Liquide.
Della manutenzione, in base al capitolato d’appalto, fa parte anche la fornitura di flussimetri.
Il DEA non ne ha e servono urgentemente. Deve fornirli Air Liquide.
Ma Anna Rita Dell’Anna, direttrice amminsitrativa del Fazzi, fa una gara ristretta e li acquista da altre ditte.
Peccato però che i risultati di questa gara ristretta non siano mai comparsi, ad oggi, sull’albo pretorio della Asl di Lecce.
Il Tacco sa chi è stato chiamato a partecipare, abbiamo pubblicato nomi e cifre, e abbiamo dato conto di tutto. Ma ufficialmente tutto questo non è mai accaduto, perché non c’è stata alcuna trasparenza, per quanto sia imposta dalla legge.
Per finire: più e più volte abbiamo chiesto a Emiliano e a Rollo di rispondere alle nostre domande.
Non l’hanno mai fatto.
Hanno risposto indirettamente tramite comunicati stampa pubblicati senza contraddittorio da altri media che, non avendo i documenti della nostra inchiesta, hanno dato conto di una versione falsa e mistificatoria dei fatti.
Emiliano e Rollo hanno annunciato querela, anche attraverso una lettera ufficiale e protocollata intercorsa tra Rollo e Emiliano.
Nessuna risposta, nessuna volontà di dialogare con i lettori del Tacco d’italia.
Eppure non è forse Emiliano il presidente che risponde a tutti e che dà il cellulare a Mara Venier e ad altre soubrette, in diretta?
Forse risponde si, ma a chi non ha nulla da chiedere.
Leggi le altre puntate dell’inchiesta:
15 Marzo 2020 – DEA di Lecce, un iter travagliato
16 Marzo 2020 – Ossigeno DEA: lavori in corso senza contratto (guarda le foto)
16 Marzo 2020 – Rollo scrive a Emiliano e conferma: lavori senza contratto
16 Marzo 2020 – M5S: il DG dell’Asl di Lecce Rodolfo Rollo faccia chiarezza
16 Marzo 2020 – Fratelli d’Italia: Emiliano faccia chiarezza sul DEA di Lecce
16 Marzo 2020 – TDM di Casarano: sul DEA di Lecce, carenze e fatti gravissimi
16 Marzo 2020 – Affaire DEA: anche Donato De Giorgi si appella a Emiliano
17 Marzo 2020 – DEA ossigeno, due serbatoi, lavori abusivi e nessun contratto
18 Marzo 2020 – FOTO, DEA ossigeno: proseguono i lavori senza autorizzazione
18 Marzo 2020 – Affaire DEA Lecce: la replica di Air Liquid
18 Marzo 2020 – Codacons Lecce: sulla vicenda del DEA, esposto in Procura
19 Marzo 2020 – DEA Lecce: l’impianto dell’ossigeno appena collaudato
19 Marzo 2020 – DEA ossigeno: agevolare Air Liquide, il piano in una lettera
20 Marzo 2020 – DEA ossigeno: dubbi sulla certificazione antisismica
26 Marzo 2020 – DEA, anche l’aria “sintetica” non è autorizzata
8 Aprile 2020 – DEA, ospedale Covid19, ma senza flussometri per l’ossigeno
10 Aprile 2020 – DEA Lecce, ossigeno a rischio: cedono i lavori del tubo
14 Aprile 2020 – DEA ossigeno, la Asl corre (maldestramente) ai ripari
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Marilù Mastrogiovanni
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