
di Marilù Mastrogiovanni
Lei è Maria Grazia Chiuri, è la direttrice creativa di Dior. Un ruolo mai ricoperto da una donna, prima.
Per arrivarci, ha faticato tutta la vita. Ha studiato, ha lavorato nelle più prestigiose case di moda, in ruoli mai ricoperti da una donna, prima.
E’ originaria di Tricase, nel Salento.
Ora è la presidente del “Gruppo strategico di Ripartenza in materia economica e sociale con il compito di elaborare e proporre misure necessarie per favorire la ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive e disegnareun modello di sviluppo per la Puglia dei prossimi anni”-
E’ la task force delle fase 2 di Michele Emiliano, composta da sei uomini e una donna: Maria Grazia Chiuri, presidente, e poi Massimo Bray, Massimo Inguscio, Pierluigi Lopalco, Pasquale Preziosa, Salvatore Rossi, Alessandro Sannino.
Il Gruppo strategico “fa riferimento direttamente al Presidente della Regione e si coordina attraverso il capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi con il management board della Regione Puglia composto dai capi dipartimento”: sono sei uomini e una donna, che riferiscono ad altri due uomini.
E siamo otto a una.
Dovrebbero rifiutarsi, le donne, e dovrebbe farlo Maria Grazia Chiuri di sedersi ai tavoli delle task force, dei consigli d’amministrazione, delle giunte, che non siano composte al 50% da donne.
Essere lì, da sola, non serve a far rifulgere la propria eccellenza (quella c’è già), ma ad oscurare quella di tutte le altre.
Le altre, in questo caso, non hanno voce.
Arrivare al vertice, avere i fari addosso, e non usare questa postazione di prestigio (meritatissima) per far avanzare di qualche gradino anche le altre donne e lasciarsi invece usare come foglia di fico da chi porta avanti il solito sistema di potere patriarcale, significa contribuire a far arretrare le battaglie di tutte.
Mettere loro un bavaglio, togliere loro voce. Tutte le “altre”, in questo caso, sono proprio “tutte”: scienziate, economiste, professioniste, docenti, ecc ecc. che con altrettanti meriti, pari almeno a quelli della direttrice creativa di Dior, dovrebbero essere chiamate per dare il proprio contributo professionale in questa delicatissima fase.
In quel gruppo indicato da Michele Emiliano ne mancano altre tre.
I loro posti, sono occupati dagli uomini perché uomini.
Dottoressa Chiuri, faccia un passo indietro o ne faccia tre avanti, chiedendo che altre donne siedano al suo fianco.
Un gesto fortissimo, mai fatto da una donna, prima.
Ma lei è la direttrice creativa di Dior. E’ nell’empireo. E a suo dire, è anche femminista. Se lo può permettere di chiedere: #wetoo
“Anche noi”, avanti insieme. O nessuna. Non diciamo “dateci voce”, ma prendiamocela, strappando il velo di Maya dell’ipocrisia, togliendo ai maschi tutte le foglie di fico.
Non vogliamo una quota, non voglia una fetta, vogliamo metà della torta: #wetoo