DEA vuoto, tubo ossigeno rotto: tutti i pazienti dimessi

DEA Lecce

Clamoroso. Avevamo anticipato che sarebbe successo. Ecco come muore il bene comune per il bene di pochi

di Marilù Mastrogiovanni

Clamoroso. Svuotare un intero ospedale, interrompere il servizio pubblico, perché un tubo abusivo, realizzato senza progetto approvato, non collaudato dai vigili del fuoco, realizzato per agevolare una ditta piuttosto che un’altra, s’è rotto e non si può riparare se non bloccando tutto.

Da stamane alle 9 l’ospedale Covid19 di Lecce, il cosiddetto DEA, non ha più pazienti (precisazione delle 0re 17 dell’11 maggio: tranne 20 in Pneumologia e 20 in Infettivi. Per il resto il reparto Covid19, la terapia intensiva, sub intensiva e rianimazione sono chiuse. Ci scusiamo con i lettori per l’imprecisione).

Bloccare l’erogazione dell’ossigeno in tutto l’ospedale è infatti l’unico modo per poter riparare la rottura delle tubazioni.

L’avevamo anticipato, spiegando che sarebbe successo. E’ quanto abbiamo denunciato nei giorni scorsi nella puntata dell’inchiesta “DEA Lecce, il danno e la beffa” del 7 maggio scorso.

Questo perché, la ditta subappaltatrice della Air Liquide, che ha modificato l’impianto originario, ha collegato maldestramente il tubo che porta i gas medicali dal Vito Fazzi al DEA in un punto che non consente l’erogazione continuata dell’ossigeno nel momento in cui si esegue la manutenzione dell’impianto

Su queste pagine abbiamo pubblicato in esclusiva le foto del tubo rotto e dell’impianto manomesso.

rilievo fotografico dell'Impianto modificato dall'intervento di Air Liquide
Rilievo fotografico dell’Impianto modificato dall’intervento di Air Liquide
Schema impianto ossigeno DEA
Schema dell’impianto dell’ossigeno del DEA modificato da Air Liquide

Abbiamo pubblicato le foto, giorno per giorno, della costruzione del tubo improvvisato e poi della rottura del manto stradale.

Fonti interne alla Asl ci assicurano che sarà sostituito tutto il tubo improvvisato, anche quello sottostante il manto stradale che aveva ceduto ed era stato “riparato” alla meno peggio, apponendovi sopra una lastra di ferro. 

In ogni caso è certo che l’ospedale sia vuoto, non ci sono più pazienti Covid19 né pazienti in Rianimazione, terapia intensiva e sub-intensiva e difficilmente ne saranno ricoverati altri perché, se si dovesse avere necessità di intubarli, l’erogazione dell’ossigeno e la sua corretta pressione, non sono garantite. Ne rimangono 20 in Pneumologia.

La Asl è a conoscenza della rottura del tubo almeno dal 9 aprile, data in cui c’è stato un sopralluogo con i tecnici della Asl, con i tecnici della ditta che ha realizzato il tubo improvvisato e della ditta che ha realizzato l’originario impianto, a norma e collaudato, del DEA.

Il Tacco il 10 aprile ha denunciato poi un’altra rottura e, forse, un’altra perdita: il cedimento del manto stradale posto a copertura dei tubi che trasportano i gas medicali dal Fazzi al DEA. Il manto stradale è stato ripristinato ma con una lastra di ferro provvisoria e non è stato verificato lo stato del tubo interrato.

La ditta che ha realizzato l’impianto originario del Dea, la Rivoira, il 21 aprile scorso ha scritto alla direzione della Asl di Lecce, illustrando come l’allaccio improvvisato abbia compromesso la continuità dell’erogazione dei gas medicali in caso di manutenzione.

Ha usato anche gli schemi dell’impianto di gas medicali e alcuni rilievi fotografici (vedi sopra foto 1 e 2), per spiegare come la modifica dell’impianto e l’allaccio alla bretella improvvisata, abbiano compromesso la possibilità di fare la manutenzione dell’impianto di gas medicali del DEA, senza interrompere l’erogazione dell’ossigeno nell’intero ospedale.

A tal proposito – leggiamo nella relazione a firma di Paolo Tirone, direttore generale di Rivoira – a seguito di una richiesta di intervento pervenuta ai tecnici di Rivoia per la riparazione di un giunto flessibile posto sulla linea dell’aria medicinale al piano -1, i nostri tecnici hanno constatato l’impossibilità di intercettare il ramo dell’anello interessato senza interrompere l’erogazione a tutto il plesso DEA”.

E Rivoira affonda il fendente: “Ciò a causa dell’intervento di modifica dell’anello effettuato recentemente da altra ditta la quale, innestandosi con le proprie tubazioni provenienti dalle centrali esistenti del P.O. Vito Fazzi in un punto a valle del quadro V00 senza prevedere valvole di intercettazioni separate per i due rami dell’anello dell’Aria e dell’Ossigeno, ha vanificato l’intenzione del progetto originario di consentire la manutenzione della linea al piano -1, compresi i giunti flessibili, senza interrompere l’alimentazione di tutto il nuovo impianto”.

Aggiunge Paolo Tirone, direttore generale Rivoira: L’alimentazione del nuovo DEA a partire da centrali significativamente più distanti rispetto a quelle originariamente previste, potrebbe modificare le caratteristiche di portata e di caduta di pressione di progetto secondo le quali è stato dimensionato e verificato l’impianto”.

Rivoira infine ricorda che “gli ampliamenti e le modifiche degli impianti di distribuzione dei gas medicali sono di esclusiva responsabilità del fabbricante che li realizza, ma devono sempre tenere in considerazione le caratteristiche di progetto dell’impianto esistente”.

LA COMUNICAZIONE DELL’ING. ZOCCO E DI AIR LIQUIDE

Gianfranco Lamacchia, ingegnere della Air Liquide, il 22 aprile, il giorno dopo la ricezione da parte di Asl della relazione di Rivoira, scrive a diversi dirigenti Asl che Air Liquide in qualunque momento può intervenire per riparare la rottura del tubo senza interrompere l’erogazione dei gas medicali.

Il giorno dopo, il 23 aprile, Andrea Zocco, ingegnere della Asl che ha collaudato il funzionamento della bretella improvvisata, scrive a vari dirigenti Asl prendendo le distanze e dicendo che lui, che pure ha collaudato il tubo, è venuto in possesso del progetto dell’impianto originario dei gas medicali del DEA, quello realizzato da Rivoira, solo dopo la realizzazione del tubo di collegamento.

Come a dire che lui non c’entra nulla con la realizzazione del tubo, pur essendo il dec, il responsabile dell’esecuzione del contratto di Air Liquide.

Ora, come aveva già denunciato il Tacco, su queste pagine e attraverso un esposto inviato a tutte le Autorità di pubblica sicurezza, oltre che alla Prefetta e al Procuratore, l’ospedale si dovrà fermare per consentire di porre rimedio ad un errore.

Tuttavia, come abbiamo denunciato nelle precedenti puntate della nostra Inchiesta sul DEA, la scelta di realizzare una bretella di collegamento per portare i gas medicali dall’impianto del Vito Fazzi al DEA, bypassando l’originaria e intonsa centrale di gas medicali del DEA, a norma e collaudata, deve essere ricondotta alla ferma volontà della dirigenza della Asl di affidare la fornitura dei gas mdicali del DEA e la relativa manutenzione degli impianti, ad Air Liquide. Abbiamo pubblicato due lettere, una del 6 dicembre e una dell’11 dicembre, rispettivamente del direttore Rodolfo Rollo e della direttrice amministrativa Anna Rita dell’Anna, che provano quanto qui riportiamo.

Una volontà che ha generato, da un lato un danno erariale che abbiamo quantificato in circa 350mila euro (stima in difetto) dall’altro l’interruzione di un servizio pubblico.

Tutto questo, perché ha prevalso l’interesse privato sull’interesse pubblico e sul bene comune.

Per tutto quello che abbiamo documentato, giorno dopo giorno e sempre carte alla mano, senza usare condizionali, abbiamo ricevuto due chiare intimidazioni: un annuncio di querela dal presidente Emilino e un annuncio di querela da Rodolfo Rollo, che lo ha comunicato ad Emiliano su lettera protocollata.

Ora, ci chiediamo: errare è umano ma perseverare è diabolico.

Perché invece di riparare un tubo che ad oggi non ha un progetto approvato con delibera o determina della Asl, non si torna all’originario impianto del DEA, quello collaudato nel dicembre scorso?

Perché non arginare questa continua perdita di soldi pubblici, chiedendo scusa e ammettendo di aver fatto una scelta azzardata?

Se non si facesse questo, sarebbe difficile giustificare alla Gdf che indaga il danno erariale in corso.

Michele Emiliano ha ora l’occasione di tornare indietro, chiedere scusa e ripristinare l’impianto originario dei gas medicali del DEA. La Guardia di Finanza ha già sequestrato i documenti citati dal Tacco che provano la malafede: il disegno di aggirare i bandi e affidare tutto ad una ditta risale al 6 dicembre: prima dell’emergenza. Emergenza su cui c’è chi ha cercato di speculare.

TUTTE LE PUNTATE DELL’INCHIESTA

DEA Lecce senza ossigeno, la vergogna di Emiliano

15 Marzo 2020 – DEA di Lecce, un iter travagliato

16 Marzo 2020 – Ossigeno DEA: lavori in corso senza contratto (guarda le foto)

16 Marzo 2020 – Rollo scrive a Emiliano e conferma: lavori senza contratto

16 Marzo 2020 – M5S: il DG dell’Asl di Lecce Rodolfo Rollo faccia chiarezza

16 Marzo 2020 – Fratelli d’Italia: Emiliano faccia chiarezza sul DEA di Lecce

16 Marzo 2020 – TDM di Casarano: sul DEA di Lecce, carenze e fatti gravissimi

16 Marzo 2020 – Affaire DEA: anche Donato De Giorgi si appella a Emiliano

17 Marzo 2020 – DEA ossigeno, due serbatoi, lavori abusivi e nessun contratto

18 Marzo 2020 – FOTO, DEA ossigeno: proseguono i lavori senza autorizzazione

18 Marzo 2020 – Affaire DEA Lecce: la replica di Air Liquid

18 Marzo 2020 – Codacons Lecce: sulla vicenda del DEA, esposto in Procura

19 Marzo 2020 – DEA Lecce: l’impianto dell’ossigeno appena collaudato

19 Marzo 2020 _  Ossigeno DEA: Agevolare Air Liquide, il piano in una lettera

20 Marzo 2020 – DEA ossigeno: dubbi sulla certificazione antisismica

26 Marzo 2020 –  DEA, anche l’aria sintetica non è autorizzata

8 Aprile 2020 – DEA, ospedale Covid19, ma senza flussometri per l’ossigeno

10 Aprile 2020 – DEA Lecce, ossigeno a rischio: cedono i lavori del tubo

14 Aprile 2020 – DEA ossigeno, la Asl corre (maldestramente) ai ripari

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Marilù Mastrogiovanni

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