INCHIESTA. Il tubo per la fornitura dei gas medicali, rotto, non si può riparare senza interrompere l’erogazione dell’ossigeno. La Asl lo sa dal 9 aprile, ma non fa nulla. La ditta che aveva realizzato l’impianto originario, Rivoira Pharma srl del gruppo Nippon Gases, scrive alla Asl di Lecce una dettagliata relazione. A rischio “la portata e la caduta di pressione” dei gas medicali
di Marilù Mastrogiovanni
Il tubo per la fornitura di gas medicali al DEA di Lecce, ospedale Covid 19, non si potrò riparare senza interrompere l’erogazione dell’ossigeno e dell’aria sintetica all’intero ospedale DEA.
E’ scritto senza mezzi termini nella relazione tecnica che la Rivoira Pharma srl, del gruppo Nippon gases ha inviato il 21 aprile scorso alla pec del protocollo della Asl di Lecce e dunque nelle mani del direttore generale Rodolfo Rollo.
La relazione, in nostro possesso, è a firma di Paolo Tirone, direttore generale di Rivoira, che ha realizzato l’impianto originario e la centrale dei gas medicali, quella collaudata, funzionante e abbandonata senza mai essere entrata in funzione.
Come i lettori del Tacco sanno bene (e come sanno bene i lettori di alcuni giornali quotidiani nazionali che hanno ripreso l’inchiesta, citandoci), l’impianto originario è stato manomesso perché è stata realizzata una bretella di collegamento dall’ospedale Vito Fazzi al Dea, per portare l’ossigeno e l’aria sintetica dal vecchio ospedale al nuovo ospedale Covid-19, il Dea appunto.
Questo progetto improvvisato e mai autorizzato da alcuna delibera o determina della Asl, non ha il collaudo finale dei Vigili del Fuoco, come ha dichiarato al Tacco lo stesso comandante provinciale Giuseppe Bernardo.
Un intervento funzionale ad ampliare il raggio d’azione della Air Liquide, la ditta fornitrice dei gas medicali dell’ospedale Vito Fazzi che ora, grazie alla bretella improvvisata, può rifornire anche il DEA.
Non solo.
Come abbiamo spiegato nelle numerose puntate di quest’inchiesta, il contratto di Air Liquide, scaduto il 31 dicembre scorso e prorogato dopo 78 giorni, riguarda anche la manutenzione degli impianti, dunque anche eventuali rotture dei tubi dei gas medicali del DEA.
E qui arriva il problema.
Il 9 aprile scorso si è tenuto presso il DEA un sopralluogo a cui hanno partecipato il tecnico di riferimento di Rivoira (che ha realizzato l’impianto di gas medicali del Dea) e il tecnico di riferimento di Air Liquide (che grazie alla proroga e al nuovo tubo ora rifornisce il DEA di gas medicali e fa anche le manutenzioni).
In quell’occasione i tecnici rilevarono la perdita e la Rivoira consegnò ad Air Liquide il ricambio del giunto sismico rotto.
Nella stessa occasione il tecnico della Rivoira fece presente che si sarebbe dovuto ripristinare il funzionamento del cosiddetto “anello dei gas medicali” (ossigeno e aria medicale), così come progettato dalla ditta esecutrice dei lavori del DEA (la Rivoia, appunto), per poter garantire ogni intervento di manutenzione sui relativi tronchi dell’anello senza dover mettere fuori servizio l’intero impianto.
Invece è passato un mese e l’impianto continua a perdere ossigeno e aria sintetica, che acquistiamo.
Il Tacco il 10 aprile ha denunciato un’altra rottura e, forse, un’altra perdita: il cedimento del manto stradale posto a copertura dei tubi che trasportano i gas medicali dal Fazzi al DEA. Il manto stradale è stato ripristinato ma con una lastra di ferro provvisoria e non è stato verificato lo stato del tubo interrato.
Nella relazione inviata dalla Rivoira il 21 aprile scorso, usando anche gli schemi dell’impianto di gas medicali e alcuni rilievi fotografici (vedi foto 1 e 2), si spiega come la modifica dell’impianto e l’allacio alla bretella improvvisata, abbiano compromesso la possibilità di fare la manutenzione dell’impiato di gas medicali del DEA, senza interrompere l’erogazione dell’ossigeno nell’intero ospedale.

“A tal proposito – leggiamo nella relazione del direttore generale di Rivoira – a seguito di una richiesta di intervento pervenuta ai tecnici di Rivoia per la riparazione di un giunto flessibile posto sulla linea dell’aria medicinale al piano -1, i nostri tecnici hanno constatato l’impossibilità di intercettare il ramo dell’anello interessato senza interrompere l’erogazione a tutto il plesso DEA”.
E Rivoira affonda il fendente: “Ciò a causa dell’intervento di modifica dell’anello effettuato recentemente da altra ditta la quale, innestandosi con le proprie

tubazioni provenienti dalle centrali esistenti del P.O. Vito Fazzi in un punto a valle del quadro V00 senza prevedere valvole di intercettazioni separate per i due rami dell’anello dell’Aria e dell’Ossigeno, ha vanificato l’intenzione del progetto originario di consentire la manutenzione della linea al piano -1, compresi i giunti flessibili, senza interrompere l’alimentazione di tutto il nuovo impianto”.
Aggiunge Paolo Tirone, direttore generale Rivoira: “L’alimentazione del nuovo DEA a partire da centrali significativamente più distanti rispetto a quelle originariamente previste, potrebbe modificare le caratteristiche di portata e di caduta di pressione di progetto secondo le quali è stato dimensionato e verificato l’impianto”.
Rivoira infine ricorda che “gli ampliamenti e le modifiche degli impianti di distribuzione dei gas medicali sono di esclusiva responsabilità del fabbricante che li realizza, ma devono sempre tenere in considerazione le caratteristiche di progetto dell’impianto esistente”.
LA COMUNICAZIONE DELL’ING. ZOCCO E DI AIR LIQUIDE
Gianfranco Lamacchia, ingegnere della Air Liquide, il 22 aprile, il giorno dopo la ricezione da parte di Asl della relazione di Rivoira, scrive a diversi dirigenti Asl che Air Liquide in qualunque momento può intervenire per riparare la rottura del tubo senza interrompere l’erogazione dei gas medicali.
Il giorno dopo, il 23 aprile, Andrea Zocco, ingegnere della Asl che ha collaudato il funzionamento della bretella improvvisata, scrive a vari dirigenti Asl prendendo le distanze e dicendo che lui, che pure ha collaudato il tubo, è venuto in possesso del progetto dell’impianto originario dei gas medicali del DEA, quello realizzato da Rivoira, solo dopo la realizzazione del tubo di collegamento.
Come a dire che lui non c’entra nulla con la realizzazione del tubo, pur essendo il dec, il responsabile dell’esecuzione del contratto di Air Liquide.
Ad oggi questo non è avvenuto.
Il tubo è rotto, la fuoriuscita dei gas medicali è in corso: ogni secondo che passa si perdono gas medicali e soldi.
Si mette a rischio la salute delle persone, in quanto non è garantita la stabilità della pressione e della portata dell’ossigeno e dell’aria sintetica, come ha scritto Rivoira.
EPILOGO
Come direttrice del Tacco d’Italia e come cittadina, essendo venuta a conoscenza il 21 marzo scorso, della probabile rottura del tubo in prossimità del cedimento del manto stradale, dopo aver pubblicato la notizia e aver sentito l’opinione degli esperti (due presidenti dell’Ordine degli ingegneri: Raffaele Dell’Anna, componente del team di esperti che ha realizzato la certificazione antisismica del DEA e Daniele De Fabrizio, già presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Lecce) che lanciavano un allarme sulla probabile instabilità dell’impianto dei gas medicali, ho sporto formale esposto-denuncia a tutti i comandi provinciali delle forze dell’ordine della provincia di Lecce e alla Procura della Repubblica, ponendo la denuncia all’attenzione del procuratore.
Tanto dovevo, ho scritto, perché informata del reale e imminente pericolo a cui i pazienti ricoverati al DEA sarebbero potuti andare incontro a causa della rottura del tubo.
Non trattandosi di quisquilie come la mancanza dei lavandini, che pure ha avuto molta eco, ho ritenuto in coscienza di avvisare immediatamente l’autorità pubblica.
La Guardia di Finanza ha acquisito numerosa documentazione sul DEA e sulla proroga ad Air Liquide.
Ma non ha (ancora) acquisito la relazione di Rivoira che in maniera inequivocabile spiega il grave danno arrecato all’impianto e alle tasche dei cittadini.
A tutte le domande che ho posto al presidente e assessore alla sanità Michele Emiliano, a Rodolfo Rollo direttore generale Asl Lecce, ad Annarita Dell’Anna direttrice amministrativa ospedale Vito Fazzi, ad Andrea Zocco responsabile dell’esecuzione del contratto con Air Liquide, al geometra Urso, rup del tubo improvvisato, non ho mai ricevuto risposta.
Però sono state annunciate due querele: una da parte del presidente e assessore Emiliano, l’altra da parte di Rodolfo Rollo, che in una lettera protocollata comunica ad Emiliano che procederà nei miei confronti.
Queste sono intimidazioni, a cui tuttavia non ci pieghiamo.
I fatti sono testardi (cit.).
TUTTE LE PUNTATE DELL’INCHIESTA
DEA Lecce senza ossigeno, la vergogna di Emiliano
15 Marzo 2020 – DEA di Lecce, un iter travagliato
16 Marzo 2020 – Ossigeno DEA: lavori in corso senza contratto (guarda le foto)
16 Marzo 2020 – Rollo scrive a Emiliano e conferma: lavori senza contratto
16 Marzo 2020 – M5S: il DG dell’Asl di Lecce Rodolfo Rollo faccia chiarezza
16 Marzo 2020 – Fratelli d’Italia: Emiliano faccia chiarezza sul DEA di Lecce
16 Marzo 2020 – TDM di Casarano: sul DEA di Lecce, carenze e fatti gravissimi
16 Marzo 2020 – Affaire DEA: anche Donato De Giorgi si appella a Emiliano
17 Marzo 2020 – DEA ossigeno, due serbatoi, lavori abusivi e nessun contratto
18 Marzo 2020 – FOTO, DEA ossigeno: proseguono i lavori senza autorizzazione
18 Marzo 2020 – Affaire DEA Lecce: la replica di Air Liquid
18 Marzo 2020 – Codacons Lecce: sulla vicenda del DEA, esposto in Procura
19 Marzo 2020 – DEA Lecce: l’impianto dell’ossigeno appena collaudato
19 Marzo 2020 _ Ossigeno DEA: Agevolare Air Liquide, il piano in una lettera
20 Marzo 2020 – DEA ossigeno: dubbi sulla certificazione antisismica
26 Marzo 2020 – DEA, anche l’aria sintetica non è autorizzata
8 Aprile 2020 – DEA, ospedale Covid19, ma senza flussometri per l’ossigeno
10 Aprile 2020 – DEA Lecce, ossigeno a rischio: cedono i lavori del tubo
14 Aprile 2020 – DEA ossigeno, la Asl corre (maldestramente) ai ripari
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Marilù Mastrogiovanni
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