25 Aprile 2020

di Barbara Toma

Dopo 4 giorni di pioggia incessante è finalmente arrivato il sole.

Nei giorni di pioggia siamo rimaste sempre dentro, il lockdown senza l’uso del giardino è decisamente più pesante.

Il primo giorno siamo uscite ugualmente, abbiamo corso libere nella pioggia ed è stato divertente e liberatorio.

Poi la pioggia è diventata come una costante e continua doccia fredda e abbiamo preferito restare dentro, al caldo, a ballare come matte in salotto o a guardare un bel film tutte insieme, magari mangiando il nostro piatto preferito.

Già.

Nel frattempo però, sotto la stessa incessante pioggia e chissà da quanto tempo, su una barca improvvisata vagavano in mare delle donne, delle ragazze e delle bambine come noi…

Giovedì mattina a San Cataldo, nella marina di Lecce, esattamente a 4 km da casa mia, sono stati salvati 33 migranti provenienti da Siria, Iraq ed Egitto.

18 uomini, 5 donne (di cui una incinta) e ben 10 minori (la più piccola di soli 2 anni).

Il loro unico torto? Non essere nati qui, dove qualcuno altro ha già lottato e perso la vita per regalarci le libertà di cui godiamo.

Che senso ha tutto questo?

Che merito abbiamo noi? Che colpa hanno loro?

Oggi è il 25 Aprile, 75mo anniversario della liberazione d’Italia, il primo senza cortei, senza raduni, senza manifestazioni.

Oggi, più che mai, dobbiamo rendere onore alla memoria di chi ha combattuto per liberare l’Italia dal governo fascista e dalla dittatura nazista.

Ogni anno, guardando i vecchietti sfilare alle cerimonie per la Liberazione, mi chiedo per quanto tempo ancora avremo la fortuna di poter sentire le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle quei giorni. Il 1945 è sempre più lontano e loro sempre meno.

Mentre vi scrivo la quota di decessi per Covid-19, in Italia, è arrivata 25.549. Molti di questi erano anziani. Così, in un colpo solo, abbiamo perso un bel po’ di importanti testimoni di quella lotta per la libertà.

Per loro, per noi stessi e per i nostri figli abbiamo il dovere di ricordare.

la libertà non è un regalo, è una conquista’

Per noi è stato qualcosa di scontato, un diritto acquisito, e forse è per questo che facciamo fatica a comprenderlo a fondo.

Siamo ancora liberi. Liberi di dire ciò che vogliamo, di vestirci come vogliamo, di studiare, di ribellarci, di informarci, di essere diversi, di riunirci su flack, zoom, telegram e quanto altro, ma quanto ci ha tolto questa emergenza sanitaria?

Se l’isolamento e la quarantena ci hanno insegnato qualcosa, è che le nostre libertà ci piacevano tanto… Allora difendiamole, ricordiamoci la nostra fortuna e auguriamoci di tornare a viverle a pieno.

LIBERI TUTTI

liberi di reagire all’isolamento come ci pare

liberi di tornare a recitare davanti a un pubblico e smettere di agitarsi davanti a uno schermo

liberi di tuffarsi in mare

liberi di toccarsi, di fare l’amore, di vedere amici, parenti e persone care

liberi di viaggiare e spostarsi nel mondo

liberi di mostrare il volto in pubblico

liberi di abortire

liberi di correre

liberi di passeggiare nella natura

liberi di giocare all’aperto

liberi di toccare

liberi di scegliere come curarci

liberi di rischiare

liberi di morire come preferiamo

liberi di stare accanto ai nostri malati

liberi dalla paura

liberi dall’incertezza

liberi dalle preoccupazioni

liberi dal ‘andrà tutto bene’

liberi dall’attesa

liberi dalla fame

liberi dai pali superflui, dalla ricrescita e dalla tuta

liberi dalla follia di protagonismo

liberi dalle dirette

liberi dai bollettini di morte

liberi dalla solitudine

liberi dal buco nell’ozono

liberi dalle cavallette

liberi dalle differenze sociali

liberi dallo smog

liberi dagli allevamenti intensivi

liberi dai virus

liberi dalle prese per il culo

liberi dall’assenza di aiuti

liberi dai sacrifici senza precedenti

liberi di viverre giornate sempre diverse

liberi di vagare nella notte

liberi da chi pensa che ‘tanto muoiono solo gli anziani’

gli anziani sono la nostra memoria

la nostra memoria è la nostra identità

perché ciò che non si ricorda non esiste

liberi da chi sostiene che il 25 aprile sia una festa inutile

e liberi di mandare a quel paese chi lo sostiene

(come ha fatto Stefano Massini durante la trasmissione Piazzapulita)

liberi di cantare bella ciao tutti insieme dal balcone, oggi alle 15

liberi di aderire con lhashtag #iorestolibera #iorestolibero

e seguire il programma di tutte le iniziative su www.25aprile2020.it.

Mia figlia ha scaricato un partito di musica dalla rete, era troppo difficile, allora ha chiesto aiuto alla sua splendida insegnante di pianoforte, un’artista molto sensibile e speciale. Poi ha visto dei video e si è messa al lavoro. Alla fine mi ha sorpreso suonando “Bella ciao”!

Oggi canteremo e suoneremo consapevoli di essere insieme a tanti altri, ma da sole, qui in campagna, isolate da tutto e da tutti.

I nostri canti in veranda non verranno uditi da nessuno, ma si aggiungeranno ai canti di tanti altri in tutto il Paese.

Buon 25 aprile, amici miei.

Manteniamo viva la memoria di ciò che è accaduto per renderci liberi, di come ci siamo sentiti perdendo solo una parte di quelle libertà conquistate per noi dai partigiani, di quanto sia orrendo perderle, della fortuna che abbiamo ad averle avute in eredità, di quanto sia difficile e senza giustizia alcuna l’esistenza di chi non ha diritto alle nostre stesse libertà e rischia la vita per averle, di quanto sia assurdo negargli i diritti per cui noi non abbiamo mai neanche combattuto.

Nazionalità italiana a tutti i rifugiati richiedenti asilo, subito!

I veri partigiani sono loro.

Liberi di poter sbarcare,

liberi di poter diventare italiani,

liberi di fare il proprio mestiere,

liberi di vivere dignitosamente,

liberi di festeggiare con noi.

Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.

Sandro Pertini

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