di Barbara Toma
Dopo 4 giorni di pioggia incessante è finalmente arrivato il sole.
Nei giorni di pioggia siamo rimaste sempre dentro, il lockdown senza l’uso del giardino è decisamente più pesante.
Il primo giorno siamo uscite ugualmente, abbiamo corso libere nella pioggia ed è stato divertente e liberatorio.
Poi la pioggia è diventata come una costante e continua doccia fredda e abbiamo preferito restare dentro, al caldo, a ballare come matte in salotto o a guardare un bel film tutte insieme, magari mangiando il nostro piatto preferito.
Già.
Nel frattempo però, sotto la stessa incessante pioggia e chissà da quanto tempo, su una barca improvvisata vagavano in mare delle donne, delle ragazze e delle bambine come noi…
Giovedì mattina a San Cataldo, nella marina di Lecce, esattamente a 4 km da casa mia, sono stati salvati 33 migranti provenienti da Siria, Iraq ed Egitto.
18 uomini, 5 donne (di cui una incinta) e ben 10 minori (la più piccola di soli 2 anni).
Il loro unico torto? Non essere nati qui, dove qualcuno altro ha già lottato e perso la vita per regalarci le libertà di cui godiamo.
Che senso ha tutto questo?
Che merito abbiamo noi? Che colpa hanno loro?
Oggi è il 25 Aprile, 75mo anniversario della liberazione d’Italia, il primo senza cortei, senza raduni, senza manifestazioni.
Oggi, più che mai, dobbiamo rendere onore alla memoria di chi ha combattuto per liberare l’Italia dal governo fascista e dalla dittatura nazista.
Ogni anno, guardando i vecchietti sfilare alle cerimonie per la Liberazione, mi chiedo per quanto tempo ancora avremo la fortuna di poter sentire le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle quei giorni. Il 1945 è sempre più lontano e loro sempre meno.
Mentre vi scrivo la quota di decessi per Covid-19, in Italia, è arrivata 25.549. Molti di questi erano anziani. Così, in un colpo solo, abbiamo perso un bel po’ di importanti testimoni di quella lotta per la libertà.
Per loro, per noi stessi e per i nostri figli abbiamo il dovere di ricordare.
‘la libertà non è un regalo, è una conquista’
Per noi è stato qualcosa di scontato, un diritto acquisito, e forse è per questo che facciamo fatica a comprenderlo a fondo.
Siamo ancora liberi. Liberi di dire ciò che vogliamo, di vestirci come vogliamo, di studiare, di ribellarci, di informarci, di essere diversi, di riunirci su flack, zoom, telegram e quanto altro, ma quanto ci ha tolto questa emergenza sanitaria?
Se l’isolamento e la quarantena ci hanno insegnato qualcosa, è che le nostre libertà ci piacevano tanto… Allora difendiamole, ricordiamoci la nostra fortuna e auguriamoci di tornare a viverle a pieno.
LIBERI TUTTI
liberi di reagire all’isolamento come ci pare
liberi di tornare a recitare davanti a un pubblico e smettere di agitarsi davanti a uno schermo
liberi di tuffarsi in mare
liberi di toccarsi, di fare l’amore, di vedere amici, parenti e persone care
liberi di viaggiare e spostarsi nel mondo
liberi di mostrare il volto in pubblico
liberi di abortire
liberi di correre
liberi di passeggiare nella natura
liberi di giocare all’aperto
liberi di toccare
liberi di scegliere come curarci
liberi di rischiare
liberi di morire come preferiamo
liberi di stare accanto ai nostri malati
liberi dalla paura
liberi dall’incertezza
liberi dalle preoccupazioni
liberi dal ‘andrà tutto bene’
liberi dall’attesa
liberi dalla fame
liberi dai pali superflui, dalla ricrescita e dalla tuta
liberi dalla follia di protagonismo
liberi dalle dirette
liberi dai bollettini di morte
liberi dalla solitudine
liberi dal buco nell’ozono
liberi dalle cavallette
liberi dalle differenze sociali
liberi dallo smog
liberi dagli allevamenti intensivi
liberi dai virus
liberi dalle prese per il culo
liberi dall’assenza di aiuti
liberi dai sacrifici senza precedenti
liberi di viverre giornate sempre diverse
liberi di vagare nella notte
liberi da chi pensa che ‘tanto muoiono solo gli anziani’
gli anziani sono la nostra memoria
la nostra memoria è la nostra identità
perché ciò che non si ricorda non esiste
liberi da chi sostiene che il 25 aprile sia una festa inutile
e liberi di mandare a quel paese chi lo sostiene
(come ha fatto Stefano Massini durante la trasmissione Piazzapulita)
liberi di cantare bella ciao tutti insieme dal balcone, oggi alle 15
liberi di aderire con l’hashtag #iorestolibera #iorestolibero
e seguire il programma di tutte le iniziative su www.25aprile2020.it.
Mia figlia ha scaricato un partito di musica dalla rete, era troppo difficile, allora ha chiesto aiuto alla sua splendida insegnante di pianoforte, un’artista molto sensibile e speciale. Poi ha visto dei video e si è messa al lavoro. Alla fine mi ha sorpreso suonando “Bella ciao”!
Oggi canteremo e suoneremo consapevoli di essere insieme a tanti altri, ma da sole, qui in campagna, isolate da tutto e da tutti.
I nostri canti in veranda non verranno uditi da nessuno, ma si aggiungeranno ai canti di tanti altri in tutto il Paese.
Buon 25 aprile, amici miei.
Manteniamo viva la memoria di ciò che è accaduto per renderci liberi, di come ci siamo sentiti perdendo solo una parte di quelle libertà conquistate per noi dai partigiani, di quanto sia orrendo perderle, della fortuna che abbiamo ad averle avute in eredità, di quanto sia difficile e senza giustizia alcuna l’esistenza di chi non ha diritto alle nostre stesse libertà e rischia la vita per averle, di quanto sia assurdo negargli i diritti per cui noi non abbiamo mai neanche combattuto.
Nazionalità italiana a tutti i rifugiati richiedenti asilo, subito!
I veri partigiani sono loro.
Liberi di poter sbarcare,
liberi di poter diventare italiani,
liberi di fare il proprio mestiere,
liberi di vivere dignitosamente,
liberi di festeggiare con noi.
Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.
Sandro Pertini
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