L’orco è il nonno

Quarantatre anni fa, un bimbo di sei anni a Racale, paese di poche migliaia di anime nel basso Salento, scompare nel nulla. Un contesto di omertà e oscurantismo, ha coperto per 43 anni, il responsabile di quello che sembra sulle prime un rapimento.
Di rapimento si parla da subito, ma i genitori non denunciano nessuno.
Denunceranno dopo 33 anni. Sono testimoni di Geova e il nome che indicano nella denuncia è quello di un loro confratello. L’appartenenza alla stessa confessione religiosa impedisce loro di sporgere denuncia, sebbene, scrivono, sia proprio quell’uomo ad aver fatto richieste estorsive subito dopo la scomparsa del piccolo Mauro. Ma il vincolo di appartenenza alla setta è più forte del dolore e della sete di giustizia e verità: così, i genitori di Mauro tacciono fino a che l’uomo non abbandona la setta religiosa. A quel punto, nel 2010, denunciano. Anche il fratello maggiore di Mauro, dopo 33 anni, afferma di aver visto il fratellino allontanarsi con l’uomo, amico di famiglia, a bordo della sua Vespa blu. Il nome è coperto da segreto istruttorio. Fino ad oggi.
E’ stato arrestato infatti A.S., un settantenne del posto, già condannato per 14 casi di pedofilia. Allo stesso uomo, recentemente, sono stati attribuiti altri 18 reati per violenza sui minori.
Secondo gli inquirenti è stato lui ad aver fatto richieste estorsive alla famiglia. Sua la Vespa blu.
E forse sono del piccolo Mauro le ossa ritrovate nel dicembre scorso nel pozzo profondissimo di contrada Fichella. Forse, se più forte del legame tra gli affiliati alla setta religiosa fosse stata la fiducia nelle forze dell’ordine e nello Stato, Mauro oggi sarebbe vivo. Certamente, se le indagini della Procura fossero state più veloci (la prima denuncia, sebbene tardiva, dei genitori è comunque di 10 anni fa) non avrebbero subito violenza tutti quei bambini, almeno 14, forse 32, che non hanno fatto la fine di Mauro, ma che sono rimasti segnati per la vita. MLM

di Thomas Pistoia

Lu nonnu.
Lu nonnu è tanto buono.
Lu nonnu è simpatico.
Lu nonnu fa i regali.
Per questo il bambino va sempre a fargli visita. Ci va con la bici, appena finisce i compiti. Non lo dice alla mamma e neanche al papà. Lu nonnu gli ha chiesto di non farlo che è un segreto. Una cosa tra loro due. E poi scoprirebbero che ha iniziato a fumare con le sigarette che gli dà lui. E ci sono pure quelle cose che gli insegna… I suoi genitori si arrabbierebbero molto, se sapessero anche cosa impara dal vecchio.
Non conviene. Da quando lo conosce, il bambino ha sempre qualche soldo in tasca. E caramelle. E giochi. Deve soltanto fare un pochino “quelle cose”.
Certo, l’unica rottura è che d’inverno fa freddo. Pure che il camino è acceso, stanno sempre tutti e due in mutande. O nudi. Lu nonnu appena lui entra in casa gli dice spogliati e gli prepara subito una cioccolata calda. Poi gli chiede, le vuoi le caramelle?
Mentre beve la cioccolata, parlano un po’. Il vecchio gli chiede della scuola. Parla e gli accarezza i capelli, le braccia, la schiena, dolcemente. Gli fa un po’ di solletico.
Poi chiede che lui ricambi le carezze. E lo abbraccia. E dice nipotino, nipotino mio.
Lu nonnu vuole sempre sapere se il bambino ha la fidanzata. Glielo chiede ogni volta.
Ce l’hai la fidanzata?
No.
Sicuro?
Sicuro.
E non c’è nessuna che ti piace?
Mi piace la sorella del mio compagno di banco, ma è troppo grande.
E allora devi trovare una fidanzata della tua età. Però devi essere preparato. Che fai con la fidanzata?
Boh. La bacio?
La baci. E poi?
Poi stiamo nudi nel letto.
Lu nonnu scoppia a ridere.
E che ci fate nudi nel letto?
Boh. Ci ribaciamo.
Vedi? Non sai niente. Ma posso insegnarti io come si fa.
Davvero?
Davvero. Per esempio, ora ti faccio vedere come si bacia.
Dopo qualche secondo il bambino fa dei versi, sbatte la bocca.
Che c’è? Non ti è piaciuto?
Mpf… Non so, la saliva…
Che ha la saliva?
E’ bagnata.
Lu nonnu ride di nuovo. Eh, ma è così che si fa! Tutte le cose che si fanno con la fidanzata sono bagnate, sai? Per esempio, quando sei da solo con lei, devi prendere la sua mano, come sto facendo io adesso con te, vedi? Vedi? La metti qui.
S-sì, ma…
Non preoccuparti, dice lu nonnu sorridendo, non succede mica niente. Si muove, ma è normale. Tu devi solo fare questo, così.
Così, così.
Il vecchio ansima. Il bambino pensa che ansima come Jack, il cane di Mimino, un altro suo compagno di scuola. Jack fa in questo modo dopo che ha corso tanto. Lu nonnu è disteso, non sta correndo, eppure…
Ecco, ecco cosa intendeva quando parlava di cose bagnate.
Il vecchio non ansima più. Si riposa, mentre il bambino si asciuga la mano con uno scottex. Poi gli dice… Gli dice che questa cosa la sua fidanzata gliela può fare con la mano, ma ci sono anche altre possibilità.
Davvero?
Sì, con altre parti del corpo.
Tipo?
Uno è questo. Lu nonnu mima il gesto.
Bleah! Che schifo!
Ma no, non fa schifo.
Chissà che saporaccio! E l’altro modo?
Lu nonnu dice aspetta, ti faccio vedere un video. E prende il cellulare.
Mentre il bambino guarda, il vecchio lo stringe a sé.
Lo tocca.
Poi dice ora ci dobbiamo salutare. Tieni. Gli dà 10 euro. Ci vediamo domani. Dalla finestra, lo guarda salire sulla bicicletta. Come pedala! Sarà in ritardo, oppure non vede l’ora di andare a spendere quei soldi.
Lu nonnu si distende di nuovo. Man mano che l’età avanza, queste attività diventano più spossanti. Si appisola e ricomincia quel sogno, sempre lo stesso.
Un gruppo di bambini. Giocano a nascondino, uno di loro conta col viso alla parete… Uno, due, tre, quattro, cinque… Gli altri si nascondono… sei, sette, otto, nove… Uno tra quelli che si nascondono vuole essere sicuro, ma proprio sicuro di non essere trovato e si allontana. Si allontana un po’.
Si allontana troppo.
Sta lì, dietro un cespuglio, e spia. Tende l’orecchio per udire se quell’altro ha smesso di contare e ha cominciato a cercare.
E’ così concentrato, che non si è accorto che alle sue spalle c’è un uomo. Un giovane, che all’improvviso gli preme una mano sulla bocca e se lo porta via.
Passa del tempo. Gli amici del nascondino non vedono tornare il bambino e cominciano a chiamarlo. Poi arrivano i suoi nonni e anche loro gridano il suo nome, invano.
Lu nonnu si sveglia di colpo, si alza a sedere sul letto. Il sogno, l’incubo, finisce sempre così.
Sono passati quarantadue anni. Quarantadue.
Ma cos’è questo lampeggiare blu che passa attraverso la finestra?
Quarantadue anni. Oggi il bambino del sogno ne avrebbe quarantotto.
Lu nonnu deve alzarsi.
Bussano alla porta.

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