Nel gruppo di amichette di mia figlia (9 anni) gira voce che ad una bambina di loro conoscenza sia venuto ciclo. Cosaaaa?! Di già?!!
Attonita mi dico che non è possibile, sono ancora delle bambine! E così decido che si tratta semplicemente di una storia da loro inventata.
Ma il dubbio resta: siamo già a questo punto? In effetti sono anni che leggo articoli su come si sia abbassata l’età dell’adolescenza nei ragazzi, ma non pensavo si riferissero a bambini delle scuole primarie!
In tutti i casi poco importa se la storia che raccontano corrisponda o meno al vero, Frida e le sue amiche ne parlano, questo già basta.
Nel frattempo mi ritrovo costretta ad indossare ben due reggiseni,uno sopra l’altro, nel disperato tentativo di contenere il petto a tal punto da impedire qualsiasi tipo di movimento. Che improvvisamente mi ritrovo con dei seni gonfi, duri, sensibilissimi anche al minimo tatto e molto dolenti, neanche avessi appena partorito e mi stesse per arrivare la montata lattea.
Eh già, a volte capita, altre volte invece devo convivere con crampi alla pancia e dolori ai reni, ma tutto sommato sono fortunata, ho amiche che ogni mese affrontano vere e proprie emorragie, e dolori debilitanti, io ho un flusso breve e poco doloroso. In compenso devo combattere con pesanti sintomi di pre-mestruo, come i seni con cui ho a che fare oggi, dei cali di energia improvvisi oppure momenti di infinita e ingiustificata tristezza.
E’ parte del mio quotidiano, come per tutte le donne, ogni mese per almeno 40 anni.
E così, in un modo o nell’altro, sono giorni in cui mi ritrovo a pensare più del dovuto a ‘loro’:
LE MESTRUAZIONI.
Se, per caso, avete provato un senso di fastidio leggendo ciò che ho scritto fino a qui, sappiate che è normale. Io stessa mi sono sentita un po’ strana nel parlarvi delle mie mestruazioni e di come le vivo.
Infatti è un tema assolutamente tabù.
Tanto che la parola stessa, tabù, deriva proprio dalla polinesiana “tapua”, che significa mestruo.
E questo rappresentano ancora oggi le mestruazioni: il residuo di un tabù arcaico.
La notizia della bambina con il ciclo si è diffusa velocemente e così, l’altro giorno, nello spogliatoio della scuola di danza, c’era un po’ di agitazione. Le bimbe mormoravano qualcosa in merito, ridevano, si lanciavano occhiate complici… è bastato che una bambina un po’ più coraggiosa lo dicesse ad alta voce, in presenza di alcune mamme, per scatenare il subbuglio generale.
E’ stato allora che ho assistito, incredula, al seguente dialogo tra una bambina e sua madre:
mamma
‘Il ciclo? E tu, lo sai cos’è il ciclo?’
bambina (supportata dalle amiche che suggerivano)
’ehm… no, ma ha a che fare con delle macchie di sangue nelle mutandine’
mamma (evidentemente agitata)
‘No! Ma che dici stupidina? Sangue?! Ma noooo’
Quella sera, a casa, continuavo a pensarci. Non riuscivo a capire:
Perché, perché lo ha fatto, perché ha mentito a sua figlia?
La cosa mi ha colpito a tal punto da spingermi ad indagare.
MESTRUAZIONI
qualche informazione
In genere tendono ad arrivare tra i 10 e i 15 anni di età.
A seconda della predisposizione genetica, ma anche del tessuto adiposo.
Scopro così che l’epidemia di obesità dei bambini moderni, nelle bambine ha quest’ulteriore ripercussione: lo sviluppo precoce.
L’arrivo delle prime mestruazioni (detto menarca) è un momento che segna ogni donna del pianeta. Bene o male, tutte ci ricordiamo come è avvenuto. E’ un vero e proprio rito di passaggio. Ma, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare da un momento così importante della vita, non costituisce in alcun modo qualcosa di cui andar fieri.
Le mestruazioni sono da sempre qualcosa di ‘sporco’ , di cui vergognarsi, qualcosa da nascondere. Nell’immediato riceviamo i complimenti per ‘essere diventate delle signorine’ salvo poi tenere la cosa per noi e non parlare più.
Il menarca può essere un’esperienza scioccante e avere effetti negativi sulla futura autostima delle ragazze.
Mi vien da pensare, allora, che sarebbe il caso di lavorare sulla formazione di bambine consapevoli e preparate. Di fare educazione sessuale fin da subito, non solo per dare delle informazioni pratiche su come affrontare la cosa al meglio a livello igienico. Ma anche per cercare di abbattere l’immagine negativa che le mestruazioni portano con sé e insegnare alle proprie figlie a valorizzare il lato positivo di questo nostro mensile appuntamento con la luna. Sottolineare il lato magico di un tale meraviglioso miracolo della natura, guidarle fino ad amare e rispettare il proprio corpo, compreso il ciclo mestruale. Evento degno del più assoluto rispetto.
Bisognerebbe cercare di passar loro delle informazioni libere dai tabù. Che vedono il ciclo mestruale come qualcosa di innominabile, tanto che, cercando su Google, ci si imbatte in migliaia di diversi nomignoli ed espressioni per definirlo.
Unico particolare in comune: l’accezione negativa che si dà ad esse
Qualcosa che, come tutte le altre faccende legate al femminile, viene ignorato. E ciò che non si conosce spaventa.
E che dire delle asettiche e irreali macchie di liquido blu negli spot pubblicitari degli assorbenti?
E’ rivoluzionaria la recente prima pubblicità di assorbenti dove il sangue mestruale è un liquido rosso sangue. L’ha realizzata Nuvenia, che ha lanciato la campagna #BloodNormal, ed è promotore dell’iniziativa #AboutBloodyTime, un programma di educazione sanitaria che riguarderà le zone più svantaggiate del Regno Unito.
Le cose stanno cambiando, si è iniziato a parlare di mestruazioni, intanto per rivendicare il riconoscimento di assorbenti e tamponi come beni di prima necessità; la famosa Tampon Tax che in altri Paesi è stata notevolmente abbassata o abolita, da noi è rimasta, con l’unica eccezione per i prodotti biodegradabili e compostabili (guarda caso i più costosi), la cui Iva è stata abbassata al 5%.
Altrove è già in atto una vera e propria rivoluzione mestruale, che ha anche il suo Manifesto: Questo è il mio sangue – Manifesto contro il tabù delle mestruazioni
un testo francese scritto da Elise Thiébaut (Einaudi).
Perché parlare apertamente di mestruazioni significa, per ogni donna, accedere a una nuova consapevolezza di sé, del proprio corpo e della propria identità.
E anche da noi qualcuno sta lavorando per cambiare le cose.Per esempio Roberta Marasco (del blog rosapercaso) che gira il Paese con il suo progetto scatola rossa. L’idea è semplice: posizionare una scatola per la distribuzione, o lo scambio, di assorbenti gratuiti nei bagni di tutte le scuole. Ma, a quanto pare, se bene sia poco dispendiosa e facilmente attuabile, non è facile che le scuole la applichino. E lei si trova ad affrontare assurde resistenze.
Eppure sarebbe importante.
Non solo perché gli assorbenti costano, non solo per aiutare le ragazze a parlarne apertamente. Ma anche, e soprattutto, perché le mestruazioni devono diventare visibili, devono rivendicare un posto nello spazio pubblico. È il primo passo perché il femminile smetta di essere fatto di segreti e tabù.
Ho una figlia di 9 anni e il momento per parlare di mestruazioni.
Auguratemi buona fortuna
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