Mafia italo-greca, smantellata da un “Sestante”

Maxi operazione contro traffiking e smuggling: tratta e sfruttamento di esseri umani. Un coordinamento internazionale tra DDA di Lecce, Scico di Roma, Polizia e Guardia costiera greca, Europol, Eurojust, DNA, Frontex contro il traffico di esseri umani: 13 arresti e 29 indagati

Con l’Operazione Sestante, la lotta alla mafia transnazionale segna un punto a proprio favore: dopo un anno di indagini, un coordinamento interforze smantella un’organizzazione italo – greca dedita alla tratta di migranti. Se la criminalità si globalizza, anche il paradigma per comprenderla e gli strumenti per combatterla, evolvono. L’autosufficienza diventa un modello obsoleto e la sempre più auspicata cooperazione tra gli Stati dà i suoi buoni frutti, bloccando – nel caso specifico – un traffico di essere umani sulla rotta che dalla Turchia giunge in Salento, passando per Atene e Corfù.

LA RETE D’INDAGINE INTERNAZIONALE
E’ il 12 dicembre 2019. Si è fatto giorno da poco quando, oltre 100 militari del Comando Provinciale di Lecce e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma della Guardia di Finanza (Scico)  in sinergia con la Polizia e la Guardia Costiera greche, con il personale Europol – European Migrant Smuggling Centre (Emsc) dislocato sul luogo delle operazioni, coordinati da Eurojust (Paesi Bassi), dalla Direzione Nazionale Antimafia e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, eseguono un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dai magistrati della Dda di Lecce ed emessa dal Gip, a carico di 13 persone, 6 in Grecia e 7 in Italia (Tommaso Ferrero, 27 anni, di Brindisi; Davide Lacalaprice, 30 anni, di Brindisi; Giuseppe Alessio Mignarri, 30 anni, di Cisternino; Anas Mohammad, 26 anni, palestinese; Dalil Mohammad, 35 anni, siriano; Natale Morleo, 37 anni, di Brindisi; Maria Sara Zecca, 25 anni, di Brindisi).
L’operazione, svoltasi sulle due sponde dell’Adriatico, è stata resa possibile grazie alla nascita di una Squadra Investigativa Comune (Sic)  cui hanno partecipato magistrati italiani e greci, finanzieri leccesi, polizia dell’Attica – Divisione Immigrazione e la Hellenic Coast Guard di Corfù. Questa collaborazione transnazionale (regolamentata dalla risoluzione del Consiglio d’Europa 2017/C 18/01) ha permesso di identificare i membri del sodalizio che agivano in Grecia e di acquisire prove sull’operatività e la responsabilità dei complici.

GLI STRUMENTI D’INDAGINE
Quali gli strumenti di indagine? Innanzitutto le intercettazioni. Di tutti i tipi: telefoniche, ambientali e telematiche. Le riprese video hanno poi fatto il resto, consentendo di comprendere il ruolo di ogni singolo componente dell’organizzazione.

LE RETE CRIMINALE
La divisione dei compiti della dei due gruppi criminali era netta: il gruppo italiano si occupava di reperire le imbarcazioni. I natanti venivano trasferiti in acque greche per essere consegnati alla compagine ellenica con la complicità di numerosi connazionali presenti in Salento e in provincia di Brindisi. La cellula greca era impegnata, invece, in reclutamento e trasporto di migranti arrivati attraverso il confine turco, fino al loro successivo imbarco alla volta delle coste leccesi, a un costo non inferiore ai 6 mila euro pro capite.
L’insieme di queste attività ha permesso di disegnare il tragitto dei migranti che, partiti dai paesi di origine raggiungevano la Turchia e da lì si spostavano in Grecia, ad Atene. Qui erano alloggiati in attesa dell’imbarco. Poi il trasporto sull’isola di Corfù, in strutture turistiche e da qui verso le coste italiane con barche portate dall’Italia.
Gli spostamenti e i viaggi sono stati monitorati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico – finanziaria di Lecce grazie al supporto della Guardia Costiera di Corfù e a quello aereo e dei mezzi navali del Reparto Operativo Aeronavale di Bari della Guardia di Finanza, in collaborazione con i velivoli di Frontex  presenti nell’area del Canale d’Otranto.
In numeri, durante le fasi dell’operazione, sono stati intercettati 7 episodi migratori (definiti sbarchi fantasma), 99 migranti irregolari, 2 scafisti arrestati in territorio greco e 29 persone denunciate.
Cifre, strumenti e mezzi messi in campo raccontano di un’operazione imponente che ha usufruito della supervisione e del supporto concreto di Europol con l’invio di esperti del suo Centro Europeo per il Traffico di Migranti . L’agenzia ha facilitato lo scambio di informazioni tra le forze di polizia e le autorità giudiziarie interessate, coordinando le riunioni operative; ha fornito un’analisi costante dei dati di intelligence sul fenomeno dell’immigrazione clandestina tra le due sponde dell’Adriatico e ha garantito un controllo incrociato delle informazioni in tempo reale. Il personale assegnato permanentemente nelle task force regionali dell’Unione europea ad Atene e Catania ha, inoltre, sostenuto l’intera operazione per tutta la durata delle indagini.

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