Un altro anno giunge alla fine e io mi accingo a chiuderlo, come sempre, con la mia famiglia di amici. Tra questi, uno in particolare in questi giorni mi sta molto a cuore.
Un ragazzino che sento come un figlio e che, a 18 anni, ha già alle spalle una storia incredibile, una storia che va raccontata.
Perché ci ricorda quanto possa essere assurda la vita e quanto tutto sia definito da altro da noi.
Una storia che lui ti svela poco a poco e sempre sorridendo. Quasi fosse in imbarazzo per aver sofferto. Riconosco questa reazione nervosa. Questo rifiuto. . .