Cocaina, gioco d’azzardo, pizzo

Come fanno i mafiosi ad arricchirsi? La risposta è semplice: in ogni modo possibile. E in Canada si può fare.

Quando salì su un autobus a Winnipeg con un biglietto di sola andata per Vancouver nel 2012, Erwin Speckert trasportava uno zaino contenente 1,3 milioni di dollari in contanti. Era un corriere per un giro di scommesse gestito congiuntamente da sodali della mafia e degli Hells Angels .
La scoperta apriva uno squarcio sul denaro proveniente dal gioco d’azzardo, ma non è certo questa la più grande fonte di ricchezza della mafia. Come fanno i mafiosi a fare soldi? La risposta è: in ogni modo possibile. Nonostante una vecchia convinzione – particolarmente popolare negli anni ’60 e ’70 – che la tradizionale mafia italiana non venda droga, il commercio di stupefacenti è, in realtà, la fonte primaria di guadagno per i principali gruppi.
Il Maggiore Giuseppe De Felice, specializzato nelle indagini sulla mafia con l’Arma dei Carabinieri, ha affermato che la “Ndrangheta, la mafia nata nella regione italiana della Calabria, si è espansa in Canada e ha tre interessi principali: cocaina, cocaina, cocaina”. “La Ndrangheta in Canada si è issata al vertice del mondo criminale”, hanno affermato i pubblici ministeri, diventando padrona del commercio globale di droga e stabilendo un “flusso continuo di cocaina” dal Sud America. Le droghe sono importanti per la mafia oggi come lo era l’alcol durante il proibizionismo. Il denaro che accumula sia a livello globale che locale, è immenso. E il gioco d’azzardo, probabilmente, arriva al secondo posto. Rimane una enorme fonte di denaro per i mafiosi in Canada.
I giochi di “poker high-stakes” (senza limiti) nei social club coinvolgono i giocatori d’azzardo. Una volta dentro, i mafiosi li spingono verso i videogiochi perché è lì il vero guadagno. Le scommesse sportive sono un’altra enorme “mucca da mungere”, come dimostra l’arresto al terminal degli autobus di Winnipeg. L’operazione (Platinum Sports Book), per cui il corriere ha agito, è diventata un modello per i moderni allibratori della mafia: server per pc in Costa Rica, linee telefoniche gratuite e una app telefonica hanno consentito a migliaia di clienti di effettuare scommesse per un incasso di almeno 103 milioni di dollari in pochi anni.
Spesso a braccetto con il gioco d’azzardo, anche il prestito di denaro è un grande affare. I mafiosi prestano soldi a tassi di interesse esorbitanti, corredati da minacce e violenza. I pagamenti per estorsione erano parte integrante della vita nell’Italia meridionale, dove il pizzo era il tradizionale modello di business. Il pizzo è una “tassa” regolare pagata da un’azienda a un mafioso per impedirgli di subire danneggiamenti (a persone e cose). Lo chiamano “soldi per la protezione”. In Canada si verifica nelle aree con un’alta concentrazione mafiosa. Le imprese di proprietà italiana hanno più probabilità di esserne vittima. A volte le aziende sono costrette a utilizzare fornitori specifici, come un importatore di formaggi approvato dalla mafia o un grossista di caffè.
Ecco un tentativo vissuto in prima persona dal giornalista che ha scritto il pezzo.
Un uomo entra in una discoteca. Quando il responsabile gli chiede di cosa abbia bisogno, l’uomo risponde: “Sono qui per assicurarmi che tutto vada bene”. Il direttore del locale, facendo finta di non capire le intenzioni dell’uomo, lo ringrazia per la gentilezza e l’uomo dice, minaccioso, che sarebbe ritornato.
Di solito, questi tentativi, hanno più successo.
Sempre più spesso i mafiosi abbracciano crimini finanziari, in particolare frodi ipotecarie, bancarie e truffe in borsa. Un metodo popolare è quello di utilizzare false identità per ottenere finanziamenti bancari per l’acquisto di attrezzature commerciali costose, spesso veicoli da costruzione. Un associato si pone come rappresentante di una società che necessita di attrezzature e un altro come fornitore. La banca viene a conoscenza dell’inganno molto tempo dopo che il denaro è stato erogato.

Sebbene ai mafiosi piaccia pensare di essere al di sopra di semplici truffatori di strada, si sporcano comunque le mani commettendo rapine, irruzioni in appartamento e furti di merci (colpendo intere spedizioni che viaggiano sui camion o giacenti in magazzino).

La merce poi viene rivenduta. Non tutti i mafiosi sono coinvolti in questi crimini. Alcuni sono troppo vecchi. Alcuni sono troppo ricchi e intelligenti per rischiare la prigione per reati minori. E alcuni sono diventati capi.
I boss non devono fare trambusto come fossero “soldati semplici”.

La malavita non è un’economia che si sviluppa verso il basso. Assomiglia di più a uno stato feudale, con i contadini che pagano i signori.

Come regola generale, i soci della mafia che fanno soldi in un’area controllata, passano una parte significativa dei loro proventi al loro contatto della zona. Il mafioso fa parte di un equipaggio, di un plotone che lavora insieme, e dovrà passare una parte di ciò che guadagna al suo capo che guida l’equipaggio. I capi, a loro volta, si rivolgono ai massimi vertici dell’amministrazione della famiglia. Ecco come un capo guadagna gran parte dei suoi soldi: non sporcandosi troppo le mani.
E, generalmente, funziona.
Un uomo noto per essere un grande boss della mafia a Toronto ha la sua routine comportamentale ogni volta che i gangster gli offrono del denaro. Prima di prendere la busta, pone domande che sembrano essere scritte da un avvocato, sulla falsariga di: “Questo è solo un tuo dono per me? E’ un pagamento per un servizio? E’ un provento del crimine?”. Solo quando il gangster avrà risposto “sì, no, no”, il boss prenderà la busta e la intascherà. Questo è ciò che lo rende ricco, qualunque cosa faccia. La combinazione della sua reputazione e della sua posizione è tutto il lavoro a cui deve pensare.
La quantità di soldati della mafia varia notevolmente. Alcuni sono ricchi mentre altri lottano. Grandi quantità di denaro e beni di lusso si trovano spesso quando la polizia fa irruzione nelle loro case o controlla le attività commerciali. Un veterano insider della mafia ha detto che non ne vale sempre la pena. Ha descritto la vita nella mafia in questo modo: “Tutto è buono e poi 10 minuti dopo vengono e ti uccidono”.
Diamine, che “bel” modo di guadagnarsi da vivere.

Fonte: National Post

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