Brindisi: memorie di un Caduto a margine della bomba inesplosa

L’evacuazione della città pugliese prevista per il 15 dicembre ha acceso la creatività di una nostra lettrice che è ripartita dalle “memorie” di un ufficiale inglese del 1941. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE NELLA SUA VERSIONE ORIGINALE QUESTO SCRITTO

 

di Angela Patrizia Denitto

Era la notte del 7 Novembre 1941 ed io, Hernest Horwett, ufficiale pilota dell’aviazione inglese sorvolai attaccando per diverse ore la città di Brindisi, ma ad un certo punto qualcosa andò storto, lo ricordo benissimo, con la mia mano azionai una leva e una bomba che pesava più di 200 chili fu sganciata, non so perché, ma non esplose nonostante i suoi 40 chili di tritolo e ora si trova ancora li”. Hernest Horwett è il nome di fantasia del pilota che ha sganciato, circa ottant’anni fa, durante il conflitto mondiale, una bomba sulla città di Brindisi. Non sappiamo quale fosse il suo vero nome, sappiamo che aveva una divisa, che eseguiva degli ordini, che in quel momento era un nostro nemico. Non possiamo immaginare cosa gli stesse passando per la testa e attraverso il cuore nel momento in cui lasciò andare giù l’ordigno. Forse si sentiva soddisfatto, o forse no. Forse chiuse gli occhi per non vedere, o salì di quota per non udire il boato.

La seconda guerra mondiale ritorna nella nostra vita con tutta la sua drammaticità, con tutto il suo tanfo di morte, con tutto ciò che di catastrofico ha fatto e potrebbe purtroppo ancora fare oggi.

La memoria e il pericolo tornano vivi, come un incubo ad occhi aperti, anche perché due ordigni bellici inesplosi sono stati ritrovati. Il primo si trova nello spazio antistante il cinema Andromeda di Brindisi, sabato 2 Novembre (giorno di commemorazione dei morti), mentre si svolgevano i lavori di ampliamento della struttura stessa, precisamente durante i lavori di scavo è riaffiorato dalla terra uno strumento di morte, segno tangibile del potere autodistruttivo dell’uomo.

Una bomba costruita da uomini con la funzione di ucciderne altri.

Purtroppo data la pericolosità del disinnesco sarà necessario evacuare circa 53.000 abitanti della città di Brindisi e ciò avverrà la mattina di domenica 15 Dicembre, sarà inoltre necessario interdire per diverse ore il traffico aereo, ferroviario, stradale e navale.

Questa bomba è stata sganciata da un aereo inglese probabilmente la notte tra il 7 e 8 Novembre 1941. Quella notte di 78 anni fa Brindisi con la sua città, con il suo porto, con la sua stazione ferroviaria, con la sua base aerea, e con tutti i suoi abitanti ha subito per cinque lunghissime e terrificanti ore attacchi aerei inglesi. Ma le vittime sono state diverse decine di civili e le bombe hanno distrutto abitazioni e chiese.

Centinaia i feriti e le basi militari interne e esterne alla città rimasero illese.

Solo nel 1940 la città di Brindisi aveva già subito 21 attacchi aerei inglesi.

Per tutto il 1941 le incursioni continuarono culminando e rimanendo nella memoria di tutti in modo indelebile la notte fra il 7 e 8 Novembre 1941.

Lunedì 11 Novembre 2019 altro ordigno bellico inesploso viene ritrovato durante le operazioni di scavo, per l’ampiamento del parcheggio davanti all’ Aeroporto di Grottaglie.

Ora se queste bombe potessero parlare alle nostre anime ci direbbero che la guerra altro non è che l’espressione di caduta dell’uomo, sono cadute da un aereo e l’uomo è caduto dimenticandosi di sé stesso. Ci direbbero che la guerra è un’espressione di caduta dell’uomo al ruolo di bestia.

Perché non facciamo di questa venuta alla luce, dei due ordigni bellici, la nostra venuta alla luce?

Perché finalmente non ci eleviamo a veri esseri umani?

Perché non ne facciamo un’occasione di profonda riflessione e di cambiamento?

La guerra appartiene purtroppo ancora al presente, eppure Socrate aveva già capito il non senso della guerra stessa, 400 anni prima della venuta di Cristo, lui ha pronunciato queste parole “Tutte le guerre sono combattute per denaro”. E noi nel 2019 dopo Cristo combattiamo ancora le guerre. Perché? Per denaro.

Nessuna creazione umana può avere uguale o maggiore valore della creazione di una sola vita umana, nessuna, e non pensiamo neppure solo per un momento che non ci riguardi personalmente, non pensiamo neppure solo per un momento che il problema non ci appartenga.

Ogni uomo, ogni donna, ogni bambino e ogni bambina ucciso è un nostro fratello o sorella, anche se noi rinneghiamo tale verità.

L’Italia è il 10° paese al mondo a produrre armi, armi uguale strumenti di morte, morte.

Questo è abbastanza vicino da interessarci?

Leonardo è il nome della prima azienda in Italia, il suo ex nome è Finmeccanica e ha un valore in euro, per l’anno 2018, pari a una somma di euro 3. 233. 155. 745,85.

Il suo maggior azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze dello Stato Italiano.

Quindi lo Stato Italiano trae un notevole vantaggio economico dalla produzione e vendita di armi, armi che uccidono.

Tutti coloro che sapevano, che sanno e che sapranno questa verità e non si sentiranno minimamente scuotere dentro saranno complici di tutte le morti provocate da questi strumenti.

Tutti coloro che partecipano con la loro omertà sono complici, tutti coloro che partecipano attivamente alla produzione e/o vendita di armi da guerra hanno il peso sulla propria anima della vita di tutte le vittime innocenti, la cui vita viene loro negata.

Alberto Sordi aveva ben interpretato nel 1974 con il film “Finché c’è guerra c’è speranza “

Spiega benissimo come sia il denaro a muovere i fili della guerra e che ciò non lascia spazio alla dignità umana, a quella di nessuno.

Ma attualmente quante e quali sono le guerre, i conflitti armati sul pianeta Terra?

Solo tra il 2017 e il 2018 sono morte circa 193.000 persone a causa di conflitti a fuoco avvenuti in Africa, Asia e Medioriente.

Dati ufficiali del 2018 parlano di 378 guerre in tutto il mondo. Ripeto 378 situazioni in cui l’abuso di potere si impone al costo di vite umane. Aggiornando al 2019 in Europa c’è la questione Ucraina. Caos in Tunisia, in Sud America: Venezuela e Cile.

Purtroppo solo per descrivere le assurde atrocità che stanno avvenendo in Cile forse non basterebbe neppure un libro, per quanto siano per numero e per il loro non-senso.

In Asia e Africa sono diverse le guerre in corso anche da diversi anni.

In Turchia e Siria è scoppiata una guerra tra la dittatura di Edgar e le milizie curde, che controllano il nord della Siria, con le truppe di Ankara che hanno lanciato la loro offensiva aerea e via terra per creare una sorta di zona cuscinetto lungo il confine Turco.

L’International Crisis Group ha redatto le 10 situazioni più gravi aggiornate al 2019, elencherò solo i nomi dei paesi coinvolti, chi vorrà potrà approfondire personalmente.

Birmania, Burkina Faso, Iran, Pakistan, Repubblica Centroafricana, Sudan del Sud, Tunisia, Ucraina, Venezuela, Yemen.

Ci tengo ad evidenziare, che sono pochissimi i giornalisti, che si possono definire davvero liberi e indipendenti, e che possono quindi esprimere liberamente, e denunciare le atrocità in corso.

Ma ciò che ci potrebbe salvare è un cambio di paradigma, senza retorica però. Un ritorno all’ essenziale, un ritorno consapevole all’ essenziale, un ritorno alla semplicità come stato di coscienza; non un tornare indietro ma un andare avanti, un evolversi perché non esiste progresso se prima non esiste una evoluzione della coscienza stessa.

Il ritorno all’ essenziale parte dalla considerazione che il paradigma prevalente attualmente utilizzato su questo pianeta distrugge la vita stessa.

Una macchina di morte la cui logica interna culmina nella sua stessa fine. È una griglia di credenze, valori, comportamenti e forme organizzative interconnesse che funge come una barriera, non un punto di accesso, alla vita, alla natura e alla realtà.

E in tal senso, la fine di questo paradigma è assolutamente inevitabile. Ma ciò non cancella la scelta che abbiamo di fronte- che è decidere se l’umanità perirà tra le sue ceneri di questo paradigma, o pianterà semi di un nuovo paradigma di affermazione della vita.

Costruendo un sistema emergente per il fiorire di una nuova civiltà ambientale. Se la civiltà umana deve sopravvivere, non sarà ciò che vediamo davanti a noi- eretta sul sangue di milioni (di persone); fondata sul’ esaurimento delle risorse planetarie, che schiaccia le ossa ai poveri, dei vulnerabili e dei deboli, ostinata all’ auto-annientamento- è questo che fa.

Questo è un paradigma ammaliato da una tecno-iperrealtà di sua propria proiezione; un simulacro utopico di crescita senza fine, che tenta disperatamente di nascondere il proprio nucleo alla consapevolezza del Sé.

E quindi il nostro compito è riflettere su ciò che abbiamo veramente fatto a vicenda e al pianeta; e riconoscere che questi due fenomeni fanno parte dello stesso paradigma autodistruttivo: uno che costruisce perpetuamente un’iperrealtà di divisioni, confini, frontiere, attorno a espressioni proiettate dell’Altro, apparentemente necessitando di comportamenti parassiti e sfruttatori.

Ciò che emerge da questo riconoscimento è l’abbandono delle illusioni binarie che hanno segnato il cammino della civiltà per centinaia di anni, e quindi l’accettazione di una nuova idea di ciò che significa essere umani- recuperando l’essenza della nostra esistenza come esseri che, insieme, sono venuti da e inevitabilmente torneranno alla Terra stessa.”

Guerra, impero e razzismo nel’ Antropocene” di Nafeez Ahmed.

Sulla terra in questo momento siamo circa 7,7 miliardi di persone, ma quanti di noi sono umani? Umani dentro? Quanti di noi riescono a sentire la voce della propria anima che urla perché ha sete di Pace, Giustizia e Verità? Non basta sembrare umani per esserlo.

Una persona si può definire umana se non ha dimenticato chi è. Ci sono comportamenti che di fatto sono la negazione di sé stessi. Un comportamento conflittuale è il frutto di un pensiero e di una parola che a loro volta sono conflittuali. La guerra è la massima negazione dell’essere umano, figli che muoiono per mano di altri figli. Una vera e propria forma di abominio creato dal’ uomo stesso.

Eppure basterebbe così poco, se ognuno di noi avesse il coraggio di” guardare” al proprio pensiero, alle proprie parole e alle proprie azioni, “guardarle” con la propria anima riuscirebbe a sentire il suo straziante urlo di dolore. Oggi nonostante ciò, ci sono guerre, conflitti armati in diverse parti del pianeta Terra con esiti catastrofici.

Il cuore Puro di una madre non sceglierà mai che il proprio figlio o la propria figlia venga ucciso o uccisa brutalmente in guerra, per opera di un altro essere che in quel momento umano non è. Il cuore Puro di un padre non sceglierà mai per il proprio figlio o la propria figlia la morte in guerra. Mai.

Ma i figli di troppe madri e troppi padri vengono strappati alla vita ogni giorno per opera di altri esseri che a loro volta sono madri e padri o che potrebbero comunque esserlo.

Come sia possibile che l’uomo si sia allontanato così tanto da sé stesso?

Come è possibile che sia caduto così in basso?

La guerra altro non è che distruggere sé stessi.

Il “vincitore” in realtà è prigioniero di sé stesso.

Prendere la vita di un altro essere umano? Perché? Per soldi? Perché? I soldi sono solo una invenzione dell’uomo. Per idolatria? L’idolatria è solo una invenzione dell’uomo. Sono solo cose. Morire in guerra per un ideale è idolatria; che non corrisponde alla salvaguardia della Vita.

Altro è la Vita stessa che merita di essere vissuta e non rubata violentemente. Mai.

Uccidere ti può far davvero sentire vincitore? Chi uccide è perdente in partenza. Chi uccide muore dentro, sempre. Il vero caduto è chi toglie la vita agli altri. Chi uccide è caduto prima di chi cade in battaglia, questa è la verità.

Adesso mi rivolgo a noi donne e madri, se tutte, di tutta la Terra ci uniamo in un unico grande, luminosissimo pensiero di Pace e neghiamo totalmente ogni forma di guerra o sopruso, se tutti i nostri cuori battono forti all’ unisono e ad alta voce che per i nostri figli, i figli della Madre Terra, noi scegliamo la vita, la vita degna di essere vissuta, la vita senza vortici di terrore, la vita senza stra-abusi di potere, che altro non sono che la negazione della vita stessa.

Se noi lo vogliamo possiamo cambiare il nostro futuro, il futuro dei nostri figli, il futuro delle prossime generazioni, il futuro della Terra. Possiamo scegliere di non uccidere più, e di non essere più uccisi, nessuno. Basta con i conflitti che sono solo distruttivi per sé stessi e per gli altri, cambiare si può, se vogliamo.

Smettiamo di scegliere la morte e cominciamo a scegliere la Vita, cominciamo ad avere un profondo rispetto per la nostra Vita e quella di tutti. La guerra è una invenzione dell’uomo, una invenzione distruttiva dell’uomo, smettiamo di inventarci la guerra e cominciamo ad inventarci la Pace. Una Pace costruttiva. Per noi, per i nostri figli, e per il futuro di tutti e tutto.

La seconda guerra mondiale avrebbe potenzialmente ancora (con gli ordigni inesplosi) potuto stroncare nuove vite umane. Facciamo che queste bombe diventino una buona occasione di riflessione per cambiare noi stessi, riconoscendoci come esseri umani e comportarci di conseguenza. Non diventando però ostaggi della retorica. Se non cambiamo potremo diventare tutti caduti, chi non lo farà in guerra lo sarà comunque nel’ anima.

Nessuna guerra ha mai veramente fermato un’altra guerra, e mai nessuna lo farà.

Non esistono guerre sante, non esistono guerre giuste.

L’unico modo sensato di smetterla di distruggere l’uomo stesso è interrompere questo vortice di violenza che si protrae da troppo tempo.

Se è la guerra che vogliamo eliminare, allora siamo noi che dobbiamo cambiare.

Basta con la sopraffazione di un uomo su un altro, basta con la sopraffazione di un popolo su un altro.

L’ unica strada percorribile è la non violenza, il pacifismo, è inutile definire o cercare il male, cerchiamo il bene, oppure finiremo per distruggerci tutti, considerando anche la potenza delle armi attuali.

Lo ha detto Tiziano Terzani, lo ha detto Carl Gustav Jung, lo ha detto Mahatma Gandhi, lo ha detto Omraam Mikhael Aivanhov, lo ha detto Albert Einstein, lo hanno detto in tanti, ma noi li leggiamo e poi torniamo a pensare sempre nello stesso modo, a parlare sempre nello stesso modo e ad agire sempre uguale.

É il cambiamento ciò che occorre se vogliamo salvarci.

Basta cercare lo scontro, dividerci tra noi e gli altri, siamo tutti un tutto, siamo noi…“gli altri” come canta Nicolò Fabi “Io sono l’altro”.

L’unico modo per eliminare definitivamente la guerra è uscire dal vortice di autodistruzione e cominciare a costruire, a dare un senso alla parola progresso, che progresso non è se non c’è prima un progresso nello sviluppo dell’anima, altrimenti è sterile, nullo o addirittura velenoso.

Noi nasciamo per vivere, per vivere la Vita, non per farcela strappare, e questo vale per tutti gli abitanti di questo pianeta, il pianeta Terra che ci ospita. Noi abbiamo il diritto di vivere felici e non ha morire in una stupida guerra. Essa è solo una invenzione dell’uomo, smettiamo di crearla e cominciamo a creare la Pace, la Vita.

La Vita che nasce per essere vissuta e non distrutta.

La guerra è orrore, così come Picasso l’ha rappresentata nella sua grande opera Guernica, osservandola si sente il “puzzo” di morte violenta causata dal bombardamento della città di Guernica, e con le sue grandi dimensioni, denuncia l’orrore ad alta voce.

Grande dimensione per una grande denuncia.

Se noi lo vogliamo la Terra può diventare un luogo meraviglioso, bisogna semplicemente diventare umani. L’ uomo ha dimenticato di esserlo, si comporta facendosi strumentalizzare da sé stesso, dal proprio ego.

La guerra è un non senso, ma noi permettiamo il suo perpetuarsi.

Al’ inizio della prima guerra mondiale, diversi intellettuali europei, mossi dal disgusto per la guerra, si rifugiarono in Svizzera e qui decisero di esprimere il loro dissenso fondando un movimento artistico internazionale.

Il suo nome è Dada, un nome no-senso per un’arte no-senso.

Il dadaismo ha messo in dubbio e stravolto le convenzioni dell’epoca.

Protestavano reagendo contro i valori e la cultura che hanno portato al conflitto bellico.

Se gli uomini e le donne che abitano questo pianeta avessero accolto e compreso il messaggio del Dadaismo e dei dadaisti la guerra avrebbe già cessato di esistere.

Tutti gli uomini sono uguali, tutte le donne sono uguali, tutti i bambini sono uguali, tutte le madri sono uguali, tutti i padri sono uguali, tutti i figli e tutte le figlie sono uguali, questa è la verità, ma molti continuano ancora a negarla. Siamo noi che abbiamo inventato e costruito le differenze, e sono state le intolleranze su ciò che hanno generato i conflitti. E l’uomo che ha inventato la guerra ed è l’uomo che può, se vuole, diventando consapevole di sé stesso, costruire la Pace; solo così la Terra diventerà un luogo meraviglioso, nonostante la nostra presenza. Così sarà in Pace con sé stesso, con la Madre terra e tutti i suoi abitanti.

Tutto ciò può essere cambiato se noi donne e madri facciamo battere il nostro cuore tutte insieme all’ unisono, facciamo vibrare i nostri cuori tutte insieme e chiediamo con tutte noi stesse la Pace, la Pace nei nostri cuori, la Pace dentro e intorno a noi.

Se tutte le donne di tutti i popoli di tutta la Terra chiedono la Pace, la pace si realizza, diventando la realtà, la nostra realtà, e i figli, i nostri figli, i figli della Madre Terra nasceranno per trovare la Vita e non per perderla, e questa sarà la nuova Terra.

Smettiamo di essere caduti in Terra e diventiamo elevati in Terra.

Giro giro tondo, si alza il mondo, si alza la terra, su tutta la Terra.

Questo canteranno i bambini del futuro su questo pianeta.

I bambini del passato invece cantavano del dopo la torre di Babele, di come l’uomo sia caduto, la sua metafora legata alla idolatria, frutto anch’esso dell’uomo, insieme alla incomunicabilità, frutto della non accettazione delle differenze.

Ma il messaggio del cuore di ogni donna, di ogni madre della Terra dice la stessa cosa:” – Disintegra i confini, supera le diversità, non conosce intolleranze, vuole semplicemente il massimo bene possibile per tutti i figli di tutte le madri di tutta la Terra.”

Giordano Bruno e la tradizione Ermetica lo hanno sempre detto.

Un’unica Forza, l’Amore, unisce infiniti mondi e li rende vivi.” G. Bruno

Ed Ermete Trismegisto prima di lui “Come è in Alto così è in Basso.”

Legame imprescindibile tra Macrocosmo e Microcosmo.

La Terra è una macro cellula dell’Universo, noi siamo micro cellule che contengono cellule ancora più piccole, e questo all’Infinito, come i numeri matematici.

Non c’è limite all’infinitamente grande e all’infinitamente piccolo.

E qui una nuova chiave di lettura ci fa leggere e comprendere con occhi e cuore nuovi i sublimi versi dell’Infinito di Giacomo Leopardi.

Tutto e tutti sono connessi solo che il nostro ego ci ha chiuso gli occhi, le orecchie e i cuori.

La scienza ha ampiamente dimostrato che l’uomo vede meno del 5% della materia esistente. Noi riusciamo a vedere solo la materia visibile con i nostri occhi. Ma intorno a noi c’è molto, molto di più. Li c’è pure la prova della connessione che ci unisce, tanti fili luminosi ma invisibili ai nostri occhi.

Collegano tutti e tutto in un unico grande organismo chiamato Universo, in realtà gli Universi sono infiniti, quindi noi siamo collegati con l’Infinito.

Noi facciamo parte di un Tutto, del Uno e non ne abbiamo Consapevolezza.

La scienza ha dimostrato che la materia che noi non riusciamo a percepire con i nostri occhi è circa il 95% della materia esistente. É lì che è visibile il legame che ci tiene tutti uniti.

Tutti nel Tutto, ognuno di noi con la sua unicità.

Jung invita a lavorare su sé stessi, queste le sue parole” Ognuno presti attenzione ai suoi conflitti interiori e personali e avrà ridotto di un milionesimo di milione la conflittualità del mondo.” Carl Gustav Jung

Pensare, Sentire e Volere sono gli strumenti.

Pensare in maniera Pura anche per potersi accorgere delle menzogne, Sentire in modo Puro per poter ascoltare il proprio Cuore e Sentire cosa è bene fare, Volere per poter agire con azioni concrete ma Pure.

Se quello che ti scrivo ti appare un po’ estraneo da te stesso è perché quello che adesso ti sembra pace, pace non è, è una forma di addormentamento, addomesticamento.

Se oggi rischiamo tutti di essere “Belli Addormentati” nel bosco della Vita, possiamo risvegliarci perché il Principe Azzurro è dentro di noi e si chiama Sé Superiore.

Se pensi che tutto ciò non possa cambiare ti sbagli, queste guerre, queste bombe sono una super occasione imperdibile di cambiamento, una occasione di tornare a pensare con la propria testa, liberamente, libera-mente.

Tornare a decidere a quali valori vogliamo dare importanza e quali no.

Si può tornare a vivere, vivere davvero, attuando cambiamenti concreti, costruttivi nel rispetto del libero arbitrio di tutti.

Il Pensiero, la Parola e l ‘Azione Puri sono al di sopra di ogni ideologia politica e religiosa, dal punto di vista vibrazionale ed evolutivo si trovano molto più in Alto.

Basta andarsi a studiare il pensiero di Robert Baden-Powell oppure quello di Omraam Mikhael Aivanhov.

Guardandomi intorno ho maturato il bisogno di scrivere della guerra e dei suoi orrori, è un modo il mio di esprimere il mio profondo dissenso e sperare di scuotere un po’ le Coscienze.

Tutto ciò mi ha fatto riflettere sull’ importanza del’ uso della parola, di come essa possa prestarsi ad edificare oppure a demolire. La parola può contribuire ad elevare gli esseri umani ad una Coscienza Superiore, ma solo se lo decidiamo noi, solo se decidiamo di darle una funzione sociale.

La storia ci ha raccontato tante volte la stessa lezione, di quanto possa un pensiero discriminatorio far diventare gli uomini capaci dei peggiori crimini.

Perché non imparare finalmente che dalla discriminazione, dalla mancanza di rispetto può nascere solo orrore? Perché non impariamo ad usare la parola per” istigare” alla Pace? Facciamo che la bandiera di tutti diventi la tolleranza, senza confini, senza muri, senza frontiere; siamo tutti abitanti dello stesso mondo.

Nel 2019 non è forse il momento di pensare a tutti noi come individui aventi gli stessi diritti? Ma anche gli stessi doveri? Non è forse il momento per l’uomo di smetterla di concepirsi come padrone del mondo e cominciare a percepirsi come abitante e custode della Terra?

Ma ora tutti e tutte dovremmo imparare ad ascoltarci.

Tiziano Terzani per esempio con la sua “drittezza” non ha mai smesso di esprimere una verità, la sua. Dopo aver passato tutta la sua vita di giornalista in Estremo Oriente, dopo essere stato corrispondente di guerra è diventato un corrispondente di Pace.

L’ unica rivoluzione che abbia un senso è quella che porta a cambiare sé stesso.”

Se facciamo silenzio dentro di noi, possiamo imparare ad ascoltare il nostro cuore ed è questo quello che ci dice, ed è lo stesso messaggio che portano gli ordigni bellici ritrovati a Brindisi e a Grottaglie.

Basta, Alt, Stop, con l’istigazione alla violenza, cominciamo a fare “istigazione” alla Pace.

E tu lettore o lettrice preferisci costruire oppure distruggere?

Preferisci cadere oppure elevarti?

È il principio di rispetto e di collaborazione che dobbiamo recuperare, l’Amore e la Pace ci salveranno.

E il 4 Dicembre 2019 ed io guardando Brindisi dal’ alto ora sono felice, felice perché 78 anni fa qualcosa andò storto, qualcosa in quella bomba si inceppò, perché diciamocelo, quella notte insieme alla bomba, anche io sono andato giù, sono caduto, caduto dentro, caduto come uomo, ora mi rendo conto di quanto io mi vergogni di ciò che ho fatto, di ciò che sarebbe potuto accadere, non è accaduto per fortuna, e spero che i miei fratelli italiani riescano in questa operazione di disinnesco senza che nessuno si faccia male, chiedo scusa alla mia anima, a tutti coloro che mi leggono, a tutti coloro a cui ho fatto o che avrei potuto fare del male. Un uomo, un vero uomo non può uccidere.”

Se potete pregate per la mia e per la vostra anima.

Hernest Horwett

Ufficiale del’ aviazione inglese

One Thought to “Brindisi: memorie di un Caduto a margine della bomba inesplosa”

  1. Andrea

    Molto bello e interessante come articolo ne dovrebbero far uscire di più.

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