La mia preghiera laica alla Vita

‘Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica’ – Salvador Allende

 

Mi capita di incontrare ventenni privi di coscienza politica, estranei alle lotte, disinteressati, concentrati solo ed esclusivamente su sé stessi.
Mi capita di incontrare giovani svogliati, arresi allo stato delle cose, già disillusi.
Non mi capita molto spesso. Le mie figlie sono ancora piccole, i miei contatti con i ventenni si riducono a quelli con i miei allievi. E chi fa teatro, o danza, raramente corrisponde alla descrizione appena fatta.

Ma, ogni volta che mi capita, mi ritrovo a pensare alle mie figlie, mi interrogo sul mio ruolo di madre, consapevole di quanto sia importante, ma al contempo anche relativo, e torno a ripetere la mia preghiera laica alla Vita:

‘Fà che le mie figlie crescano con la consapevolezza della loro storia e dei loro privilegi. Piene di passione per la vita. Capaci di provare empatia, naturalmente tendenti a schierarsi con i più deboli, positive, propositive.
Fa che siano pronte a lottare con coraggio, senza credere o dare peso a chi le giudicherà ‘matte’, ’inopportune’, ‘rompiscatole’, ’estremiste’, ‘futili sognatrici’…fa che non perdano mai la capacità di credere nei sogni, che si divertano ad inseguirli e che osino sempre sognare in grande’

Oggi incontro i futuri ventenni, oggi inizia una nuova avventura.

Torno a collaborare con lo straordinario collettivo internazionale di artisti, attivisti e pensatori, chiamato Free Home University (FHU). Un esperimento pedagogico e artistico incentrato sulle modalità di condivisione e creazione del sapere nato grazie alla lungimiranza, la caparbietà e la capacità immaginifica, organizzativa e creativa di Alessandra Pomarico, una donna che amo molto.

Arriviamo all’appuntamento proprio al suonare della campanella. E’ l’orario di uscita. Un fiume in piena di ragazzini tra i 14 e i 18 anni si riversa nei corridoi per raggiungere l’uscita in senso di marcia opposto al nostro. E ci travolge.
In tutti i sensi. Rendendo il nostro primo impatto con questa nuova avventura ancora più emozionante.

Siamo in un liceo scientifico , uno dei più importanti della città di Lecce: 1.800 studenti.

Che bella l’energia dei ragazzi a questa età! La vitalità e la forza che sprigionano è commovente.
Già immagino quanto potenziale, quanta creatività, quanti sogni mi stanno passando accanto…il futuro è nelle loro mani.

Siamo qui per presentare, ad una piccola delegazione di studenti, il progetto che ci vede coinvolti nel loro Istituto.
Un professore giovanile, simpatico e alla mano fa le presentazioni .
Alessandra, curatrice , pedagoga e fondatrice di FHU, espone il progetto, che prevede due laboratori permanenti, la creazione di uno spettacolo, un festival dei saperi organizzato insieme agli studenti, ospiti internazionali e tanto altro…
Arrivato il mio turno sento l’esigenza di comunicare con loro omettendo le parole. In silenzio, tramite i gesti e il movimento, per stabilire un contatto differente. Per chiarire, fin da subito, che danzare può essere tante cose diverse e che la danza e il movimento appartengono a tutti, ad ognuno di loro. Mi guardano, ridono, si riconoscono nei miei gesti. Mi avvicino, si imbarazzano, osservano i miei movimenti, mi guardano negli occhi, sono incuriositi e presenti. Sono bellissimi.

I loro giovani volti mi riempiono di energia, poter contribuire anche in minima parte alla loro formazione mi riempie di orgoglio e speranza.
La creatività e la bellezza sono contagiose. E sento che ci contageremo a vicenda.
Penso che è con loro che bisogna lavorare, con i giovanissimi, con i futuri ventenni.
Mi sento fortunata e torno a ripetere la mia preghiera laica, ma stavolta è per ognuno di loro.

La scuola è un laboratorio politico.

A prescindere dalle diverse correnti di pensiero che attraversano i tempi, e che oggi, addirittura, tendono a criminalizzare la politica e la libertà di pensiero tra i banchi.

Le esperienze che i ragazzi vivono qui saranno la base del loro modo di vivere e agire nel mondo.
Portare le nostre pratiche tra i banchi di scuola e confrontarci con i ragazzi di un liceo ci emoziona profondamente.

Dice bene Alessandra: ‘In un momento storico in cui l’unico antidoto per contrastare razzismo, bullismo, violenza di generi, esclusione sociale e alienazione personale e collettiva sembra essere l’allenamento quotidiano a trasformare “buone intenzioni” e assunti teorici in “buone pratiche” attivate nel quotidiano, la danza e la pedagogia intrinseca alla creazione diventano più che mai fondamentali per ampliare le possibilità di apprendimento e di pensiero’.

Perché altro non sono che esercizio alla conoscenza e alla comprensione di sé e dell’altro e, tra i tanti pregi e benefici, rafforzano e sviluppano l’intelligenza emotiva dei ragazzi.

Ovvero: la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri e di saper gestire le emozioni in modo efficace.

Una qualità importantissima e oramai molto richiesta anche nel mondo del lavoro. Ma di difficile valutazione e più rara di quanto si possa pensare, dato che, secondo un team di studiosi della Yale University, viene sovrastimata dall’80% delle persone.

C’è bisogno di aprire spiragli di luce, per credere nei sogni, nelle lotte, per avere fiducia nella propria forza e nelle proprie capacità di cambiare le cose.

Educare alla creatività, chiamare alla responsabilità nella vita individuale e sociale tramite l’esperienza pratica e abbandonare le suggestioni autoritarie.

I giovanissimi possono molto più di quanto noi crediamo e facciamo credere loro.

D’altronde basta aprire i giornali per leggere di bambini e ragazzi sotto i 17 anni capaci di azioni di straordinario impatto.
Come le sorelline inglesi, di 7 e 8 anni, che hanno ha raccolto 500 mila firme riuscendo a portare le catene di fast food Burger King e McDonald’s, di tutto il Regno Unito, a smettere di regalare giocattoli di plastica ai bambini per salvaguardare l’ambiente.
Come Greta Thunberg, che ha iniziato una lotta solitaria e, in meno di un anno, è riuscita a far scendere in piazza milioni di persone in tutto il mondo.

Se incontriamo ventenni disinteressati a tutto e inconsapevoli dei loro privilegi la colpa è solo nostra.
Dobbiamo porci in ascolto, metterci nelle mani dei giovanissimi, regalare loro gli strumenti per stupirci, credere nelle loro capacità, in modo che diventino ventenni diversi.

Dobbiamo investire nel futuro e concentrarci ad educare ragazzi liberi e felici.
Smetterla di costringerli ad imitare gli adulti ed iniziare ad invertire le parti.

Per dirla con le parole di due grandi danzatrici e coreografe del secolo scorso:

‘Sei stato selvaggio una volta, non lasciarti addomesticare’ – Isadora Duncan

‘Danziamo, danziamo, altrimenti siamo perduti’ – Pina Bausch

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