Di Barbara Toma
Sono a Venezia. Città di una bellezza talmente dirompente da togliere il fiato. Città misteriosa e fragile. Letteralmente invasa da masse di turisti, grandi navi che, se ferme, potrebbero essere confuse per palazzi, e grandi eventi.
Vago per le calli senza mappa, ogni tanto visito una mostra, mi nutro di nuovi odori, immagini, sensazioni, mi ricarico. E, nel frattempo, lavoro. Sono ospite di una fondazione di arte contemporanea russa. Con i miei colleghi, principalmente artisti visivi, architetti, attivisti e curatori, arrivati qui da Bombay, New York, Mosca, Berlino e Roma, sono stata chiamata a. . .