Ecoreati, amara conferma: la Puglia terza tra le regioni italiane

Legambiente presenta “Ecomafia 2019”: in aumento i dati su smaltimento illegale dei rifiuti e abusivismo edilizio;  Stefano Ciafani: “Basta con la presunta emergenza migranti: le vere minacce all’ambiente, alla salute e all’economia sana diventino priorità nell’agenda politica del Paese”

Di Francesca Rizzo

 

Pesa il ruolo della criminalità organizzata pugliese nel rapporto Ecomafia 2019. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, presentato da Legambiente. Un rapporto che conferma in tutta Italia la crescita dei profitti delle organizzazioni mafiose (16,6 miliardi di euro gli introiti dei clan nel 2018, derivanti dai reati contro i beni ambientali; 2 miliardi e mezzo in più rispetto al 2017) e il loro maggior potere nei territori in cui sono storicamente radicate le mafie tradizionali: la Puglia, appunto, ma anche la Campania, la Calabria e la Sicilia. Quasi la metà dei 28.137 ecoreati censiti nel 2018 è stata commessa al sud: 4 regioni che, da sole, impattano per il 45%.

Una percentuale, questa, che comprende tutte le fattispecie di reati ambientali (rifiuti, cemento, agroalimentare, animali, nuove frontiere, incendi ed archeomafia le categorie considerate da Legambiente), ma che sale al 47% se si prende in considerazione il solo ciclo illegale dei rifiuti(censiti quasi 8mila reati totali nel solo 2018), e al 48,2% se si guarda all’abusivismo edilizio (oltre 6mila 500 reati in un anno).

 

Riguardo l’abusivismo edilizio, è duro il giudizio di Legambiente nei confronti dell’attuale governo: secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, la lotta ad ecomafie ed illegalità è “un tema sul quale in questi mesi il governo ha risposto facendo l’esatto contrario, approvando il condono edilizio per la ricostruzione post terremoto sull’isola di Ischia e nelle zone del cratere del Centro Italia, e il decreto Sblocca cantieri con cui ha allargato le maglie dei controlli necessari per contrastare infiltrazioni criminali e fenomeni di corruzione”. Corruzione definita dall’organizzazione come lo “strumento principe” delle ecomafie per aggirare gli ostacoli legislativi; 100 le inchieste in merito in un anno, da nord a sud: 23 nel Lazio, 21 in Sicilia, 12 in Lombardia, 9 in Campania, 8 in Calabria, 5 in Puglia.

Legambiente ricorda anche il numero delle amministrazioni comunali italiane sciolte per mafia: 23 in tutto il 2018, 8 nei primi 5 mesi di quest’anno.

 

// “Rifiuti spa”

Una “società per azioni” tra mafia, politica e imprenditoria nello smaltimento illegale dei rifiuti industriali: Legambiente definisce “Rifiuti spa” questo sistema fatto di corruzione, frode ed evasione fiscale nelle diverse fasi del ciclo di trattamento, e ricorda che il nostro Paese è ormai diventato crocevia di traffici internazionali di rifiuti pericolosi e materiale radioattivo.

La lunga classifica dei reati accertati in materia non lascia scampo a nessuna delle 20 regioni italiane: dalle 1.589 infrazioni in Campania alle 19 in Valle d’Aosta, la presenza di irregolarità nello smaltimento dei rifiuti è trasversale.

 

La Puglia, come accennato in precedenza, è al 2° posto: 947 i reati commessi in un anno. 5 delle 6 province pugliesi sono presenti nell’apposita classifica: al 2° posto Foggia (310 reati), al 7° Bari (123) e all’8° Brindisi (120); 11^ e 17^ rispettivamente Taranto (112) e Lecce (79).

 

// Mattone selvaggio

Altro capitolo, altro malaffare: “il ciclo illegale del cemento – scrive Legambiente – non è solo il costruito dove non si può, ma è anche appalti truccati, opere dai costi esorbitanti per alimentare giri di mazzette, corruzione e speculazioni immobiliari con le carte truccate”.

Anche in questo caso, dunque, l’evoluzione delle organizzazioni mafiose, il loro ambientarsi e mimetizzarsi nei palazzi del potere, ha un riscontro nell’aumento del volume di affari: “La distinzione tra l’operato delle famiglie mafiose tradizionali e quello dei sodalizi criminali tra grandi imprese e mala politica si è ormai fatta sempre più labile. Se non addirittura inesistente quando gli interessi si saldano e dal malaffare del cemento guadagnano tutti”.

 

Ed anche in questo caso, non c’è una regione che spicchi per integrità: Campania (1.169 reati accertati) e Valle d’Aosta (12) sono ancora una volta i due estremi; la Puglia, con 730 reati, è al 3° posto, con le sue 5 province storiche nuovamente protagoniste: Bari è 7^ (178 le infrazioni accertate), Lecce 9^ (152), Brindisi 13^ (136), Foggia 16^ (119), Taranto 19^ (93).

 

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