Zorro c’est moi

di Barbara Toma

Alla vigilia delle elezioni provo un senso di profonda gratitudine verso la maggioranza del governo Italiano, che con la repressione, la violenza, la stupidità e l’arroganza sfoggiata con orgoglio e prepotenza in questo periodo di campagna elettorale, ha risvegliato la coscienza politica e l’animo creativo e dissidente dell’Italia che amo.

Da Nord a Sud i comizi elettorali del ministro dell’Interno sono stati accolti dalle proteste.

Grazie al web abbiamo tutti potuto leggere l’incipit del nuovo, prezioso libro sul suddetto ministro, scoprendo così che è l’uomo più desiderato dalle donne italiane e che ha subito tante ingiustizie nella vita; a partire dall’asilo, quando gli rubarono il pupo di Zorro.

Poche righe sono bastate a risvegliare la creatività dei dissidenti.

Contestatori vestiti da Zorro lo hanno accolto in ogni Piazza.

A Brembate i vigili del fuoco hanno rimosso un lenzuolo con la scritta: ‘non sei il benvenuto’ .

Un boomerang che ha scatenato le ‘Balconiadi’. Migliaia di lenzuola di protesta hanno accolto l’arrivo di Salvini in tutte le città. Poetico e commovente.

Di fronte alla censura di slogan definiti ‘offensivi’ o di qualsiasi frase esplicitamente dissidente con la maggioranza di governo, gli Italiani hanno risposto con la creatività e l’ironia che li contraddistinguono.

Grazie alla vicenda della professoressa sospesa dall’insegnamento per non aver impedito agli studenti di rilevare analogie tra le leggi razziali del 1938 e il “decreto sicurezza” del ministro dell’Interno, abbiamo assistito ad una vera e propria rivolta della scuola in tutto lo stivale.

Ogni azione di censura e violenza, ogni notizia riguardante Salvini, si è trasformata in un’ondata di nuove, sorprendenti, azioni di rivolta. Tanto da spingermi quasi a desiderare che la repressione e la violenza del Governo continuasse a crescere, per poter far crescere anche la rivolta.

In questi giorni il Bel Paese si è trasformato in una triste barzelletta. I titoli dei giornali vanno dal drammatico fino a rasentare il puro nonsenso e sembrare rubati ai fumetti:

‘Genova, comizio di Casapound: cariche della polizia su manifestanti e giornalisti al corteo di protesta’

‘Bologna: scontri tra polizia e manifestanti contro Salvini’

‘Piazze blindate, zone rosse e incredibile dispiegamento di forze dell’ordine per i comizi del Ministro dell’interno nelle città’

‘Milano: rimosso e sequestrato striscione con la scritta : Restiamo umani’

‘Puglia: la Digos identifica tutti gli Zorro delle manifestazioni’

Bene. Vi semplifico il lavoro e mi auto denuncio: sono la Zorro che urlava e cantava la sua rabbia in prima fila in piazza a Lecce.

Mi chiamo Barbara Toma, nata il 19.06.1973, c.f. TMOBBR73H59E506U

Sul mio cartello double face capeggiavano le scritte:

TU QUI NÈ MO NÈ MAI!

ITALIA ANTIFASCISTA

Arrestatemi pure, se volete.

Intanto il 21 maggio, dietro le transenne, bloccati da un cordone di sicurezza della celere in divisa antisommossa, eravamo tantissimi. Avevamo cartelli ironici con scritte in dialetto e sfottò. Eravamo colorati, incazzati ma allegri. Eravamo rumorosi e rappresentavamo tutte le generazioni.

Dall’altra parte delle transenne invece: la zona rossa. Non più di un centinaio di persone, protette da polizia, Digos, celere e militari, sotto al palco allestito in un angolo stretto della piccola via accanto alla piazza (evidentemente le piazze riescono a riempirle solo grazie a photoshop…).

Una volta tanto ho sentito di non essere sola, una volta tanto sono stata orgogliosa di questa piccola città di provincia.

Pervasa da un senso di gratitudine per la rinnovata speranza nel futuro.

Questo, insieme alle tante proteste per l’ambiente, insieme alle manifestazioni contro la chiusura dei porti, e insieme al risveglio della lotta per la parità di genere (vedi la grande manifestazione di marzo a Verona) ha riacceso la mia speranza.

La speranza che questa rivolta non si fermi ai social, ai balconi e alle piazze, ma si traduca in voto. E che queste elezioni segnino l’inizio di una svolta.

Domenica si vota.

Per molti sarà un doppio voto: elezioni comunali ed elezioni europee.

Facciamo in modo che ci sia una grande affluenza alle urne.

Facciamo in modo di non votare per sentito dire, di non scegliere basandoci sulle conoscenze personali o, peggio, su un presunto tornaconto. Andiamo a votare con coscienza.

Personalmente, dal momento che le donne occupano solo un minimo posto nella politica, trovo assolutamente falsa, ingiusta e ipocrita la legge che, in nome della parità di genere, impedisce di votare due donne e obbliga a votare un uomo e una donna.

Per cui il mio voto andrà ad un solo candidato, e sarà senza ombra di dubbio una donna.

In un momento storico in cui le donne vengono attaccate su tutti i fronti e rischiano di perdere anche i diritti più basilari conquistati dopo anni di lotte, invito tutti a scegliere di votare chi si impegna pubblicamente per la parità di genere.

Anche a livello europeo corriamo il rischio di vederci derubate dei nostri diritti e queste elezioni per rinnovare il Parlamento sono un’occasione per cercare un’inversione di tendenza necessaria e imprimere un’accelerata a un processo di cambiamento. Esistono lobby femministe che si sono adoperate con campagne mirate per portare avanti gli interessi di genere. La campagna #FEM_EU, per esempio, ha lo scopo dichiarato di collocare i diritti delle donne al centro delle politiche europee e di spingere per un’agenda femminista che sia prioritaria. La piattaforma aperta Young Feminist Europe ha lanciato la campagna #HerEurope per creare una sorta di programma femminista partecipato per un’Europa dei diritti. La European Women’s Lobby punta a raggiungere la parità di rappresentanza all’interno del Parlamento europeo, della Commissione e tra gli incarichi di maggior rilievo nell’Unione attraverso la campagna 50/50: Women for Europe Europe for Women. Informatevi su chi tra  i candidati alle europee sostiene queste lobby.

Votare chi ha a cuore la parità di genere è importante e può fare la differenza salvandoci da chi, in nome della difesa della famiglia, vorrebbe combattere il diritto all’aborto, il divorzio, le unioni omosessuali…

Mentre scrivo, milioni di italiane all’estero hanno ricevuto un certificato contenente un’importante e preoccupante novità: il ritorno a sorpresa, sulla scheda elettorale, del cognome del proprio coniuge.

Meditate gente.

Z

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