La legalità sull’asse Puglia-Campania-Lazio: tappa ad Ostia per il “Renata Fonte”

La marina romana ospita la ventesima edizione della Festa della legalità e della non violenza, per la prima volta fuori dalla Puglia

“Non ci può essere legalità senza solidarietà, perché insieme danno vita al progetto grande ed ambizioso del rispetto della dignità umana”: le parole di Maria Luisa Toto, presidente del Centro antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce, ribadiscono il forte impegno attorno alla Festa della legalità e della non violenza, che per la sua ventesima edizione, il 31 maggio prossimo, rilancia e si fa “ribalta di un’alterità storicamente discriminata”, in un asse che congiunge la provincia leccese a Ostia (RM), passando per Caivano (NA).

Una nuova sede, il Teatro del Lido di Ostia, ed anche una nuova collaborazione: quella con l’associazione di genere “Punto D” della località laziale, che al “Renata Fonte” è legata dalla comune adesione a Reama, la Rete per l’Empowerment femminile e l’Auto Mutuo Aiuto per le donne che subiscono violenza, di Fondazione Pangea Onlus. Restano immutati i due assi portanti della Festa: l’impegno contro ogni forma di criminalità e quello per il riconoscimento del ruolo sociale della donna. Ad unire questi due aspetti, sottolinea Maria Luisa Toto, la lotta verso “l’odiosa piaga dell’omertà, ampiamente rintracciata nel fenomeno mafioso ma non sufficientemente riconosciuta nella questione femminile”.

Tre elementi, criminalità, violenza di genere e omertà, che si ritrovano nella morte di Renata Fonte, l’assessora del Comune di Nardò uccisa nel 1984 e riconosciuta ufficialmente, 18 anni dopo, come vittima di mafia: quella mafia che aveva interessi all’interno del parco di Porto Selvaggio, che Fonte si ostinava a difendere.

Tre elementi che il centro antiviolenza “Renata Fonte”, con la stessa tenacia della donna a cui rende omaggio, combatte ogni giorno, quando difende le tante donne, e spesso anche i loro figli, da violenze domestiche e, talvolta, dalla stessa giustizia.

// IL PREMIO “RENATA FONTE” 2019 Nella manifestazione presentata dalla giornalista Roberta Serdoz, il Premio Centro antiviolenza “Renata Fonte” 2019 verrà assegnato a:

  • Ilaria Cucchi (sorella di Stefano Cucchi), “per l’inesauribile impegno nella ricerca di verità e giustizia; per la caparbietà con cui combatte in difesa dei diritti umani; un amore fraterno che si trasforma in indomita forza, in battaglia contro un potere che per legittimarsi ha necessità di diventare violenza. Il suo meraviglioso contributo è diventato un esempio per tutti di speranza senza resa”;
  • Linda Laura Sabbadini (statistica ed editorialista, già dirigente Dipartimento Politiche sociali e ambientali, ISTAT), che “attraverso la sua straordinaria competenza professionale ha potuto e saputo mettere in luce la condizione della donna nel nostro Paese trasformando la materia statistica in esperienza vissuta e palpitante. Col suo impegno, unica donna direttore di dipartimento dell’Istituto Nazionale di Statistica responsabile del settore sociale e ambientale, ha infatti guidato un processo di rinnovamento delle statistiche sociali e di genere portando per la prima volta ad interrogarsi sul sommerso. Con questo premio va il nostro sincero ringraziamento di donne che per la prima volta, grazie al suo instancabile lavoro, da invisibili che erano si sono viste riconosciute nella loro sofferenza e nella loro forza”;
  •  Antonio Maruccia (procuratore generale Corte d’Appello di Lecce), “per il suo intento assiduo e profondo contro le mafie e le logiche delinquenziali, sempre al servizio del valore della legalità. Per il coraggio con cui ha esplorato, nel nostro territorio, il sottobosco di connivenze che si è annidato per tanto tempo nella cosiddetta “terra di mezzo”. Per la determinazione con cui è riuscito a rendere alcuni procedimenti agili e veloci restituendo congruità al senso di giustizia. Per la sua capacità di coniugare con estrema sensibilità, attraverso un lavoro svolto con spirito di abnegazione, il ruolo terzo e la vicinanza alla gente”;
  • Paola di Nicola (giudice presso il Tribunale penale di Roma), “per la capacità, e lo straordinario entusiasmo con cui ha saputo rilanciare, dalla sua prospettiva di giudice, una riflessione culturale su temi anche scomodi e spesso rimossi. Per l’impegno con cui ha avviato un’opera di sensibilizzazione quanto mai necessaria sulle questioni di genere, utile al riconoscimento e al superamento degli stereotipi sia quando rappresentano ostacolo alla piena realizzazione delle potenzialità di ognuno sia quando, nello svolgimento di varie attività professionali inclusa quella della magistratura, agiscono come pregiudizio interiorizzato. Per la lucida e appassionata forza con cui porta la sua testimonianza, ricca e aperta al confronto internazionale, capace di mettere in luce un fenomeno che travalica i confini nazionali e non può essere ignorato in una Europa che ha assunto l’uguaglianza di genere come valore e principio”;  
  •  Eugenia Carfora (dirigente scolastica Istituto professionale del Parco Verde a Caivano), per la sua instancabile lotta all’emarginazione, il costante rifiuto dell’omertà, la resistente ricerca di parole, in cui l’attraversamento del luogo di frontiera diviene un fattivo impegno di prevenzione, di tutela della legalità e di lotta contro la dispersione scolastica, unico modo per progettare un futuro. Atti di eroismo quotidiano di chi considera l’insegnamento uno dei valori portanti della società. Attraverso questo Premio il nostro grazie, perché l’investimento sulle giovani generazioni rappresenta l’unica e vera speranza per questo Paese”.

// Educare per il futuro Il premio ad Eugenia Carfora, la preside che si è opposta alla camorra ponendo la sua scuola come presidio di legalità, in una delle piazze di spaccio più grandi della Campania, è simbolo dell’impegno particolare della Festa della Legalità anche nel coinvolgere i più giovani, gli studenti: ecco allora un gemellaggio, nel nome di un no forte, corale, alla criminalità organizzata, tra alcuni istituti scolastici del Leccese (la scuola secondaria di primo grado “F. Cezzi” di Novoli, l’istituto comprensivo “Teresa Sarti” di Campi Salentina, quelli di Poggiardo, Minervino di Lecce e Santa Cesarea Terme, e gli istituti di istruzione secondaria superiore “Galilei – Costa”, “Enrico Fermi” e “Adriano Olivetti” di Lecce), l’istituto di istruzione superiore “Carlo Urbani” di Ostia e l’istituto professionale “Francesco Morano” di Caivano.

Un vero patto per la legalità, un impegno personale e collettivo per il futuro.

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