Daniele Follieri, il ragazzo che vuole pulire Taranto

Ha iniziato il 26 marzo e da allora non si è più fermato. Da piazza Garibaldi in poi, armato di ramazza e paletta, vuole far risplendere la città jonica. Letteralmente. Storia semplice di un sogno quotidiano

di Rosaria Scialpi

Taranto. Piazza Garibaldi, avvolta da edifici storici e da alcune delle più longeve attività commerciali, è il cuore propulsore della città.

Sedendosi sulle panchine di questa piazza è possibile osservare in lontananza la Città Vecchia con i suoi palazzi in pietra e il Castello Aragonese e, semplicemente voltando di poco il capo, è facile posare gli occhi sul Museo MArTA, la Chiesa di San Pasquale Baylon e l’ex Palazzo degli uffici.

Da questa piazza è possibile raggiungere ogni punto d’interesse della città e in pochi passi ritrovarsi così a sorseggiare un caffè con un amico, a passeggiare per il lungomare o a fare shopping. Ma proprio questa sua centralità rende la piazza vittima dell’indecenza di alcuni balordi che, in preda agli effetti dei bagordi del sabato sera, disseminano ovunque rifiuti.

Una piazza storica, il cui gazebo in stile liberty diventa punto di ritrovo per bere alcolici in bottiglie di vetro che vengono lasciate lì, depositandosi a mucchi.

Quelle stesse bottiglie di vetro sono state lanciate contro un ragazzo, Daniele Follieri, colpevole di trovarsi in Piazza Garibaldi con lo scopo di pulirla

Daniele è un ragazzo di venticinque anni, un comune cittadino tarantino con il sogno di apportare, nel suo piccolo, una metamorfosi che porti Taranto a cancellare i segni del degrado urbano che la deturpano, strappandole via la sua originaria bellezza.

Così il 26 marzo 2019, Daniele si arma di scopa e paletta e pulisce Piazza Garibaldi. Da quel giorno non si ferma più e, assieme a dei volontari, cerca di donare decoro al biglietto da visita del capoluogo jonico.

Daniele Follieri mi racconta come sia nata questa sua iniziativa; è un fiume di parole in piena, discorre sull’argomento fiero delle sue azioni, ma senza peccare di superbia. Ciò che emerge dalle sue parole e dal suo tono di voce è una forte determinazione, dettata da un’impetuosa voglia di cambiamento.

“Vivo a due passi da Piazza Garibaldi ed è da circa sei anni che la situazione va peggiorando. Il vicinato si lamenta costantemente.

Quella piazza è lo storico luogo di ritrovo dei ragazzi, è vicinissima alle fermate dell’autobus e in piena zona centrale, è il tappeto rosso fra il Castello Aragonese e il borgo umbertino, chiunque ci passa per raggiungere il centro e spesso c’è chi lì si ferma. Fin qui tutto regolare, se non fosse per il fatto che le persone disseminano per la piazza una grande scia di rifiuti.

Un giorno, attraversando la piazza con alcuni miei amici, questi mi hanno detto: “Ma ancora di qua dobbiamo passare?”. Da quel momento, stanco di vedere quel degrado, ho analizzato la situazione e mi sono detto che se c’è un problema, va risolto.

Allora ho preso scopa e paletta e sono partito all’azione.”

Spirito d’iniziativa e voglia di cambiamento hanno portato questo venticinquenne a ripulire la piazza, un luogo di grande importanza per tutta la città, ma che è anche lo sfondo di molti dei ricordi a lui cari.

L’atteggiamento di Daniele Follieri denota un grande amore per la sua Taranto, una città che è casa sua e che come tale tratta. In fondo, nessuno di noi vorrebbe lasciare la propria dimora sporca e governata dall’incuria, facendo fuggire gli ospiti non appena mettono piede nell’ingresso.

Lo stesso principio, dunque, dovrebbe essere applicato alla propria città ed è proprio ciò che questo ragazzo fa.

“Ho dato così avvio a un progetto non ben definito tutt’oggi – dice Daniele –. Sono solo, non c’è un gruppo. Ogni tanto si aggiungono a me dei volontari che di volta in volta mi aiutano a ripulire Piazza Garibaldi e, quando possibile, anche altre due piazze della città. Non ho mai la certezza che quei volontari che incontro una sera poi si ripropongano successivamente.

Il mio intento era quello di dare sfogo a una voce comune, creare qualcosa di simile ai vecchi comitati di quartiere. Ho quindi stampato 400 volantini e li ho distribuiti fra le varie attività commerciali e ho, in seguito a questa azione, ricevuto numerose chiamate”

Daniele Follieri poi racconta l’iter che ha seguito per scegliere che nome conferire alla sua iniziativa e cosa ha intenzione di fare a breve: “Inizialmente avevo pensato di chiamare questa iniziativa “Piazza Garibaldi”, ma poi ho cominciato a pulire anche Piazza della Vittoria e allora il nome sarebbe risultato riduttivo. Mentre mi accingevo a creare la pagina Facebook, ho pensato di chiamarla Piazza Pulita e infine ho optato per Piazze Pulite, nome che credo ben faccia intendere lo scopo che c’è dietro questo progetto.

Il mio scopo non è, infatti, quello di creare l’ennesimo gruppo ambientalista, in città ne esistono già moltissimi, volevo e voglio ottenere, invece, sensibilizzazione civica e una forte presa di coscienza di quelli che sono i problemi della città. Voglio che i miei concittadini diventino membri attivi della società, voglio che quando c’è un problema se ne discuta e si agisca.

Voglio agire come un qualunque libero cittadino che ha cuore le sorti della propria città. Non voglio nemmeno creare un movimento, desidero però che si riconoscano i problemi, che si punti il dito contro i malfunzionamenti gestionali.

Proprio a tal proposito, realizzerò una raccolta firme che evidenzi i problemi riscontrati in città e contenga una serie di richieste per l’amministrazione –, annuncia, facendo emergere un forte piglio decisionale e la profonda convinzione con cui intende portare avanti la causa che ha sposato –. Nella raccolta firme richiederemo, ad esempio, che il servizio di pulizie effettuato dall’Amiu la domenica mattina in Piazza Garibaldi venga effettuato di notte, verso le 14.00, come avviene a Bari. Inoltre, vorremmo che i vecchi cestini per i rifiuti fossero sostituiti con quelli più capienti e separati al proprio interno, così da poter condurre la raccolta differenziata anche mentre si è in giro.

Sto anche pensando di allegare alla raccolta firme tutte le immagini che mi vengono inviate dai cittadini residenti in varie zone della città e che ritraggono i cassonetti pieni e i rifiuti non raccolti, visto che in molti mi segnalano spesso questi disagi. Questo materiale potrà poi servire da prova per supportare la raccolta firme che presenterò al Comune, facendo emergere l’inefficienza di alcuni servizi per cui noi tutti paghiamo le tasse, affinché chi di dovere si impegni maggiormente e vigili meglio.

Guarda, proprio mentre parliamo vedo quel tappeto vicino al cassonetto, che è lì da tre giorni.

Molto spesso si chiama l’AMIU Spa (l’organo preposto alla raccolta dei rifiuti del comune, ndr) e non si ottiene risposta, c’è una barriera fra cittadino e istituzioni”.

“Barriera” è il termine di cui il giovane tarantino si avvale nuovamente per descrivere l’atteggiamento, a suo parere avverso, che AMIU Spa ha avuto nei suoi confronti attraverso un comunicato stampa che avrebbe definito, in maniera velata, la sua iniziativa inutile, dal momento che AMIU Spa assicura lo stesso servizio di Daniele Follieri, ma in altri orari, con le seguenti parole:

Il cittadino che racconta degli sforzi che compie, dice di intervenire la sera stessa del sabato forse perché non sa che all’alba siamo puntualmente sul posto: farlo prima sarebbe assolutamente inutile”.

“Intanto i rifiuti continuano a giacere nella piazza”, commenta il ragazzo ironicamente.

Un muro che divide i cittadini come Daniele, che con perseveranza rimuovono dalla città i rifiuti, e AMIU Spa, organo che fa la medesima cosa. Un muro assurdamente irto che, però, potrebbe essere facilmente abbattuto; in fondo, sia Daniele che AMIU Spa hanno lo stesso scopo: quello di rendere la città un posto migliore, assicurando sicurezza e pulizia.

Daniele Follieri riprende poi il suo discorso, focalizzandosi sugli effetti della sua iniziativa e sull’appoggio ricevuto: “Sto ricevendo un buon riscontro, c’è l’appoggio dalla gente, alcuni mi chiedono addirittura di candidarmi e io non ne capisco il motivo. Non faccio nulla di straordinario, anzi, compio il mio dovere civico. Purtroppo, in una città in cui spesso l’educazione civica viene a mancare, e in cui il degrado si diffonde sempre più, diventa straordinario l’ordinario, ti ergono ad eroe senza che tu abbia fatto nulla di sconvolgente ma anzi qualcosa di normale.

Ho ottenuto molto pubblico, ma poco aiuto. Ci sono ragazzi che mi scrivono da ogni parte della città, indicandomi la situazione di estremo degrado in cui vertono ma, prima di muovermi, vorrei avere la certezza di avere qualche volontario che mi dia una mano a ripulire, non è facile

Il problema quindi rimane fare gruppo, ma sono consapevole che la mia iniziativa è nata solo due mesi fa e che ci vorrà, spero, solo più tempo.

Ad essere sincero, l’iniziativa ha riscontrato più interesse mediatico di quanto mi aspettassi e volessi, a volte è troppo per me. Non voglio che questa mia iniziativa venga strumentalizzata o politicizzata, sono ben lontano da queste logiche, qui si parla del bene di Taranto e non di partiti di destra e di sinistra ed è anche il motivo per cui non ho accettato l’invito dell’associazione Retake Taranto ad unirmi a loro, sono troppo istituzionalizzati. Sia chiaro, apprezzo il loro operato e il loro interesse nel rendere Taranto più pulita, ma non voglio essere il braccio di alcun partito. Ognuno nel suo piccolo è importante.

In questi giorni sono stato invitato a parlare in occasione della Biennale della Prossimità che quest’anno si tiene da noi: vedo quindi che qualcuno mi viene incontro, ma la strada è ancora lunga.”

Ci salutiamo. Dal colloquio con Daniele Follieri emerge amore, senso civico e intraprendenza che, uniti alla fermezza di chi rivendica con orgoglio e pacatezza le proprie idee, rendono evidente che questo ragazzo non si lascerà scoraggiare con semplicità.

Uno spirito indomito, quello di Daniele, che anni addietro era ravvisabile nei ragazzi di Ammazza che piazza, iniziativa nata sulla base della stessa voglia di cambiamento e di riscatto e che si traduceva nella messa a nuovo delle piazze cittadine.

Ammazza che piazza, dopo una multa di circa 8mila euro (per aver esposto, mentre puliva, un volantino che invitava i cittadini ad unirsi al gruppo e per aver rimesso in sesto i marciapiedi), e dopo aver incontrato le resistenze delle istituzioni e di molti cittadini, è morta, rigettata dagli stessi che definivano i suoi associati “ultimi degli eroi romantici, veri sovversivi”.

La morte di un’associazione di cui pochi ricordano l’operato, nonostante le numerose attività di riqualificazione della città, si traduce nello striscione lasciato nell’area rimessa a nuovo da Ammazza che Piazza, in Via Duca degli Abruzzi: “Meritate di vivere nella merda!”.

Parole scritte probabilmente di getto, in preda alla rabbia e alla delusione, la delusione di chi ha dedicato anima, corpo e tempo alla propria città e ai propri concittadini, ricevendo in cambio solo insulti, calunnie e disprezzo.

Per evitare che questo meccanismo contorto e masochista si riproponga anche nel caso di iniziative come Piazze Pulite, la città deve necessariamente assumere consapevolezza dei suoi problemi e comprendere che le piccole azioni del quotidiano, come gettare l’involucro della caramella nell’apposito cassonetto, sono fondamentali affinché Taranto possa rinascere davvero.

Urge ritrovare una solida coscienza civica, abbandonare il consueto atteggiamento di noncuranza e reinnamorarsi della propria città: solo così, forse, il Tarantino tornerà a rispettare la propria Casa ed otterrà anche il rispetto dei turisti che, ad oggi, sono costretti a passare fra cumuli di rifiuti.

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