Leggere tra le righe

Di Barbara Toma

Da bambina mio padre mi insegnava a leggere i quotidiani, sfogliare quei grandi paginoni di carta, sporcarmi le mani di inchiostro, scorrere i titoli, sceglierne un paio e approfondire la lettura (lui comprava almeno 3 diversi quotidiani al giorno, diceva che per creare una propria opinione era importante informarsi da diverse fonti, proprio come quando bisogna far luce su un dissidio e, per capire le ragioni di ognuno e trovare una soluzione, bisogna sentire entrambe le versioni dei fatti).

Oggi la mia primogenita ha 8 anni. Sarebbe bello fare la stessa cosa con lei.

Ma… è davvero difficile sfogliare un quotidiano senza essere inondati da brutte notizie e orrori inimmaginabili!

Non guerre lontane, ma fatti di cronaca vicini, spesso commessi non da adulti, ma da ragazzini, che un paio di anni fa erano bambini della sua età…

E poi violenze, femminicidi, atroci soprusi sulle donne, bambini resi orfani dai padri…

Ma come faccio a farle aprire il giornale?

Da quando sono mamma, a casa mia il TG è vietato.

In generale la TV si guarda poco, solo qualche cartone ogni tanto o un film nel weekend.

Per il resto cerco di tenerle lontane.

Non voglio spaventarle.

Non si tratta di farle crescere sotto una campana di vetro, ma ogni età ha una sua verità.

E la nostra cronaca non è adatta alla loro.

La mia piccola, grande Frida, al contrario di molti suoi coetanei, crede ancora nella fatina dei denti.

Conosce il lutto e, purtroppo, è anche al corrente del fatto che tutti possono morire, non solo i nonni, ma anche i papà, le mamme giovani, i bambini… e che tutto ciò che vive può smettere di farlo, così, senza un perché.

Ma perché darle la consapevolezza che papà potrebbe uccidere la mamma nel sonno per poi togliersi la vita davanti ai suoi occhi?

Perché dovrebbe sapere che 5 ragazzini possono vessare e arrivare a uccidere un uomo indifeso per puro divertimento?

Perché renderla partecipe del fatto che esistono figli che stuprano una donna e poi, orgogliosi, condividono con i loro padri il video dell’atroce violenza?

Mi figlia dice che quando gli adulti si baciano sulla bocca è bleah.

Dovrebbe sapere che c’è chi costringe bambine, anche più piccole di lei, a fare di peggio? E che, in quanto donna, un giorno potrebbero ucciderla sol perché non vuole dare un bacio a qualcuno?

Frida è consapevole della nostra ‘fortuna’, ha conosciuto ragazzi arrivati dal mare, ragazzi che, per scappare dalle guerre e dalla fame, hanno attraversato il deserto e rischiato la vita su un barcone per arrivare qui. Le ho raccontato tutto questo.

Ma i quotidiani, le notizie, i video dei campi di concentramento in Libia, le immagini dei campi profughi nel mondo, no, quelli no, non posso metterla di fronte a tanto orrore.

Negli U.S.A. un certo Branden Harvey ha creato un giornale di buone notizie, con il suo Goodnewspaper ha ottenuto l’attenzione di testate e riviste importanti, come Huffington Post, Forbes, Esquire e altre. Andando sul suo sito si può dare una sbirciatina al giornale cartaceo, che esce ogni 2 mesi, oppure iscriversi alla newsletter, che ogni martedì ti invia delle belle notizie, o addirittura ascoltare il podcast di goodgoodgood, dove si trovano delle conversazioni da cui trarre ispirazione per avere uno sguardo positivo sulle cose.

Ma non è l’unico ad aver pensato di creare una rivista dedita alle buone notizie.

A Londra, tramite un crowdfunding , è nato Positive Newsmagazine, fresco di stampa ogni 3 mesi, con un sito quotidianamente aggiornato.

Credo che sia abbastanza paradossale chiedere di informare in modo positivo. Non si può fare giornalismo evitando gli orrori e le cattive notizie. I fatti sono fatti, non esserne al corrente ci renderebbe ignoranti. 

Ma potremmo comunque trarre insegnamento da queste riviste che promuovono il ‘giornalismo positivo’. Per esempio per ricordarci che si può provare a leggere le notizie cercando tra le righe qualcosa di buono e che si potrebbe bilanciare meglio la selezione di notizie a cui dar risalto. Scegliendo anche quelle positive, che ci sono, ma vengono troppo spesso scartate. Il bello c’è!

Come dice Peter Pan: ‘ogni volta che qualcuno dice di non credere alla fate, da qualche parte una fatina muore’.

Ecco, ogni volta che qualcuno pensa che non ci sia più che orrore al mondo, un bambino da qualche parte perde un pezzo di futuro.

Non si può costruire nulla senza credere in qualcosa.

Abbiamo bisogno di sapere, perché sapere è potere, abbiamo bisogno di conoscere la verità delle cose, di aprire gli occhi, essere messi al corrente degli orrori, della banalità del male. Ed è utile sentirsi disperati per poter arrivare alla rabbia che nutre la forza della ribellione. Ma abbiamo anche bisogno di sapere che altri ci sono riusciti e ci riescono.

‘Dietro ogni cattiva notizia c’è sempre qualcuno che aiuta, qualcuno che lotta, qualcuno che dice no, qualcuno che si salva, qualcosa che possa evitare di buttarci nello sconforto’

Ecco, alle mie figlie voglio insegnare questo: leggere tra le righe, fondamentale sopratutto per loro, future donne. Come ci descrivono? Come parlano di noi? Come ci raccontano i fatti?

Vorrei abituarle ad analizzare le notizie, a guardare oltre, a ragionare su ciò che leggono riuscendo a vedere anche ciò che non viene detto.

Ma è bella la luce nei loro occhi, è bella la fiducia che hanno nella vita, è bello il loro innocente mondo di bambine, fatto di sogni, di fate e di poesia. Ed è giusto tutelarlo.

La grande, probabilmente, resterà ancora bambina per poco, per cui, nel frattempo, viva le riviste di notizie positive!

Inizieremo con quelle e poi, magari, proveremo a creare un nostro giornale, scegliendo cosa è importante, a cosa dare rilievo e a cosa no. E, sopratutto, come parlarne.

2 Thoughts to “Leggere tra le righe”

  1. Proprio oggi parlavo dello stesso argomento con Alfredo. Leggendo o ascoltando notizie italiane molto di rado ( in quanto siamo all’estero) ci siamo resi conto di un cambiamento radicale, avvenuto negli ultimi mesi. Si parla pochissimo di politica, scomparsi gli approfondimenti, le prime e spesso uniche notizie sono di cronaca nera. Qui prodest? Chi si avvantaggia ora della paura? A chi fa comodo instillarla? Forse chi punta il suo successo elettorale sull’ordine, lo stato di polizia, frontiere chiuse? Forse dovremmo veramente scriverlo un giornale diverso! In fondo lo stiamo scrivendo! Grande Barbara Grande Marilu . Ormai non aspetto nemmeno più che mi arrivi il link al giornale, ci entro direttamente!!!! Scriviamo scriviamo scriviamo differente!

  2. Barbara Toma

    cara Valentina, le tue parole oggi mi scaldano il cuore, inizio la mia giornata con il sorriso. Grazie. barbara toma

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