Balletto del Sud: in ricordo di Leonardo

di Fernando Greco

Nella sconsolata attesa di buone notizie riguardanti la stagione sinfonica o la stagione lirica, l’ambiente culturale leccese può fregiarsi della raffinata stagione di danza 2018–2019 organizzata dal Balletto del Sud, compagnia fondata e diretta dal vulcanico coreografo Fredy Franzutti, che a marzo ha presentato al Teatro Apollo lo spettacolo Progetto Leonardo da Vinci, in memoria del grande Genio dell’umanità, nel cinquecentesimo anniversario della sua scomparsa.

L’ASPETTO DIVULGATIVO

Ugo Pagliai

Il Progetto Leonardo da Vinci ha concesso il giusto spazio all’aspetto divulgativo e commemorativo, coinvolgendo Ugo Pagliai nella lettura della biografia di Leonardo (1452–1519) scritta da Giorgio Vasari (1511–1574). Il celebre attore è stato sempre in scena, costituendo di fatto il fil rouge narrativo di tutto lo spettacolo grazie a una recitazione dall’alto valore affettivo, come se si trattasse di una nostalgica scia di ricordi nei confronti di un amico scomparso.

Poco importa che il Vasari, alla morte di Leonardo, avesse soltanto otto anni di età: il suo testo risulta talmente appassionato da annullare le discrepanze anagrafiche.

LA NATURA ATTRAVERSO L’ARTE

Esaurito il momento didascalico attraverso l’inserimento di alcune danze dal sapore antico, talora con graziosi interventi al flauto da parte di Giorgia Santoro, abbigliata a mo’ della “Dama con l’ermellino”, lo spettacolo ha avuto il suo punto di forza nelle grandi scene coreutiche ideate da Franzutti, frutto di un estro creativo che di Leonardo ha fatto rivivere non già aspetti storico-documentaristici, ma piuttosto lo spirito di colui che guarda al corpo umano con la geniale volontà di ricreare la natura attraverso l’arte, dando “veramente alle sue figure il moto et il fiato” (secondo il testo del Vasari).

Come nell’opera di Leonardo è impossibile distinguere tra arte e scienza, caso unico nella storia dell’umanità, così nelle coreografie di Franzutti l’artifizio tecnico è sempre al servizio della bellezza: il riferimento alle singole pitture rappresenta soltanto un punto di partenza, un pretesto per leggere le tavole rinascimentali con sguardo squisitamente contemporaneo. Non a caso, l’impianto scenografico di Francesco Palma è del tutto disadorno e privo di riferimenti visivi all’opera di Leonardo.

I TOPOI LEONARDESCHI

La perizia tecnica dei danzatori del Balletto del Sud, mai disgiunta da una prorompente fisicità, ha corrisposto magistralmente alle esigenze del coreografo, illustrando i topoi leonardeschi con una danza che, attraversando e oltrepassando la compostezza delle forme classiche, ha raggiunto un espressionismo atemporale e perciò di estrema efficacia emozionale.

Prove de “la nascita”

Se l’accoppiamento tra “Leda e il Cigno” dà origine a uno straordinario passo a due tra Nuria Salado Fusté e Alessandro De Ceglia sulle note dell’Intermezzo da “Manon Lescaut” di Puccini, il riferimento agli studi di Leonardo sulla gravidanza si materializza in un sacco amniotico che contiene la palpitante vitalità di un essere umano interpretato strepitosamente da Paolo Ciofini sulle note minimaliste di Michael Nyman, in un’atmosfera che sembra echeggiare il primo Lindsay Kemp.

Esemplare la scena del nuotatore, in cui il riferimento agli studi sull’acqua e sul nuoto si materializza in una sagoma umana che nuota sott’acqua al suono della graffiante voce di Peter Gabriel. Le sue contorsioni muscolari, quasi un trattato di anatomia, divengono sempre più innaturali finché si giunge a comprendere l’artifizio, ovvero il fatto che quello che inizialmente sembra un corpo unico sia invece la derivante di due corpi perfettamente coordinati tra loro.

L’Uomo Vitruviano

Ma è la scena finale a commuovere lo spettatore fino alle lacrime, quando l’essere pensante, solo con se stesso, si guarda allo specchio e scopre l’eccentricità tra l’immagine e il suo riflesso, sdoppiandosi nei due danzatori Alessandro De Ceglia e Carlos Montalvan, impagabili nel prodursi in un travolgente passo a due in cui talora si amano teneramente fino a sovrapporsi nelle perfette proporzioni dell’Uomo Vitruviano, talora si respingono con odio, metafora dell’eterna asimmetria tra essere e apparire, dell’impari contrasto tra realtà e ideale, potenza e atto, pensiero e azione.

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Il Balletto del Sud sarà in tournée con “La Bella Addormentata” di Chajkovskij al teatro Duse di Bologna e all’Orfeo di Taranto, rispettivamente nelle serate del 21 marzo e del 3 aprile prossimi.

In occasione del periodo quaresimale, la stagione di danza leccese proseguirà al teatro Apollo il 13 e il 14 aprile con la replica de “Le ultime parole di Cristo”, balletto in un atto sull’omonimo oratorio sacro di Saverio Mercadante, che vedrà la partecipazione dell’étoile internazionale Luciana Savignano nel ruolo di Maria, madre di Cristo, e del popolare personaggio televisivo Loredana Lecciso nel ruolo di Maria Maddalena (QUI la recensione della prima). Ulteriori informazioni sul sito www.ballettodelsud.it.

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