Sanità papers: a Lecce PET senza collaudo per quattro anni

INCHIESTA. Continuiamo ad aprire l’armadio della vergogna della Asl Lecce, tirando fuori documenti finora occultati

di Marilù Mastrogiovanni

 

INDICE:

La PET dell’ospedale oncologico all’interno del complesso ospedaliero Vito Fazzi di Lecce ha funzionato senza il collaudo obbligatorio per legge per oltre quattro anni.

In base ai documenti in nostro possesso, il collaudo di questa sofisticata apparecchiatura diagnostica è stato perfezionato solo l’11 luglio del 2018, ma prima di allora la Pet è stata comunque utilizzata sui pazienti oncologici, a partire dal 9 aprile 2014.

Ennesima gravissima anomalia, per usare un eufemismo, che si aggiunge a quelle che da anni abbiamo analizzato e denunciato accadere tra le mura del più grande ospedale pubblico del Salento.

L’ingegnere Antonio Leo, responsabile unico del procedimento per l’installazione della pet-tac all’oncologico del Fazzi

 

Il responsabile unico del procedimento per installare la Pet all’oncologico del Fazzi è tal ingegnere Antonio Leo.

L’ingegnere Fiorenzo Pisanello, direttore dei lavori per l’installazione della pet-tac del Fazzi

Stesso rup (responsabile unico del procedimento), ingegnere Antonio Leo, stesso direttore dell’area tecnica, ingegnere Fiorenzo Pisanello, stessa marca, la Philips, di un altro bando, fatto contra legem per acquistare ecografi a iosa (contra legem: cioè senza ricorrere al portale on line del Ministero dell’economia denominato “Consip”). Ma sono solo coincidenze. E ne parliamo dopo.

 

Antonio Leo ha seguito sul nascere il bando per l’acquisto della PET (Positron Emission Tomography, cioè tomografia a emissione di positroni), vinto da Philips, facendo parte, contra legem, della Commissione giudicante. Anche questo l’abbiamo spiegato in tempi non sospetti.

 

Per legge, chi ha scritto il bando di gara non deve anche aprire le buste e verificare i requisiti dei partecipanti: i commissari diversi dal presidente non devono aver svolto, prima della nomina, incarichi relativi alla gara.

Eppure, fra i commissari del Seggio di Gara per l’acquisto della Pet vi era l’ingegnere Antonio Leo, proprio colui che ha predisposto il bando di gara, prevedendo i punteggi da attribuire. Ovvero: le operazioni di gara sono state condotte da un membro incompatibile con le funzioni di commissario. Inoltre, la valutazione delle proposte è stata effettuata da sei componenti (tre del Seggio di Gara e tre della Commissione Giudicatrice), quando invece, per legge, le commissioni devono essere composte da un numero dispari di membri. Infine, due dei tre membri della Commissione giudicatrice erano esterni alla Asl di Lecce. Eppure, la legge prevede che i commissari debbano essere interni all’azienda in quanto in grado più di chiunque altro di valutare le necessità tecniche dell’ospedale.

Ma le irregolarità non sono finite qui. Perché nei verbali delle sedute la Commissione avrebbe dovuto comunicare, ma non l’ha fatto, dove venivano riposti i plichi dei documenti e chi ne fosse il responsabile. In un verbale ad esempio si legge che i documenti sarebbero stati “conservati in luogo sicuro dopo la seconda seduta di gara pubblica in cui si è provveduto alla verifica della completezza della documentazione tecnica”, nonché, alla fine, nuovamente riposti “previa conservazione in luogo sicuro”, ma non si indicano il luogo, il responsabile, le condizioni di persistenza dell’integrità delle offerte tecniche.

Nonostante le tante anomalie il bando è stato vinto da Philips e nonostante la sparizione di tanti plichi, siamo qui ad aprire armadi della vergogna e a ravanare nella melma.

 

A PHILIPS PAGAMENTI SULL’UNGHIA

Il bando da 2.950.735 euro per l’acquisto e l’installazione della PET del Fazzi è stato aggiudicato dall’ati Philips e ProTecno impianti srl.

Rup-responsabile unico del procedimento: ingegnere Antonio Leo.

Direttore dei lavori: ingegnere Fiorenzo Pisanello

Progettista: ingegnere Pierpaolo Cariddi da Otranto.

L’ingegnere Leo, il 23 novembre scorso, ha disposto “con urgenza” la liquidazione del saldo dei lavori a Philips. Scrive anche che quella determina è immediatamente esecutiva.

Dispone anche di attingere ai soldi del bilancio corrente (sic!), indipendentemente dalla ricezione del finanziamento regionale.  

Solerte, veloce, affezionato. Segue il bando dalla sua stesura fino alla determina di liquidazione. Bravo.

E poi dicono che la pubblica amministrazione non funziona.

 

LEO, PISANELLI, CARIDDI: DIVERSI PROCEDIMENTI PENALI

L’ingegnere Pierpaolo Cariddi, progettista dei lavori per l’installazione della pet-tac del Fazzi

L’ingegnere Pierpaolo Cariddi è un progettista e politico tuttofare. Eclettico.

Oltre ad essere progettista nel settore sanitario, dei lavori per l’attivazione della pet-tac al Fazzi, è anche progettista nel settore turistico. E’ anche sindaco di Otranto, e ha raccolto la staffetta dal fratello Luciano, che lo è stato per diversi mandati.

Per il primo, progettista dei lavori per la costruzione del lido superlusso “Twiga” di Briatore, pende la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Antonio Negro della Procura di Lecce, per abusi edilizi e deturpamento di bellezze naturali, abuso d’ufficio, occupazione di demanio marittimo, falso in atto pubblico.

 

Il secondo, Luciano, è stato prosciolto dall’accusa, formulata dalla pm Paola Guglielmi, di aver favorito il fratello Pierpaolo nell’iter di assegnazione dei lavori per un importo di quasi di due milioni di soldi pubblici: un finanziamento regionale utilizzato per il consolidamento del costone roccioso a ridosso del quale lo stesso Pierpaolo ha poi progettato il Twiga di Briatore.

 

Pierpaolo è politicamente cresciuto alla corte di Totò Ruggieri: leader storico dell’UDC, diventato assessore regionale dopo la morte improvvisa del cognato. Pierpaolo per l’installazione della pet-tac al Fazzi ha lavorato gomito a gomito con Antonio Leo e Fiorenzo Pisanello.

 

Entrambi indagati dalla pm Paola Guglielmi, per una fantasiosa gestione dei fondi pubblici nella realizzazione del poliambulatorio di Martano (Lecce).

 

Ottavio Narracci
Ottavio Narracci, direttore generale ASL Lecce

Su questa vicenda si è mossa anche l’Anac, chiedendo conto al direttore generale della Asl di Lecce Ottavio Narracci, oggi ai domiciliari, del perché su un appalto da quattro milioni di euro per la realizzazione del poliambulatorio di Martano (soldi pubblici dei fondi Fesr 2007-2013), nel 2014 la Asl approvò una variante ai lavori per 400mila euro prima ancora che i lavori (da quattro milioni) fossero finiti. E chiede conto anche del perché la Asl di Lecce abbia comunicato alla Regione che il poliambulatorio è completo e funzionante quando invece foto e video abbiano dimostrato che, all’epoca di quelle dichiarazioni, i lavori al poliambulatorio erano in alto mare e la struttura chiusa al pubblico.

 

Anche di questo dovrà rispondere Narracci, già prosciolto dall’accusa di peculato. Quel proscioglimento, secondo la procura di Potenza, è stato possibile grazie alle manipolazioni del processo da parte del pm Emilio Arnesano, anche lui arrestato su richiesta della Procura di Potenza.

Tra fratelli, amici, e cognati, la gestione della cosa pubblica in quel di Lecce è sempre più una questione di “famiglia”.

 

LE PERLE DELL’INGEGNERE ANTONIO LEO

Fiorenzo Pisanello e Antonio Leo, responsabile unico del procedimento per l’installazione della pet-tac, sono gli stessi che abbiamo già trovato in una divertente (per usare un eufemismo) inchiesta che abbiamo pubblicato sul sistema dei bandi Asl  che abbiamo definito “lascia o raddoppia”: abbiamo dimostrato che all’interno della Asl di Lecce, e in particolare nell’ospedale Vito Fazzi, è stato aggirato l’obbligatorio ricorso al sistema on line centralizzato per gli acquisti della pubblica amministrazione, detto “Consip”.

 

Abbiamo anche spiegato che il Consiglio di Stato nel 2014 è stato chiarissimo: se si acquistano beni e servizi per la pubblica amministrazione senza ricorrere alla Consip, il contratto è nullo (sentenza 1486/2014).

Eppure la Asl di Lecce, raccontammo, era affetta da bulimia di ecografi, che comprava senza ricorrere alla Consip, preferendo volentieri quelli di marca Philips.

Stessa marca della pet-tac installata al Fazzi: Philips.

La multinazionale olandese è rappresentata in provincia di Lecce da Luigi Bartolomeo, consigliere comunale a Casarano (Le).

Indovinate per quale partito? Naturalmente l’UDC…

 

Orbene, riguardo l’acquisto di ecografi, lo stesso ingegnere Antonio Leo all’epoca dichiarò al Tacco che il bando della Asl fatto senza ricorrere alla Consip “era necessario”, andando in contrasto con quanto deciso in via definitiva dal Consiglio di Stato.

Ci chiediamo per chi o per che cosa fosse “necessario” il bando in autonomia, fatto senza ricorrere alla Consip. Era “necessario” o funzionale?

 

QUATTRO ANNI DI PET-TAC SENZA COLLAUDO

Dal 2014 è attivo il servizio di pet-tac presso il polo oncologico dell’ospedale Vito Fazzi a Lecce.

Angelo Mita, direttore unità di Medicina nucleare dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce e assessore alla sanità al Comune di Gallipoli

E’ direttore dell’U.O.C. di Medicina Nucleare Angelo Mita, nominato direttore nel 2013 e facente funzione da prima. Oltre ad essere direttore di un settore delicato come la Medicina nucleare, il dott. Angelo Mita trova anche il tempo di fare l’assessore alla sanità al Comune di Gallipoli in quota UDC, lo stesso partito di cui è leader indiscusso Totò Ruggeri.

 

Sul sito della Asl di Lecce ci sono tutte le informazioni su come prenotare la pet-tac e dove.

 

Abbiamo chiesto al dott. Angelo Mita quante PET siano state eseguite al Fazzi sotto la sua responsabilità e perché siano state eseguite senza aver eseguito il collaudo obbligatorio per legge, ma non abbiamo ricevuto risposta.

 

Così, utilizzando i dati in nostro possesso, abbiamo cercato di fare qualche calcolo.

 

All’indomani dell’attivazione della pet-tac, il 9 aprile 2014, il dirigente Angelo Mita dichiarava “soddisfatto” a “Newsimedia”: “Adesso siamo a quota 7 Pet al giorno e presto arriveremo a farne 8 e anche 10 al giorno”.

 

Dunque da quel 9 aprile del 2014, calcolando da 8 a 10 pet-tac al giorno per quasi 5 anni, quella pet-tac ha eseguito circa 16mila esami. PET più, PET meno.

E tutte in assenza di collaudo.

E se questo costituisca solo un’anomalia o un illecito o un reato, lo potrebbero decidere gli inquirenti.

Come sempre, le carte che abbiamo, e tutelando le fonti, sono a disposizione dei magistrati.

 

E I PAZIENTI?

Guidereste un motorino non collaudato? E una macchina? Magari si, ma commettereste un reato.

Ma salireste su un mezzo pubblico non collaudato? Chessò: un bus, un treno ad alta velocità, un aereo. Salireste?

La risposta è no.

Fareste un esame diagnostico di medicina nucleare su una macchina non collaudata?

Beh, l’hanno fatta almeno 16mila persone. Malato di cancro più, malato di cancro meno.

E dunque oggi è giusto chiedersi e chiedere all’assessore al ramo, cioè il presidente Michele Emiliano: quanto quelle PET sono state davvero di aiuto nel definire le diagnosi? Quanto hanno nuociuto? Quanto hanno messo a rischio pazienti già debilitati? Perché è stato consentito che la PET funzionasse senza collaudo?

Servono esperti per stabilirlo. E sicuramente qualche tribunale che ristabilisca diritti, doveri e faccia pagare chi ha sbagliato.

 

TANTE STORIE, UNA SOLA PUZZA. DI MARCIO

La storia dell’appalto della pet-tac dell’ospedale oncologico all’interno del complesso ospedaliero “Vito Fazzi” a Lecce inizia nel 2007 ed è costellata di episodi che puzzano di marcio.

 

Per anni, a partire dal 2007, sulla pelle dei salentini malati di cancro, si sono spartite poltrone, posti da primario, carriere politiche, soldi a palate.

L’appalto da quasi tre milioni per la costruzione e la installazione della PET del Vito Fazzi, è andato di pari passo con i giochi di potere che all’interno della Regione Puglia avevano come risultato quello di ostacolare la messa a regime di quella che fino al 2014 è stata l’unica PET funzionante nel Salento, cioè quella privata accreditata che si trova a Cavallino.

Un tira e molla fatto di tetti di spesa che non si potevano sforare, autorizzazioni al funzionamento della pec-tac di durata mensile, pazienti costretti ai viaggi della speranza per fare una pet-tac, costi per la sanità pubblica che lievitavano.

Una storia fatta anche di diritti negati: decine di pazienti non hanno avuto accesso alla pet-tac pubblica e si sono dovuti rivolgere al privato accreditato, pagando però il prezzo della prestazione (che comunque il Centro di Cavallino tiene basso). Hanno poi chiesto il rimborso totale delle spese sostenute, facendo ricorso al Tar, che ha condannato la Regione Puglia a risarcirli. Questo perché si tratta di un esame diagnostico salvavita, cui il paziente deve essere sottoposto con urgenza, appena presenta la ricetta del medico specialista. Per la pet-tac insomma non ci possono essere liste d’attesa.

 

E’ anche una storia di ripicche misere, e di puro esercizio muscolare del potere, fatto sempre sulla pelle dei pazienti: quando ancora la pet-tac non funzionava, ma c’era già un responsabile del “servizio” (inesistente), nella persona del medico Angelo Mita, i pazienti erano costretti a fare su e giù tra il Centro privato accreditato (dove la pet-tac funzionava) e l’oncologico, per far mettere un timbro sulla ricetta con cui il medico specialista richiedeva la pet-tac.

Capito? Lo specialista richiedeva la PET (urgente per definizione) e il malato oncologico doveva recarsi presso un ufficetto a farsi mettere un timbro dall’assistente di un medico (abbiamo testimonianze in merito) che non conosceva la sua storia e la sua patologia, un medico che non faceva pet, per autorizzare la richiesta fatta da un medico competente.

 

Tutto questo è solo un inciso a quello che ho spiegato fin qui, perché tutto questo (e molto di più) è il frutto di anni di indagini giornalistiche del Tacco, per difendere il diritto alla salute. Che nel Salento, spesso, è negato.

 

 

Sanita’ papers //2 CONTINUA

 

Per saperne di più:

Richiesta di rettifica dell’ing. Antonio Leo (del 7 gennaio 2019)

C’è del marcio sulle Tac (e le Pet)

Pet Tc al Fazzi. Al via da oggi

Sanità lascia o raddoppia. Da Roma a Lecce la spending review è tutta un quiz

Pet-tac. Consegnati 36 assegni. Il sapore amaro della vittoria

Pet in convenzione: più burocrazie per i malati

 

 

 

 

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